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mercoledì 31 marzo 2021

VACCINANO SOLO GLI AMICI DEGLI AMICI

VACCINANO SOLO GLI AMICI DEGLI AMICI


Matteo Salvini Multato Senza Mascherina


Salvini ,  Apriamo Tutto ma Non Vaccina gli Anziani



Ma Non Vaccina gli Anziani
Salvini , sull'onda  del generale Figliulo , si presenta in conferenza stampa esibendo le sue decorazioni sotto forma di tappi di bottiglie di birra ricevute per aver difeso la nostra Patria con sprezzo del pericolo e della vita nelle tante battaglie sui vari fronti di osterie e birrerie .

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Assegno unico per i Figli

Assegno unico per i Figli


Assegno unico: da luglio 250 euro per ogni figlio. Chi viene penalizzato
Secondo alcune stime 1,3 milioni di famiglie riceveranno meno rispetto ai bonus attuali. Le nuove scelte penalizzerebbero i lavoratori dipendenti a favore di autonomi e incapienti

È arrivato alla fase finale il ddl relativo all’assegno unico per i figli. Dopo mesi e mesi di stand by (il primo ok della Camera risale all’estate 2020), finalmente domani 30 marzo il Senato inizierà l’esame del disegno di legge del provvedimento che rivoluziona gli aiuti alle famiglie.

Come aveva anticipato la ministra Bonetti e come ha confermato il premier Draghi, dal 1° luglio 2021 tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico riceveranno fino a 250 euro al mese per ogni figlio, con una maggiorazione per i figli disabili. L’importo sarà modulato in base all’Isee e diviso in parti uguali tra i genitori.

Si tratta di una piccola rivoluzione che azzera tutti gli attuali strumenti e benefici a favore delle famiglie e li fa convogliare nel nuovo assegno, anche se secondo alcune stime, 1,3 milioni di famiglie riceveranno meno rispetto ai bonus attuali: a essere penalizzati dovrebbero essere i lavoratori dipendenti a favore di autonomi e incapienti.

Assegno unico per le famiglie, cos’è e a chi spetta
L’assegno unico sarà un contributo mensile o un credito d’imposta di cui le famiglie potranno beneficiare per ciascun figlio da 0 fino ai 21 anni di età. In caso di maggiore età potrà essere erogato direttamente ai figli.
Sarà di importo fino a 250 euro circa (con una maggiorazione per i disabili), ha assicurato il premier Draghi. L’ammontare dell’assegno sarà modulato in base all’Isee e diviso in parti uguali tra i genitori. È prevista una maggiorazione a partire dal secondo figlio e un aumento tra il 30% e il 50% in caso di figli disabili.

L’assegno andrà a tutte le famiglie, compresi incapienti, autonomi e partite Iva, finora escluse perché gran parte dei sostegni alle famiglie sono legati al contratto di lavoro (dipendente) o a detrazioni (che non si percepiscono con livelli di reddito sotto la no tax area).
Questa misura nelle sue intenzioni prevede un riordino della normativa welfare, quindi la sua introduzione dovrebbe coincidere con la cancellazione degli attuali sussidi familiari: bonus bebè, detrazioni figli a carico, bonus mamma, assegni al nucleo familiare, bonus mamma.

Assegno unico figli, chi sarà penalizzato?
Secondo una simulazione effettuata dal Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia, rilanciata da Repubblica, l’assegno unico universale per i figli rischierebbe un taglio dell’importo rispetto ai 250 euro annunciati e alcune famiglie potrebbero ottenere una somma più bassa.

Abbiamo detto che l’assegno (come credito di imposta o accredito mensile) ingloberà le agevolazioni attualmente esistenti e sarà legato all’Isee. Secondo lo scenario prospettato, l’80% delle famiglie italiane prenderebbe 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio under 21. Il calcolo è legato alla considerazione secondo cui 8 famiglie su 10 hanno un’Isee sotto i 30 mila euro.

L’importo dell’assegno diminuisce se si alza l’Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni. Il quadro, sottolinea Repubblica sulla base dello studio disponibile online, favorisce autonomi e incapienti, categorie oggi escluse dagli assegni famigliari.

Risulterebbero sfavoriti i lavoratori dipendenti: 1,35 milioni di famiglie perderebbero in media 381 euro all’anno. Per tamponare questa disparità, si sottolinea, occorrono 800 milioni in più all’anno.

Requisiti per ottenere l’assegno unico
Per aver diritto all’erogazione dell’assegno unico devono essere rispettati i seguenti requisiti:

l’assegno è riconosciuto a tutti i lavoratori cittadini italiani, titolari di un reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato o determinato, autonomi, o con partita Iva;
l’assegno spetta anche ai genitori single con figli fiscalmente a carico;
per i soggetti cittadini UE o Extra UE è necessario:
avere il permesso di soggiorno (per soggiornanti di lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale);
versare l’Irpef in Italia; vivere con i figli a carico nel nostro Paese; essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata almeno biennale.



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Lombardia, Fontana Indagato per Autoriciclaggio e Falsa Dichiarazione

Lombardia, Fontana Indagato per Autoriciclaggio e Falsa Dichiarazione


Il comunicato del procuratore Greco, che ha spiegato di aver inoltrato alle autorità elvetiche una rogatoria per "completare la documentazione allegata alla domanda di voluntary disclosure" presentata "dall’avvocato Attilio Fontana", presidente della Lombardia, per
 "approfondire alcuni movimenti finanziari"

Autoriciclaggio e falsa dichiarazione in voluntary disclosure. Sono le ipotesi di reato con cui la Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana. Contestualmente, i pm hanno chiesto una rogatoria in Svizzera sul conto corrente bancario del presidente lombardo, spiegando alle autorità elvetiche di voler “completare la documentazione allegata alla domanda di voluntary disclosure del 2016” presentata “dall’avvocato Attilio Fontana“, presidente della Lombardia, per “approfondire alcuni movimenti finanziari”. A darne notizia della rogatoria è stato il procuratore Francesco Greco, con un comunicato stampa in cui ha spiegato come la difesa del governatore si sia “oggi dichiarata disponibile a fornire ogni chiarimento” anche con produzione di documenti o “presentazione spontanea dell’assistito”. Al centro della tranche di indagine emersa col caso ‘camici’ ci sono i 5,3 milioni di euro su un conto svizzero scudati nel 2015 dal politico varesino, già indagato per frode in pubbliche forniture sul caso ‘camici’. La richiesta di assistenza giudiziaria si è resa necessaria in quanto ci sarebbero flussi non chiari e mancherebbero alcuni documenti per avere tutte le spiegazioni possibili su alcune movimentazioni.

Era dall’estate scorsa che i pm di Milano indagavano sul conto legato a un trust costituito nel 2005 alle Bahamas dalla madre del presidente lombardo, sul quale era confluito il patrimonio di un precedente trust, datato 1997 e sempre con sede a Nassau. Denaro, oltre 5 milioni di euro, che era stato “scudato” e arrivato nel suo deposito in Svizzera. Un tesoretto che era finito all’estero, a dire del governatore, che certamente non poteva essere frutto di un reato. L’affaire del trust era emerso durante gli accertamenti dell’inchiesta sul caso dei camici in Lombardia in cui Fontana è indagato per frode in pubbliche forniture. Mentre il cognato del presidente Andrea Dini, che controlla la società Dama, e Filippo Bongiovanni, dg di Aria sono indagati anche di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente). Nel mezzo dei primi mesi dell’emergenza coronavirus era esploso il caso dei 75mila camici e altri dispositivi di protezione individuale per oltre mezzo milione di euro acquistati dalla società Dama dalla Regione Lombardia. 
Operazione che era stata trasformata in corso d’opera in donazione.

Il cuore dell’inchiesta riguardava la fornitura con tutte le sue anomalie, ma la procura aveva puntato l’attenzione sul conto in Svizzera con depositati 5,3 milioni del presidente della Lombardia. L’esistenza del patrimonio milionario detenuto alla Ubs di Lugano (Fontana è stato multato dall’Anac per aver omesso la dichiarazione dello stato patrimoniale relativa al 2016, quando era ancora sindaco di Varese) era emersa proprio perché dal conto elvetico di Fontana sarebbe dovuto partire il bonifico di 250mila euro, poi bloccato in quanto operazione sospetta dall’Uif della Banca d’Italia, a titolo di risarcimento al cognato per il mancato profitto derivato dalla trasformazione della fornitura in donazione. I pm hanno quindi ricostruito, in base alla documentazione che la Guardia di Finanza, ha raccolto le movimentazioni di quel conto che non sarebbe stato dormiente e mettere a fuoco le entrate e le uscite registrate negli ultimi anni in particolare nel periodo precedente 
sua regolarizzazione con la voluntary disclosure.

Dopo la notizia delle accuse nei confronti di Fontana, gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, legali del governatore, hanno diramato una nota stampa con la loro versione dei fatti: “Il comunicato della Procura della Repubblica dà conto della volontà del presidente Fontana di non lasciare ombra alcuna in ordine alla procedura della Voluntary, su cui i magistrati intendono fare chiarezza definitiva“. Anche le opposizioni in consiglio regionale, tuttavia, hanno detto la loro sulla vicenda, definita “l’ennesimo duro colpo inferto dal centrodestra a trazione leghista all’onore e alla reputazione di questa regione”. È questo il giudizio del capogruppo del M5s Massimo De Rosa, convinto che “l’orgoglio dei cittadini lombardi è ancora una volta umiliato dalle difficoltà di questa Giunta, il cui mandato è scandito quotidianamente da scandali, errori e disagi per la popolazione. Riteniamo che il governatore Fontana – ha concluso – debba intervenire al più presto in Aula per chiarire al Consiglio 
Regionale la propria posizione”.




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lunedì 29 marzo 2021

Salvini , Apriamo Tutto ma Non Vaccina gli Anziani

Salvini ,  Apriamo Tutto ma Non Vaccina gli Anziani



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Ma Non Vaccina gli Anziani
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Decapitazioni in piazza, attivisti frustati, civili bombardati

Decapitazioni in piazza, attivisti frustati, civili bombardati


 Ecco l’Arabia Saudita di Renzi “culla del Rinascimento”

Qualche giorno fa, il leader di Italia Viva Matteo Renzi è volato in Arabia Saudita, dove ha partecipato al panel “Il Futuro di Riad”, della Future Investement Initiative, l’iniziativa rinominata la ‘Davos del deserto’. Un vertice internazionale organizzato a partire dal 2017 dal principe erede saudita Mohammed bin Salman per attrarre investimenti stranieri nel Golfo. Il dialogo tra lui e Renzi è stato trasmesso in video nella seconda e ultima giornata della conferenza, a cui hanno partecipato 150 relatori, tra cui David Solomon, ceo di Goldman Sachs, Stephen Schwarzman, direttore del fondo di investimento Blackstone e Larry Fink, ceo della società americana Blackrock.



Renzi nel suo intervento ha sostenuto che “l’Arabia Saudita è il luogo del nuovo Rinascimento”. Un Rinascimento che somiglia molto a un Medioevo. Tornando indietro nel tempo, ma neanche troppo, si può capire come stiano davvero le cose nel Paese. Sei anni fa, il 9 gennaio 2015, Raif Badawi, blogger, attivista e fondatore del sito “Liberali sauditi”, riceveva le prime 50 frustate di una pena che ne prevedeva ben mille. Tutto accadeva nella pubblica piazza di fronte alla moschea al Jafali, Gedda era piena di gente. Il blogger era stato condannato per dei semplici post pubblicati sui social, accusati di “offendere l’Islam”. Raif Badawi è tuttora in carcere.


L’ipocrisia sull’emancipazione femminile
Il 28 dicembre scorso, l’attivista saudita per i diritti delle donne Loujain al-Hathloul è stata condannata a cinque anni e otto mesi di carcere, al termine di un processo iniquo celebrato dal Tribunale penale speciale, che si occupa di casi di terrorismo. Loujain è stata giudicata colpevole di “spionaggio per potenze straniere” e “cospirazione contro il regno” saudita, solo per aver promosso i diritti delle donne e aver chiesto e ottenuto la fine del sistema del guardiano maschile, deputato a presiedere su ogni aspetto della vita delle donne della sua famiglia.


Loujain è in carcere in Arabia Saudita solo perché è stata tra le prime donne a mettersi alla guida di un’automobile. Insieme ad altre difensore dei diritti umani, Loujain stava conducendo una campagna pacifica per il diritto alla guida, per porre fine al sistema di tutela maschile e per la giustizia e l’uguaglianza delle donne in Arabia Saudita. Tre mesi dopo il suo arresto, altre donne difensore dei diritti umani sono state arrestate.

L’inganno del G20
A novembre 2020, l’Arabia Saudita ha ospitato il vertice del gruppo G20. Assumendone la presidenza, le autorità saudite hanno pubblicizzato tutta una serie di iniziative sulle opportunità di lavoro per le donne e hanno dichiarato che l’agenda del vertice è “fortemente orientata” verso l’emancipazione delle donne e delle ragazze. Tutto ciò, nonostante il fatto che le attiviste che hanno promosso le campagne per i diritti delle donne soffrano in carcere o siano sotto processo.


Oltre Loujain al-Hathloul, ci sono Nassima al-Sada, Samar Badawi, Maya’a al-Zahrani e Nouf Abdulaziz che hanno condotto campagne per i diritti delle donne, tra cui quelle per il diritto alla guida e per la fine del repressivo sistema di tutela maschile. E mentre l’Arabia Saudita si serve delle recenti riforme come l’allentamento delle restrizioni sociali e l’aver svincolato il sistema di tutela maschile dall’approvazione del tribunale per farsi pubblicità,
 le attiviste per i diritti delle donne restano in carcere.


Pena di morte
Nel 2019 in Arabia Saudita si è registrato un numero record di esecuzioni, nonostante le cifre in calo a livello mondiale. In quell’anno sono state effettuate ben 184 condanne a morte – sei donne e 178 uomini – la cifra più alta mai registrato dall’ong Amnesty International nel paese durante un solo anno. Tra queste poco più della metà erano cittadini stranieri. Nel 2018 si sono registrate 149 esecuzioni. Solo nel 2020 c’è stata un’inversione di tendenza: le condanne a morte eseguite sono state 27, l’85% in meno del 2019. Secondo l’organizzazione non governativa Reprieve ci sono ancora 80 persone a rischio di essere condannate a morte in Arabia Saudita e molti sono attivisti per i diritti umani a cui non sono stati garantiti processi equi.

La maggior parte delle esecuzioni sono per crimini legati agli stupefacenti e omicidio. Amnesty International ha però documentato un maggiore ricorso alla pena di morte come arma politica contro i dissidenti appartenenti alla minoranza musulmana sciita. Il 23 aprile 2019, si è tenuta un’esecuzione di massa di 37 persone, di cui 32 uomini sciiti condannati per “terrorismo” dopo processi basati su “confessioni” ottenute sotto tortura. Una delle persone messe a morte il 23 aprile era Hussein al-Mossalem, che mentre era detenuto in isolamento aveva subito ferite multiple incluso il naso rotto, una frattura alla clavicola e a una gamba, ed è stato anche picchiato con manganelli elettrici oltre ad aver subito altre forme di tortura.

“La pena di morte viene eseguita normalmente con decapitazione in pubblica piazza ed è prevista per molti reati”, spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Alcuni dei quali sono mascherati da terrorismo, ma riguardano attività del tutto lecite. Nonostante una recente decisione di non mettere a morte minorenni al momento del reato, ce ne sono almeno tre condannati per terrorismo per aver preso parte a delle manifestazioni”.


Jamal Khashoggi
Mohammed bin Salman è l’erede al trono dell’Arabia Saudita, su cui siede attualmente il re Salman bin Abdulaziz Al Saud. MBS, com’è conosciuto colloquialmente, è ministro della Difesa dal 2015 e dal 2017 è principe ereditario nonché vice primo ministro. È lui la mente di Saudi Vision 2030, una serie di riforme che hanno come obiettivo quello di ristrutturare e rendere sostenibile il sistema economico del Paese. L’obiettivo è quello di renderlo meno dipendente dalle esportazioni petrolifere.

Per fare ciò, il principe erede saudita ha anche stretto accordi con gli organizzatori di grandi eventi internazionali (come la Dakar, la gara off-road più importante al mondo) e con la stessa Lega Serie A di calcio, che ha organizzato due edizioni della Supercoppa Italiana in terra saudita. La prima si è giocata a Jeddah nel gennaio 2019, la seconda a Riad nel dicembre dello stesso anno.

Il principe ereditario al trono Mohammed Bin Salman vuole modificare l’immagine del suo Paese come bastione dell’ultraconservatorismo, dove c’è poco se non nessuno spazio per la libertà di espressione e la difesa dei diritti umani.


Sul rispetto delle libertà civili e del dissenso, l’era Trump è stata un salvacondotto per bin Salman. L’omicidio nel 2018 di uno dei principali dissidenti sauditi all’estero, il giornalista Jamal Khashoggi – secondo la Cia e l’Onu l’assassinio è stato ordinato dal principe ereditario – ha suscitato una ondata di indignazione internazionale e ha affossato l’immagine di Bin Salman come giovane principe riformatore. Trump non aveva reagito al clamore internazionale. In un’intervista con il giornalista Bob Woodward aveva anche ammesso di aver in qualche modo protetto Bin Salman sul caso Khashoggi.

Il principe saudita è accusato invece di avere un ruolo determinante nell’assassinio di Jamal Khashoggi, giornalista noto per le sue posizioni contrarie a quello del principe ereditario. Khashoggi è morto ad Istanbul, in circostanze poco chiare, nell’ottobre 2018. Bin Salman è anche accusato inoltre di essere il mandante delle minacce nei confronti di Saad Al-Jabri, ex consigliere del Regno che dal 2017 è in esilio in Canada.

Proprio con il Canada, il Paese Saudita ha interrotto ogni tipo di relazione diplomatica nel 2018. Una decisione presa a seguito delle critiche espresse dalla ministra degli Esteri Chrystia Freeland sugli arresti degli attivisti Samar e Raif Badawi.


La guerra in Yemen
L’Arabia Saudita da anni è coinvolta in veste di una delle maggiori potenze nella guerra civile in corso da cinque anni in Yemen. Con lei, anche l’Iran a giocare un ruolo determinante nel conflitto. Il blocco del rifornimento di medicinali che periodicamente si verifica ha portato 7 milioni di yemeniti alla morte con un’epidemia di colera che nel 2017 ha provocato 2.000 morti. La guerra civile nello Yemen ha causato oltre 230 mila vittime e una catastrofe umanitaria che coinvolge 22 milioni di persone.




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Bertolaso Scappa dalla Giornalista

 
Bertolaso Scappa dalla Giornalista


Una grande Tonia Cartolano sta intervistando Guido Bertolaso, incalzandolo su tutti i principali temi del fallimento Lombardia, dalle promesse fantasmagoriche al quart’ultimo posto sui vaccini, dal “modello Bertolaso” ai disastri di Aria, fino al tilt informatico di Cremona. 
Bertolaso, invece di spiegare ai cittadini 
per filo e per segno cosa (e perché) non ha funzionato,
 se la prende con chi chiede chiarezza. 
Infine, all’ennesima domanda scomoda e puntuale della giornalista
 in studio che gli chiede di rendere conto 
del numero bassissimo di anziani vaccinati, 
Bertolaso, stizzito, si alza e se ne va, sfugge al confronto, rifiuta di rispondere. 
Ecco quello che succede quando di fronte trovi una giornalista vera, che fa domande e non accetta in risposta slogan, promesse o supercazzole sulla pelle delle persone. 
Una grande lezione di giornalismo in diretta tv. 
Un pessimo esempio - l’ennesimo - su come gestire la cosa pubblica.



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Morta Imane Fadil, teste nel processo Ruby contro Berlusconi

Morta Imane Fadil, teste nel processo Ruby contro Berlusconi

"Mix di sostanze radioattive"

La ragazza era ricoverata in ospedale all'Humanitas, è deceduta il primo marzo. Il procuratore Greco: "Anomalie nella cartella clinica". Aveva detto al suo avvocato che temeva di essere stata avvelenata. Stava scrivendo un libro: acquisite nel fascicolo le bozze

E' morta per un "mix di sostanze radioattive" Imane Fadil, la modella testimone chiave nel processo Ruby Ter, sulle cosiddette cene eleganti ad Arcore, deceduta lo scorso 1 marzo. E' quanto è emerso dagli esiti degli esami tossicologici disposti lo scorso 26 febbraio dai medici dell'Humanitas di Rozzano ed effettuati in un centro specializzato di Pavia. Esiti arrivati il 6 marzo e trasmessi immediatamente dallo stesso ospedale alla Procura di Milano. Lo ha appreso l'Ansa da fonti qualificate. La 34enne era in ospedale, ricoverata da fine gennaio.

La procura di Milano ha aperto un'inchiesta per omicidio volontario sulla sua morte. Fonti della Procura, tuttavia, non confermano che Fadil sia morta per "sostanze radioattive". All'Agi, altre fonti qualificate, spiegano che la donna sarebbe stata esposta a sostanze che non si trovano in commercio, in quantità tale da escludere una contaminazione accidentale. 
Imane, che svelò il bunga bunga: "Avvelenata con il cobalto"



La stessa ragazza aveva raccontato al suo avvocato e a suo fratello di temere di essere stata avvelenata, la procura ha confermato: "Stiamo lavorando anche su questa ipotesi". A specificarlo è stato il procuratore capo Francesco Greco, che ha parlato di "calvario" della ragazza e di "diverse anomalie" nella sua cartella clinica da cui sarebbero emerse "sintomatologie da avvelenamento". Anche per questo, è stata disposta un'autopsia e il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che rappresenta l'accusa nel processo Ruby ter, ha aperto un'indagine nell'ambito
 della quale sono già stati sentiti diversi testimoni.  

Ruby Ter, lo sfogo della teste Imane Fadil: "Pago ancora oggi per aver detto la verità su Berlusconi"

A gennaio scorso Fadil, con le altre due testimoni Ambra Battilana e Chiara Danese era stata esclusa dal tribunale dalle parti civili. Stava scrivendo un libro, come racconta anche nel video di Repubblica dell'ultima udienza del processo a cui ha partecipato: la Procura ha acquisito le bozze per capire cosa ci sia scritto. Da quanto è stato riferito, Fadil si è sentita mala a casa di un amico, presso cui viveva, a gennaio e poi il 29 di quel mese era stata ricoverata all'Humanitas di Rozzano, prima in terapia intensiva e poi in rianimazione. La giovane, già prima del ricovero, stando a quanto ha spiegato il procuratore Greco, accusava sintomi tipici da avvelenamento come mal di pancia, gonfiore e dolori al ventre. Durante l'agonia, la ragazza è rimasta "lucida e vigile" quasi fino alla fine. Mai nelle settimane in cui era stata ricoverata e nemmeno il giorno della morte, l'ospedale aveva comunicato alcunché alla magistratura. La morte per "un mix di sostanze radioattive" è stata certificata dagli esami tossicologici trasmessi dall'ospedale Humanitas in Procura il 6 marzo scorso, 
cinque giorni dopo la morte della donna.

Per questo nell'ambito dell'inchiesta coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano, verosimilmente per omicidio data l'ipotesi di avvelenamento, gli inquirenti dovranno sentire anche i medici che non sono riusciti a salvarla. Inoltre hanno disposto gli accertamenti sul sangue rilevato alla giovane modella durante il ricovero ospedaliero e l'acquisizione di oggetti personali. E' già stato anche sentito in procura il fratello, la persona con cui lei in questo ultimo periodo si sarebbe confidata. Secondo quanto ribadito da Greco, Imane Fadil quando si trovava in ospedale aveva detto al suo avvocato, ai parenti e ai suoi amici di temere di esser stata 'avvelenata'.

L'ospedale Humanitas ha fatto sapere che  "al decesso della paziente, il 1 marzo scorso, l’Autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica e della salma". Sempre dall'ospedale hanno poi aggiunto che Imane "è stata presa in carico da una équipe multidisciplinare che ha messo in campo ogni intervento clinico possibile per la cura e l’assistenza della paziente, compresi tutti gli approfondimenti diagnostici richiesti dai curanti".




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La Nave Ever Given Disincagliata


La Nave Ever Given Disincagliata

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Riprende la navigazione nel Canale di Suez

La nave portacontainer Ever Given, che con i suoi 400 metri ha fermato il traffico mondiale di merci per quasi una settimana, è stata 'liberata' grazie al lavoro di 10 enormi rimorchiatori e due draghe.

Non è stata una manovra semplice, ma la situazione si è finalmente sbloccata. La portacontainer Ever Given, che con i suoi 400 metri ha fermato il traffico mondiale di merci, è stata ‘liberata’. Così dopo sei giorni nel canale di Suez è ripresa la navigazione delle 321 navi in attesa dopo che il cargo si era incagliato sui fondali sabbiosi.

L’enorme imbarcazione ha iniziato a muoversi attorno alle 15. Questa mattina l’armatore aveva fatto sapere, dopo le prime manovre con l’ausilio di dieci rimorchiatori, che la nave non galleggiava ancora. Poi la svolta e il movimento tanto atteso. Le manovre sono state bloccate e sono riprese quando l’acqua è risalita all’altezza massima: questo ha permesso di spostare completamente la direzione della nave al centro della via marittima. La squadra di soccorso ha iniziato a trascinare il cargo, che ha quindi ripreso a muoversi con i suoi motori navigando a 1,5 nodi, verso il Grande Lago Amaro, un ampio specchio d’acqua a metà strada tra l’estremità nord e sud del canale di Suez, dove l’imbarcazione sarà sottoposta a un’ispezione tecnica.

L’Egitto rivendica di aver svolto la maggior parte del lavoro che ha portato al disincaglio della gigantesca portacontainer, arenatasi sui fondali sabbiosi di Suez. Dopo l’intervento del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi su Twitter, anche il presidente dell’Autorità del Canale di Suez (Sca) ha dichiarato che gli sforzi egiziani hanno rappresentato il 98 per cento di tutti quelli messi in atto per riportare a galla il cargo. Rabie ha spiegato che alle operazioni hanno partecipato 15 unità egiziane che appartengono alla Sca, inclusi 12 rimorchiatori e due draghe.

In mattinata Smit Salvage, la società olandese che ha partecipato al disincaglio della Ever Given, ha affermato che la parte più dura dell’operazione doveva ancora venire. “La buona notizia è che la poppa della nave è libera, ma questa è secondo noi la parte più semplice: la sfida resta liberare la parte davanti della nave”, aveva spiegato il direttore esecutivo della Royal Boskalis, casa madre di Smit Salvage, alla radio pubblica olandese. Attorno alle 15.15, ora italiana, la situazione si è definitivamente sbloccata.





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venerdì 26 marzo 2021

Covid-19, teenager rifiuta 8 milioni di dollari

Covid-19, teenager rifiuta 8 milioni di dollari



Inventa sito mondiale di tracciamento del Covid-19, 
teenager rifiuta 8 milioni di dollari: "Non voglio approfittare"

A 17enne è diventato famoso in tutto il mondo per il suo sito di tracciamento del Covid-19 e di aggiornamento in tempo reale della sua diffusione, creato già a dicembre 2019. Ma il business non è il suo mestiere. Per questo Avi Schiffmann, studente dello Stato di Washington, ha rifiutato 8 milioni di dollari che gli erano stati offerti in cambio della sua creatura (ncov2019.live), che oggi conta 30 milioni di utenti giornalieri. "Non voglio approfittarne", ha dichiarato. Dopo aver detto no anche a un posto alla Microsoft e a una pioggia di investimenti pubblicitari.

"Ho solo 17 anni, non mi servono 8 milioni di dollari, non voglio diventare uno speculatore", ha dichiarato il 17enne alla stampa. "Molti mi dicono che rimpiangerò questa decisione, ma ho altri piani per il futuro", ha aggiunto. 

Da quando il suo sito è online, oltre 700 milioni di utenti unici lo hanno visitato. E invece che affidarsi alle entrate pubblicitarie, Schiffmann ha preferito aprire una sottoscrizione volontaria, pur di mantenere la sua autonomia.




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Lo Schiaffo di Obama a Trump

 
Lo Schiaffo di Obama a Trump


Discorso per i diplomandi della classe del 2020: 
via Internet, causa coronavirus. 
Ecco il testo integrale

di BARACK OBAMA

Non potrei essere più orgoglioso di tutti voi della classe dei diplomandi del 2020 - così come degli insegnanti,  degli istruttori, e soprattutto dei genitori 
e delle famiglie che vi hanno guidato lungo il cammino.

Oggi ottenere un diploma è un grande risultato in ogni circostanza. Alcuni di voi hanno dovuto superare gravi ostacoli lungo il percorso, sia che si trattasse di una malattia, di un genitore che ha perso il lavoro, o del fatto di vivere in un quartiere dove troppo spesso si viene esclusi. Oltre alle solite sfide legate alla crescita, tutti voi avete dovuto affrontare le pressioni ulteriori dei social media, i resoconti allarmanti di sparatorie nelle scuole e lo spettro del cambiamento climatico. E poi, proprio mentre stavate per festeggiare il traguardo raggiunto, proprio mentre non vedevate l'ora di partecipare alle serate e ai balli di fine anno, alle cerimonie di consegna dei diplomi   e, diciamocelo pure,  a una gran quantità di altre feste, il mondo è stato messo sottosopra da una pandemia globale. E per quanto sono sicuro che amiate i vostri genitori, scommetto che essere bloccati a casa con loro e passare il tempo a giocare a giochi da tavolo o a guardare Tiger King in TV non è esattamente quel che  vi eravate immaginati negli ultimi mesi del vostro ultimo anno di studi.
 
Ora, voglio dirvi sinceramente che le delusioni di non poter partecipare a cerimonie di proclamazione dal vivo passeranno in fretta. Non ricordo molto del mio diploma di scuola superiore. So che non dover stare seduto ad ascoltare un discorso inaugurale non è poi così male - il mio di solito va avanti troppo a lungo. Inoltre, non sono molte le persone che stanno bene con quei cappelli di circostanza, specialmente se hai le orecchie grandi come le mie. Avrete un sacco di tempo per raggiungere i vostri amici una volta che la crisi sanitaria che stiamo attraversando sarà passata.
 
Ma resta il fatto, innegabile, che il vostro  diploma segna il vostro passaggio all'età adulta - il momento in cui iniziate a prendere in mano la vostra vita. È il momento in cui potrete decidere cosa è importante per voi: il tipo di carriera che vorrete intraprendere. Con chi vorrete costruire una famiglia. I valori con cui vorrete vivere. E data la situazione attuale del mondo, questo può mettere un po' di paura.

Se avevate programmato di andare all'università, di essere accompagnati in un campus in autunno, questa non è più una certezza. Se avevate intenzione di lavorare mentre andavate a scuola, trovare quel primo lavoro sarà più difficile. Anche le famiglie relativamente benestanti sono alle prese con una grande incertezza. Quelle che prima erano in difficoltà adesso sono appese a un filo.
 
Tutto questo significa che dovrete crescere più velocemente di altre generazioni. Questa pandemia ha scosso lo status quo e ha messo in luce molti dei problemi profondi  del nostro Paese: dalle forti disuguaglianze economiche alle persistenti disparità razziali e alla mancanza di assistenza sanitaria di base per le persone che ne hanno bisogno. Ha risvegliato in molti giovani la consapevolezza del fatto che i vecchi modi di fare le cose non funzionano e basta; che non importa quanti soldi si guadagnano se tutti quelli che ci circondano sono affamati e malati; e che la nostra società e la nostra democrazia funzionano solo quando pensiamo non solo a noi stessi, ma anche gli uni agli altri.
 
Si è alzato inoltre il sipario su un'altra dura verità, qualcosa che tutti noi dobbiamo alla fine accettare una volta che la nostra infanzia è giunta al termine. Tutti quegli adulti che voi pensavate fossero al comando e sapessero cosa stavano facendo, a quanto pare non hanno tutte le risposte ai problemi. Molti di loro non si pongono nemmeno le domande giuste. Quindi, se il mondo migliorerà, dipenderà da voi.
 
Questa consapevolezza può mettere un po' di timore.  Ma io spero che possa essere anche stimolante. Con tutte le sfide che il nostro Paese deve affrontare in questo momento, nessuno può dirti "sei troppo giovane per capire" o "si è sempre fatto  così". Perché con così tanta incertezza, con tutto quel che viene rimesso improvvisamente in discussione, questo è il mondo che la vostra generazione si ritroverà a dover plasmare. Io ormai sono uno della vecchia generazione e non vi dirò cosa fare di questo potere che sta nelle vostre mani. Ma vi lascio con tre brevi consigli.
 
Primo, non abbiate paura. L'America ha già attraversato momenti difficili: la schiavitù, la guerra civile, la carestia, le malattie, la Grande Depressione e l'11 settembre. E ogni volta ne siamo usciti più forti, di solito perché una nuova generazione, giovani come voi, ha imparato dagli errori del passato e ha capito come migliorare le cose.
 
Secondo, fate quello che pensate sia giusto. Fare quello che si ha voglia di fare, quel che è comodo, facile: i bambini piccoli ragionano così. Sfortunatamente, anche molti cosiddetti adulti - inclusi alcuni che hanno  qualifiche prestigiose e lavori importanti - ragionano così, 
ed è per questo che le cose vanno così male. 

Spero che invece voi decidiate di  ispirarvi a valori duraturi come l'onestà, l'impegno, la responsabilità, la correttezza, la generosità, il rispetto per gli altri. Non ci riuscirete ogni volta, farete degli errori come tutti noi. Ma se ascoltate la verità che è dentro di voi, anche quando è difficile, anche quando è scomoda, gli altri  se ne accorgeranno. Volgeranno verso di voi la loro attenzione. E così  sarete parte della soluzione invece di essere parte del problema.
 
E infine, costruite una comunità. Nessuno fa grandi cose da solo. In questo momento, quando la gente ha paura, è facile essere cinici e dire: "voglio pensare solo a me stesso, o alla mia famiglia, o alle persone che mi assomigliano o pensano e pregano come me". Se vogliamo superare questi tempi difficili, se vogliamo creare un mondo in cui tutti abbiano la possibilità di trovare un lavoro e di permettersi di andare all'università, se vogliamo salvare l'ambiente e sconfiggere le future pandemie, allora dobbiamo farlo insieme. Quindi siate sensibili alle lotte degli altri. Difendete i diritti di tutti. Lasciatevi alle spalle tutti i vecchi modi di pensare che ci dividono - sessismo, pregiudizi razziali e sociali, avidità - e intraprendete una strada  diversa.
 
Quando avrete bisogno di aiuto, sappiate che  Michelle ed io abbiamo assegnato alla nostra Fondazione il compito di  fornire ai giovani come voi le competenze e il sostegno per guidare le vostre comunità e per mettervi in contatto con altri giovani leader in tutto il paese e nel mondo.
 
Ma la verità è che non avrete bisogno di noi per dirvi cosa fare.
 
Perché in tanti modi, avrete già iniziato a svolgere un ruolo di guida.
 
Congratulazioni, Classe 2020. Continuate a renderci orgogliosi.



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Milioni tolti ai malati per i sollazzi di Formigoni

Milioni tolti ai malati per i sollazzi di Formigoni


Processo Maugeri, “70 milioni di euro tolti ai malati per i sollazzi di Formigoni”
Secondo il pm di Milano Laura Pedio dalle casse della Maugeri sarebbero usciti circa 61 milioni di euro tra il '97 e il 2011 e dalle casse del San Raffaele tra il 2005 e il 2006 altri nove milioni di euro. Tutti soldi che sarebbero confluiti sui conti e sulle società di Daccò e Simone, presunti collettori delle tangenti, i quali poi avrebbero garantito circa otto milioni di euro in benefit di lusso, tra cui vacanze, l’uso di yacht e finanziamenti per la campagna elettorale all’allora governatore lombardo Formigoni, l'acquisito di una villa in Sardegna.

leggi anche

Formigoni condannato a 5 anni e 10 mesi


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Lega e Fdi Sono Contro gli Italiani

Lega e Fdi Sono Contro gli Italiani

 in Europa continuano a lavorare contro gli Italiani

Non hanno votato per l'istituzione di un Recovery Fund da 2000 Miliardi di euro, finanziato con risorse comunitarie, per sostenere il rilancio e la ripartenza economica dell’Italia e dell’Unione intera.

Per nascondere questa scelta folle e incomprensibile, assunta solo per compiacere i propri alleati sovranisti, Meloni prova a giocare in mala fede.

La risoluzione votata dal Parlamento europeo chiede che il Recovery Fund sia finanziato con l'emissione di Eurobond garantiti dal bilancio UE. Per questo, si ribadisce l'esigenza di rafforzare e ampliare il bilancio europeo, senza gravare però sui contributi degli Stati, già provati dalla crisi.

Qual è l'unico modo per farlo? Semplice: introdurre nuove risorse proprie europee, ossia nuovi e autonomi strumenti di finanziamento dell’Unione. Tra questi, una Web Tax, un'imposta sulle transazioni finanziarie, un contributo per la plastica e un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera. Misure da noi pienamente condivise.

Sarebbero queste le "tasse" cui si riferisce la Meloni? Basta bugie! In realtà è l'esatto contrario. Il Parlamento europeo ha proposto misure fiscali comunitarie proprio per evitare di istituire nuove tasse che gravino sulle risorse nazionali.

La verità è che il PD ha votato per non aumentare le tasse a famiglie e imprese italiane. Lega e Fdi no!

Come al solito. I sovranisti o non capiscono cosa votano, o sono distratti o sono in mala fede. L'unica certezza è che da loro gli interessi degli italiani vengono messi sempre all'ultimo posto."



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martedì 23 marzo 2021

I Condoni non sono un Aiuto

I Condoni non sono un Aiuto


Sono una istigazione a Continuare a Delinquere

Ho preso una multa. La guardo e mi chiedo La pago o non la pago? Perché dovrei 

pagarla  come ho sempre fatto,visto che i soliti furbetti saranno condonati x 

cartelle tra il 2000 e il 2015.Non c'era il #COVID19 in quel periodo. Perchè non 

hanno pagato allora? Perchè non guardare alle fasce di reddito? Ditemi che ho 

capito male e non è così.È una proposta della Lega, di Salvini. Perchè non 

condonare i debiti di chi è in difficoltà adesso?

In questa pandemia non tutti hanno avuto danni o gli stessi danni. Un 

supermercato per esempio ha lavorato ogni giorno, una farmacia pure un 

panettiere anche un gommista uguale, un ferramenta eccetera eccetera eccetera.
Per non dire dei dipendenti pubblici, o i milioni che hanno mantenuto il posto di 
lavoro privato e quindi lo stipendio.
Perché fare un ennesimo condono di cartelle esattoriali 
per tutti dal 2000 al 2015 ?

Perché in questo Paese chi ha il pelo sullo stomaco di non pagare quello che 

deve, di fare ricorso se viene beccato, di appellarsi alla eventuale sentenza 

negativa si vede poi, dopo una decina d’anni, sempre gratificato con un forfait o 

con un colpo di spugna, mentre chi fa il proprio dovere pagando la multa lo stesso 

giorno che la riceve deve passare per fesso?
Come si pretende di abbattere le vergognose tasse che tutto compreso possono 

arrivare al 60% nella busta paga dei dipendenti “ricchi” perché portano a casa 

3000 euro al mese, se si rinuncia a far pagare il dovuto a tutti?

E se proprio si voleva fare un regalo Pasquale a questi milioni di “renitenti al fisco” 

e ai doveri sociali, perché contestualmente non si sono assunti un migliaio di nuovi 

ispettori delle Entrate in grado di stanare chi evade? Chi li pagherà nei prossimi 

anni gli scostamenti di bilancio, leggi deficit per centinaia di miliardi che stiamo 

facendo in questi mesi? Quanto aumenterà ancora la pressione fiscale sulle 

spalle di chi le tasse le paga per dovere o perché non può evaderle, avendo la 

busta paga o la pensione?

I condoni non sono un aiuto, se chi se ne avvantaggia non ne ha bisogno perché 

ha un reddito: sono una istigazione a continuare a delinquere.




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Sono della Lega le Regioni Più Incompetenti

Sono della Lega le Regioni Più Incompetenti


Tutte le regioni a trazione leghista quelle sotto la media nazionale delle 

somministrazioni di dosi. Draghi vuole una rapida accelerazione.

eri la Gran Bretagna ha sfondato una media di 750mila vaccini al giorno, un balzo 

rispetto alla settimana prima di oltre 240mila fiale al giorno. L’Italia arranca a meno 

di un terzo delle somministrazioni, la macchina annaspa, sia pure con situazioni 

diverse tra Regione e Regione, tra virtuosi e ritardatari, e gli approvvigionamenti 

sono una rincorsa con la quale si arriva sempre con il fiato corto.

Sono queste le criticità che hanno spinto Mario Draghi a convocare in mattinata i 

vertici di quella architettura che nelle sue intenzioni dovrebbero dare una spinta 

decisiva alla macchina italiana. Due ore di incontro con il commissario 

straordinario all’emergenza, generale Paolo Figliuolo, e con il capo della 

Protezione civile, Fabrizio Curcio. “I dati del Regno Unito, solo 17 decessi oggi, ci 

testimoniano che il vaccino è la soluzione, e che bisogna darsi una mossa”, 

spiega chi sta lavorando al dossier.

Quota 500mila somministrazioni, là dove Figliuolo ha fissato l’asticella, sembra 

ancora lontanissima. “Entro fine mese finiremo le scorte”, dice Attilio Fontana nel 

tentativo di mettere una toppa al caos che ha investito la macchina delle 

prenotazioni in Lombardia. Il ritardo della consegna è un dato di fatto, e Draghi si è 

voluto sincerare del quadro della situazione. Entro domani, ha assicurato il 

commissario straordinario, verranno consegnate circa un milione di dosi della 

Pfizer, pronte a essere smistate in oltre 200 strutture sanitarie. Preoccupa la 

consegna nel medio periodo, ma intanto il governo vuole assicurarsi che tutti i 

luoghi di somministrazione non si debbano trovare nella situazione di mandare a 

casa chi è prenotato e in coda.

Difficile che il problema si ponga senza una robusta accelerata nelle 

somministrazioni. Sul tavolo del premier sono stati squadernati i dati delle singole 

Regioni. In alcune le cose procedono speditamente, altre arrancano. Per questo 

Draghi ha voluto fare il punto anche con la ministra degli Affari regionali, 

Mariastella Gelmini per capire quali possano essere le soluzioni attraverso le quali 

il governo possa aiutare le operazioni là dove si sono inceppate. 

Un giro di ricognizione generale, al quale faranno seguito alcune ipotesi di lavoro 

e una decisione finale nei prossimi giorni. Di certo in ballo c’è un ulteriore 

rafforzamento del ruolo dell’esercito sia nella logistica sia nella somministrazione, 

e task force mirate messe in campo dalla Protezione civile per rinforzare i territori 

in difficoltà.

A prendere i dati del governo aggiornati alle 15.31 di lunedì, le dosi rimaste in 

freezer sono quasi 1 su 5. La media nazionale delle somministrazioni è ferma 

all’82,4% rispetto al totale di quelle consegnate. Matteo Salvini plaude alla 

decisione di Fontana, che ha chiesto l’azzeramento dei vertici dell’azienda 

sanitaria regionale dopo il tilt delle prenotazioni andato in scena nell’ultimo fine 

settimana. “La percentuale di chi ha ricevuto una dose degli over 80 che hanno 

aderito, circa 600mila, supera di gran lunga il 50 per cento, in linea con ciò che 

accade nel resto del Paese”, si è difeso il presidente lombardo, sottolineando 

come lo scorso sabato “in tutta Italia sabato sono state inoculate 120mila dosi, di 

cui 30mila nella sola Lombardia”.

Il dato di fatto è che le Regioni che si collocano sotto la media nazionale sono 

tutte amministrate dalla Lega o da governatori vicini al Carroccio. Fanalino di coda 

la Sardegna dell’indipendentista Michele Solinas, eletto grazie all’accordo con le 

camicie verdi, solo il 70,5% di dosi somministrate. Non va molto meglio nella 

Liguria di Giovanni Toti, ex forzista e considerato “amico” dal quartier generale di 

via Bellerio. Le altre 5 in ritardo sono tutte amministrate da leghisti: la Calabria di 

Nino Spirlì (71,5%), la Lombardia (78,3%), il Veneto di Luca Zaia (80,1%), 

l’Umbria di Donatella Tesei (81,6%) e il Friuli Venezia Giulia di Massimiliano 

Fedriga, che più si avvicina al dato complessivo pur rimanendo sotto (82%).

I collaboratori di Draghi assicurano che il problema non viene e non verrà trattato 

politicamente, perché l’obiettivo è comune e la salute delle persone non deve 

prestarsi a speculazioni. Ma il dato non passa inosservato nel governo: “Un 

problema c’è ed è evidente”, spiega un esponente dell’esecutivo. Che continua: 

“Vista la situazione di polemiche è inutile farne, ma non ci si può nascondere 

dietro un dito”. Un tramestio che sfiora appena l’ufficio di Draghi, per il quale il 

problema da risolvere rimane sempre e solo uno: arrivare nel più breve tempo 

possibile a mezzo milione di vaccini al giorno.




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Chiediamo le dimissioni del Senatore Renzi

Chiediamo le dimissioni del Senatore Renzi



1- Non c'è disciplina né onore ad aprire una crisi e far cadere un governo, 

approfittando di una pandemia e di una emergenza economico/sociale, per oscuri 

motivi personali.

Quali?

- Mettere mano alla distribuzione dei 209 miliardi del Recovery Plain per 

avvantaggiare se stesso e le forze economiche che lo sostengono e lo dirigono?

- Mettere mano alla giustizia e piegarla ai propri bisogni (es. ripristino della 

prescrizione) dal momento che si è indagati per fondi illeciti, il proprio padre 

rinviato a giudizio, un caro amico condannato (Verdini) e occorre tutelare gli altri 

amici da eventuali guai giudiziari?

2 - Non c'è disciplina né onore, nel pieno della stessa crisi di governo, pur 

essendo senatore e membro della Commissione Affari Esteri, andare in Arabia 

Saudita privatamente per ricevere 80 mila euro, equiparando il Rinascimento 

italiano allo sviluppo economico arabo e omaggiare un dittatore sanguinario 

accusato di essere il mandante dell'omicidio di Khashoggi.

3 - Non c'è disciplina né onore, dopo tale visita (in cui si è elogiato il basso costo 

del lavoro), tornare nel proprio paese a parlare di diritti, rispetto della Costituzione 

e difesa della democrazia.

4 - Non c'è disciplina né onore ad aver autorizzato, quando si era premier, 

l'esportazione di bombe costruite in Italia, a favore degli amici sauditi. Con queste 

bombe l' Arabia Saudita ha colpito la popolazione civile dello Yemen commettendo 

crimini di guerra.

5 - Non c'è disciplina né onore nell'essere a conoscenza di segreti di Stato e fare 

il lobbysta con altri Stati che hanno interessi strategici in Italia e 

contemporaneamente cercare di controllare la cyber security.

6 - Non c'è disciplina né onore, quando si era premier, promuovere leggi ed 

accordi a favore delle lobby del cemento, delle armi e del petrolio (es. Sblocca 

italia, referendum trivelle), farsi suggerire le riforme da Confindustria (es. 

eliminazione art. 18, possibilità licenziamento, jobs act ) oltrechè dalle banche e 

dalla finanza (es. riforma banche popolari, scudo fiscale) ed essere il 

rappresentante politico del maggior partito di sinistra che dovrebbe tutelare il bene 

comune, gli interessi dei lavoratori, i salari, l'occupazione e una redistribuzione più 

equa del reddito.

7- Non c'è disciplina né onore, quando si era premier, occupare con i propri 

fedelissimi ruoli apicali del governo, cercare di modificare la Costituzione (es. 

referendum) per accentrare il potere in un esecutivo autoreferenziale e poco 

trasparente, riducendo così i livelli di democrazia ed, ex post, accusare Conte di 

“vulnus alla democrazia” per il solo fatto che Conte cercava di applicare le 

direttive europee al fine di evitare corruzioni e dispersioni nell'utilizzo dei soldi del 

Recovery.

8- Non c'è disciplina né onore nel mentire in modo sistematico :“se perdo il 

referendum lascio la politica” o “l'attuale crisi di governo è stata provocata da altri” 

oppure , dopo aver tagliato miliardi alla sanità, dire “il governo è colpevole dei tanti 

morti di Covid”. Così come nel tradire in modo seriale : “Letta stai sereno”, uscire 

dal Pd e fondare Italia Viva portandosi via due ministre appena elette con il Pd, 

stare al governo e fare il gioco dell' opposizione.

 

Non c'è disciplina né onore ma non c'è neppure dignità, né senso dello Stato, né 

rispetto per la Costituzione e la popolazione italiana.

In aggiunta, il manifesto disprezzo verso le sofferenze della popolazione, i 

comportamenti che disonorano l'Italia e che antepongono i propri interessi 

personali al bene del paese, fanno sì che noi cittadini onesti non possiamo essere 

rappresentati da una simile persona, non possiamo accettare che questi ricopra 

ancora un ruolo nel governo.

Noi cittadini onesti non vogliamo più pagare con le nostre tasse lo stipendio al 

senatore Matteo Renzi.

FIRMA QUì :  https://www.change.org/p/sergio-mattarella-chiediamo-le-

dimissioni-del-senatore-renzi?

recruiter=322918450&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_

campaign=psf_combo_share_initial&utm_term=psf_combo_share_initial&recruite

d_by_id=dba64c20-bc81-11e5-8e15-89d308ada02a&utm_content=fht-

27411952-it-it%3A3



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Tutti gli Errori di Mussolini

Tutti gli Errori di Mussolini


E la marcia su Roma;
e l'assalto di Palazzo d'Accursio;
e l'olio di ricino;
e il confino per oppositori politici, 
intellettuali, slavi e omosessuali;
e lo squadrismo;
e le redazioni dei giornali date alle fiamme;
e la soppressione della libertà di stampa;
e il certificato di "buona condotta politica" 
per potersi iscrivere all'Ordine dei giornalisti;
e le leggi razziali;
e i campi di concentramento;
e la deportazione degli ebrei;
e le spedizioni contro le camere del lavoro, le case del popolo e le leghe agrarie;
e l'assassinio di Giacomo Matteotti;
e l'omicidio dei Fratelli Rosselli;
e la prigionia di Antonio Gramsci;
e i pestaggi su Piero Gobetti e Giovanni Amendola;
e la persecuzione di militanti, parlamentari, 
dirigenti comunisti, socialisti, azionisti, 
popolari, repubblicani, liberali;
e l'istituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato;
e l'introduzione della pena di morte per gli oppositori politici;
e il progetto totalitarista;
e il controllo dei testi scolastici;
e il giuramento di fedeltà al regime imposto agli insegnanti;
e l'abolizione dei sindacati;
e l'abolizione del diritto di sciopero;
e la soppressione del Parlamento;
e l'eliminazione dei partiti politici (eccetto uno);
e la Camera dei fasci e delle corporazioni;
e il Gran Consiglio del fascismo;
e l'invasione della Grecia;
e l'invasione dell'Albania;
e l'invasione della Jugoslavia;
e l'uso delle armi chimiche in Etiopia;
e i 12.000 cirenaici giustiziati;
e i 30.000 civili bruciati vivi, impiccati, ammazzati di botte, 
fucilati nel massacro di Addis Abeba;
e la deportazione nei campi di concentramento
 di migliaia e migliaia di libici, eritrei, 
somali, etiopi;
e la strage di Marzabotto;
e l'eccidio dei fratelli Cervi;
e l'eccidio di Sant'Anna;
e la Repubblica di Salò.
e la scampagnata in Russia: 220.000 morti.
L'Abolizione del suffragio universale.
Allearsi con Hitler .
E molti altri che ora non Ricordo.




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giovedì 18 marzo 2021

Nasce la Coalizione per il Ponte sullo Stretto di Messina

Nasce la Coalizione per il Ponte sullo Stretto di Messina

Nasce la Coalizione per il Ponte sullo Stretto di Messina

Nasce la Coalizione per il Ponte sullo Stretto di Messina



Renziani si alleano a Lega e Berlusconi. 

M5s: “È il gruppo del cemento”

Italia viva insieme a Carroccio e Forza Italia in Parlamento per spingere la grande opera: "Un’alleanza finalizzata allo sviluppo infrastrutturale italiano partendo dal Meridione". La condanna dei 5 stelle: "Amarcord anni '80 e un segnale importante per il quadro politico italiano, poiché sancisce finalmente l’ingresso di Renzi nell’alleanza-calderone del centrodestra"


Dopo aver messo il Ponte sullo Stretto tra i motivi imprescindibili per cui far cadere il governo Conte 2, richiesta archiviata rapidamente davanti a Mario Draghi, Matteo Renzi e Italia viva hanno trovato in Parlamento gli alleati per portare avanti la loro proposta: Lega e Forza Italia. E’ nato infatti in queste ore l’intergruppo parlamentare dal nome “Ponte sullo Stretto. Rilancio e sviluppo italiano che parte dal Sud”. Contro l’iniziativa degli alleati di governo, sono intervenuti i senatori M5s in commissione Lavori pubblici: “Un’insistenza miope”, scrivono, “che sa davvero di amarcord anni ’80“. Continuano, “la baldanza dei tre partiti oggi è sfociata addirittura in un intergruppo parlamentare del cemento dedicato ad hoc a questo progetto”. E “di certo”, concludono, “è un segnale importante per il quadro politico italiano, poiché sancisce finalmente l’ingresso di Matteo Renzi nell’alleanza-calderone del centrodestra. Un habitat naturale sicuramente più congruo al suo partito”.

Nasce la Coalizione per il Ponte sullo Stretto di Messina




E dunque, oggi Italia Viva, Forza Italia e Lega lanciano
 l’intergruppo per riproporre il Ponte sullo Stretto.
Troppa transizione #ecologica, troppo #ambientalismo…
 #cèChiDiceNo#sinistraitaliana



Tra i promotori dell’iniziativa parlamentare ci sono appunto esponenti di Carroccio e Forza Italia, ma anche i parlamentari renziani. “Un’alleanza finalizzata allo sviluppo infrastrutturale italiano partendo dal Meridione che, capovolgendo il paradigma, è inteso come espressione di potenzialità socio-economiche”, si legge nella nota di presentazione. “Coinvolgendo diversi protagonisti della scena politica, caratterizzati da percorsi differenti ma animati da un’ambizione condivisa“. Questi i primi firmatari della proposta, per Italia Viva: Vono, Faraone, Magorno, Scoma, Sudano, Ungaro; per Forza Italia: Barboni, Barachini, Bartolozzi, Berardi, Caligiuri, Cannizzaro, Cesaro, D’Attis, Gallone, Giammanco, Mallegni, Mazzetti, Occhiuto, Papatheu, Paroli, Perosino, Prestigiacomo, Rizzotti, Russo, Schifani, Siclari, Siracusano, Sozzani; infine per la Lega: Furgiuele, Pagano, Pepe, Rixi, Rufa. “Nello spirito unitario che contraddistingue il governo Draghi“, scrivono i parlamentari, “come Italia Viva, Forza Italia e Lega abbiamo deciso di condividere questa attività per dare un sostegno concreto alla ripresa dell’economia in un periodo in cui le idee devono riacquistare valore al di là di ideologie per il buon governo dell’Italia”.



Contro Iv-Lega-Fi, si sono schierati i 5 stelle: “Il progetto pochi giorni fa è stato bollato nelle linee programmatiche come “fuori contesto” da Enrico Giovannini“, scrivono in una nota. “Il quale, lo ricordiamo, è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo di cui Lega, FI e IV fanno parte”. Il riferimento è all’intervento in audizione sul Recovery plan in questi giorni: il ministro ha rimandato qualsiasi valutazione a dopo che la commissione tecnica sul ponte sullo Stretto avrà diffuso il suo rapporto. E, il 9 marzo scorso a SkyTg24, sempre Giovannini ha precisato: “È certamente un tema a cui il dibattito pubblico tiene molto e proprio per questo bisogna essere molto precisi e rigorosi. Rispetto a 10 anni fa sono state prese in considerazione anche ipotesi alternative, perché la tecnologia nel frattempo è evoluta, ma per questo bisogna fare un ulteriore set di analisi”. Oggi i 5 stelle, dopo la notizia della nascita dell’intergruppo, hanno rilanciato: “Evidentemente per questi parlamentari l’opera, ritenuta fuori dalla storia addirittura qualche decennio fa, è la panacea di tutti i mali per i ritardi infrastrutturali del Sud. Poco importa se i collegamenti per Reggio Calabria siano ancora complicatissimi, e peggio ancora che merci e persone per raggiungere Messina debbano affrontare un autentico calvario da ogni punto della Sicilia. Ragionare in termini organici di un grande piano infrastrutturale per il Meridione, per questi partiti, è una perdita di tempo: basta costruire il ponte e il gioco è fatto. Come M5s riteniamo che per rilanciare il Sud Italia ci sia bisogno di pensare a progetti seri, fattibili e interconnessi. Una cattedrale nel deserto non risolve nulla“.

Proprio di “cattedrale nel deserto” oggi ha parlato la ministra per il Sud Mara Carfagna: rispondendo a una domanda sul Ponte sullo stretto, è stata molto più fredda dei suoi compagni di partito di Forza Italia. “Siamo consapevoli del fatto che c’è bisogno di occuparsi del potenziamento dell’alta velocità della Salerno Reggio Calabria, altrimenti il collegamento stabile rischia di apparire come una cattedrale nel deserto”, ha dichiarato in audizione nelle commissioni Bilancio e Politiche Ue di Camera e Senato. E, ha concluso, sull’effettiva possibilità di realizzare l’opera “mi riservo di esprimere la linea del governo quando effettivamente questo dossier avrà ricevuto gli approfondimenti necessari”.




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