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lunedì 24 maggio 2021

Stop Vitalizi ai Corrotti ed Evasori Fiscali

Stop Vitalizi ai Corrotti ed Evasori Fiscali


La Costituzione afferma che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Questo presupposto, troppo spesso dimenticato in Italia, è stato offeso dalla decisione della Commissione Contenziosa dell’Istituzione da Lei presieduta che prevede, a fronte del ricorso del condannato per corruzione Roberto Formigoni, l’annullamento erga omnes della delibera del Consiglio di Presidenza del Senato del 2015 che, in continuità con quanto previsto dalla legge Severino, aveva stabilito la cessazione dell’erogazione del vitalizio ai condannati per reati gravi.

Non sfugge ai cittadini che l’annullamento da parte dell’organo di giurisdizione interna del Senato di quella delibera varata dal Consiglio di presidenza della medesima istituzione comporta la ripresa del vitalizio non solo per i condannati per corruzione, ma anche per reati di mafia e terrorismo. Le chiediamo quindi di dare mandato all’Amministrazione per sollevare il doveroso conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato di fronte alla Corte Costituzionale; di ricorrere in appello al Consiglio di Garanzia; di porre il tema al Consiglio di Presidenza del Senato; nelle more, di sospendere l’esecutività della decisione della Commissione Contenziosa; e infine di farsi parte attiva affinché, in questo momento di grave difficoltà per tutti i cittadini italiani, anziché spendersi per i vitalizi, i senatori offrano un contributo di solidarietà sacrificando una parte delle loro indennità.

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mercoledì 19 maggio 2021

Chi disprezza i Gay nasconde tendenze Omosessuali



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Chi disprezza i Gay nasconde tendenze Omosessuali

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 lo dice la scienza


“L’odio nasce dalla paura”. 

E' una constatazione scientifica che potrebbe costringere gli omofobi
 a rimettersi in discussione con la Propria Sessualità.

Lo psicanalista Luciano Casolari sostiene che, in tema di sessualità, più gli schemi mentali sono rigidi, più gli “impulsi da nascondere” sono profondi.

Chi disprezza i Gay nasconde tendenze Omosessuali

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Chi disprezza i Gay nasconde tendenze Omosessuali

Chi disprezza i Gay nasconde tendenze Omosessuali



In altre parole, lo specialista osserva che coloro che provano una forte avversione nei confronti delle persone gay tendono ad avere impulsi omosessuali latenti più sviluppati 
di chi è privo schemi mentali rigidi.

Casolari racconta di essere partito da una constatazione: “Qualche anno fa un giovane fresco di laurea mi ha fatto notare che spesso in Italia chi si erge a difensore della famiglia tradizionale è separato ha figli fuori dal matrimonio e alcuni hanno anche una cattiva nomea. Viceversa, i propugnatori delle libertà sessuali e di convivenza hanno, frequentemente, delle famiglie tradizionali”.

Secondo lo psicanalista, parlare di “famiglia tradizionale” o “famiglia naturale” indica una percezione parziale della realtà, dal momento che la natura comprende diverse e variegate organizzazioni sociali, che vanno dal patriarcato al matriarcato, passando per la monogamia,
 la poligamia e le unioni con mono-sessuali.

Ergere a esempio di “naturale” una sola di queste possibili organizzazioni sociali, prosegue Casolari, è quindi sintomo di una visione parziale della realtà.

“Ritengo che chi vuole difendere la famiglia eterosessuale generatrice di figli, denigrando le altre forme di organizzazione sociale e familiare, forse lo faccia perché non ci crede del tutto. Se ci credesse veramente non avrebbe necessità di bollare gli altri come perversi e innaturali, ma si affiderebbe alla forza e alla bellezza dell’amore di coppia”.

Lo psicanalista cita poi Sigmun Freud, che affermava come, “di fronte a resistenze psicologiche molto elevate, si può ipotizzare l’esistenza di pulsioni consce o inconsce altrettanto forti”.

Uno studio portato avanti nel 2012 e pubblicato sulla rivista Live Science sembra confermare questa tesi: “Le persone che vivono in uno stato di negazione della propria orientazione sessuale, forse per via di genitori omofobi e autoritari, tendono a vedere le persone omosessuali come una minaccia”.







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Foggia, arrestato il sindaco leghista di Apricena

Foggia, arrestato il sindaco leghista di Apricena



 "Favoriva imprenditori amici per gli appalti"

Antonio Potenza, legato al partito di Salvini, ha stravinto le elezioni con oltre il 70 per cento dei voti. Tra gli arrestati imprenditori e amministratori

Avrebbe favorito un imprenditore nell'aggiudicazione delle gare pubbliche. Con queste accuse i militari della Guardia di Finanza di Foggia hanno arrestato e posto ai domiciliari il sindaco di Apricena, Antonio Potenza. Ai domiciliari sono finiti anche un amministratore e un noto imprenditore impegnato - secondo indiscrezioni - nel settore marmifero. Invece per altre 12 persone, tra  pubblici ufficiali e professionisti,  sono scattate le misure interdittive.

Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati contro la pubblica amministrazione, la “par condicio imprenditoriale”, la fede pubblica ed il patrimonio. Una inchiesta molto complessa,  iniziata alcuni mesi fa, svolta attraverso intercettazioni ambientali, intercettazioni telefoniche e pedinamenti.

Secondo gli investigatori il sindaco Potenza avrebbe favorito nell'aggiudicazione delle gare pubbliche l'imprenditore nonché suo amico. Nel corso delle indagini sono stati accertati reati di natura fiscale, fatturazione per operazioni inesistenti, false dichiarazioni di redditi. I militari avrebbero anche accertato un episodio di concussione.

Antonio Porenza è il primo sindaco leghista in Puglia. Ha da sempre militato in Forza Italia, poi dallo scorso anno ha aderito al partito del Carroccio. Alle ultime elezioni amministrative ha ottenuto il 71% delle preferenze battendo l'esponente del partito democratico Michele Lacci.

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la Lega al Sud è marcia come la vecchia Dc

la Lega al Sud è marcia come la vecchia Dc



Arata e Siri sono solo l’inizio: la Lega al Sud è marcia come la vecchia Dc (e come Forza Italia)
Salvini dovrebbe rizzare il pelo e le antenne sentendo anche solo pronunciare il nome del più importante latitante collegato a un suo uomo di partito. Invece preferisce schiantarsi contro la magistratura, proprio come faceva Berlusconi. Questa Lega non è nulla di nuovo.

Non c’è bisogno di metterci di mezzo la presunta mazzetta da 30 mila euro all’ex sottosegretario alle Infrastrutture leghista Armando Siri per ottenere un emendamento, poi mai approvato, sugli incentivi connessi al mini-eolico per valutare la gravità dell’arresto di Paolo Arata e del figlio Francesco, così come il coinvolgimento della Lega di Salvini, che lo aveva reso consulente per l’energia, ma soprattutto collettore elettorale per il sud. L’accusa di autoriciclaggio e di intestazione fittizia di beni, che i magistrati ritengono legati al socio occulto Vito Nicastri, e l’ombra diretta del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro bastano per raccontare l’odore che sta dietro a questa inchiesta. Un puzzo di compromesso che Salvini cerca accuratamente di evitare in nome del suo nuovismo di cui continua a professarsi portatore e che invece ha l’odore di Prima Repubblica, con tutti gli annessi e connessi della peggiore Democrazia Cristiana e della peggiore Forza Italia (che infatti, mica per niente, di quei voti al sud è stata svuotata).

Due cose stupiscono del caso Arata-Siri e di questa Lega che ha deciso di prendersi i voti del sud peggiore, quelli che hanno reso grande Silvio Berlusconi nei primi anni duemila - il famoso 61 a 0 in Sicilia contro la sinistra ve lo ricordate? Da una parte c’è l’indifferenza con cui il ministro dell’interno, che si professa tutto orgoglioso della propria battaglia contro le mafie, non parla di questa indagine, fingendo che non parlandone non esista, come un bambino sottovuoto che ha una visione del Paese ridotta alla propria camerata e che chiede davvero che la propria bolla social sia l’ambiente in cui si consuma la vita vera e soprattutto si esercita il dibattito.

Se il ministro dell’interno avesse voglia di essere davvero duro come finge di essere, dovrebbe alzare la voce, suonare l’allarme e aprire all’interno del proprio partito una nuova fase di valutazione del radicamento nei nuovi territori, chiedendo ai suoi di controllare rapporti e amicizie dei nuovi entrati sulla barca leghista. E invece vedrete che non farà niente

Il Salvini che si diverte a fare il bagno in piscina nella casa confiscata alla mafia - della cui confisca lui non ha alcun merito -, dovrebbe rizzare il pelo e le antenne sentendo anche solo pronunciare da un magistrato il nome del più importante latitante collegato a un suo uomo di partito, e invece (proprio come la peggiore Democrazia Cristiana e esattamente uguale all’atteggiamento del Cavaliere) preferisce schiantarsi contro la magistratura parlando a nuora perché suocera intenda. Del resto si sa bene che quei voti siciliani hanno bisogno di essere allevati con cura e tranquillizzati da accordi locali che vengano avallati dalle più alte sfere del partito con la solita vecchia scusa, nel caso, di fingere di non sapere, di non vedere e, nel caso, di parlare di colpe altrui scaricando la responsabilità politica.

E proprio in questo, nonostante la Lega si proponga - ancora? - di essere forza del Nord e soprattutto portatrice di una nuova era è quanto di più vecchio ci sia mai capitato di vedere. Vorrebbe essere il nuovo che avanza, e invece rimane un pessimo imitatore dei cimeli del passato: Salvini sta portando la Lega a essere il nuovo carrozzone che va a raschiare il fondo dei voti al sud rimasti orfani del Cavaliere, raccogliendo inevitabilmente (e consapevolmente) voti e rapporti marci, quelli che da sempre lavorano nel sottobosco politico per sfamare interessi personali più o meno criminali e quelli che più o meno direttamente alimentano gli interessi criminali.

Ora, se il ministro dell’interno avesse voglia di essere davvero duro come finge di essere, se volesse diventare quel paladino antimafia che simula in ogni suo comizio, dovrebbe alzare la voce, suonare l’allarme e aprire all’interno del proprio partito una nuova fase di valutazione del radicamento nei nuovi territori, chiedendo ai suoi di controllare rapporti e amicizie dei nuovi entrati sulla barca leghista. E invece vedrete che non farà niente. Non dirà niente, non succederà niente. Niente di niente.

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Triangolo delle Bermude, nuova ipotesi per l'enigma

Triangolo delle Bermude, nuova ipotesi per l'enigma


 'Bombe d'Aria' causate da nubi

POTREBBE esserci un esagono dietro al mistero del triangolo delle Bermuda. Fin dal 1800 il Triangolo, detto anche "delle Bermude" e "del Diavolo" a causa di un articolo apparso nel 1964, è entrato nell'immaginario collettivo come un'area maledetta. Lì, in quella zona dell'Oceano Atlantico incastrata fra Florida, Bermuda e Portorico, si stima che dal 1851 siano scomparse più di 8mila persone, con almeno 75 aerei precipitati o spariti e centinaia di navi 
di cui non si è mai conosciuto il reale destino.

L'ultimo episodio risale al 2015. Complici articoli e best seller come il libro "Bermuda, il triangolo maledetto", quest'area di mare che si estende per oltre 500mila chilometri quadrati è rimasta per anni un mistero maledetto: campi magnetici (per via delle bussole che possono impazzire), vulcani sotterranei, depositi di gas, piramidi sott'acqua, perfino alieni,
 sul Triangolo è stata fatta ogni tipo di teoria.

In realtà, come sostenuto dalla Guardia costiera degli Stati Uniti, il numero di incidenti aeronavali avvenuto nel triangolo rientra nella media rispetto ad altre zone del mondo. Ma il fascino di scoprire perché proprio lì, dove nel 1945 i cinque aerei militari Avenger degli Usa finirono nel nulla, avvenivano così tanti misteri, è rimasto tale da lasciare aperta e attuale la sfida per tutti gli scienziati. La nuova soluzione sul caso Bermuda arriva ora dal dottor Randy Cerveny dell'Arizona University e dal meteorologo Steve Miller della Colorado University. Parlando con Science Channel i due ricercatori sostengono che una spiegazione plausibile alle terribili condizioni atmosferiche a cui è soggetto il Triangolo sia data dalle nubi esagonali, ovvero nuvole "chiuse" 
concentrate nella zona a ovest dell'area.

Questo tipo di nubi, la cui concentrazione sopra le Bermude (così come in altre zone del mondo, ad esempio sui mari irlandesi) è stata confermata dalle immagini satellitari studiate dai due ricercatori, produrrebbero vere e proprie "bombe d'aria" dando vita a terrificanti venti capaci di soffiare fra le 170 e le 190 miglia orarie. Gli scienziati ritengono che questi venti siano in grado di dar vita a fenomeni e tempeste tali da capovolgere navi o portare aerei a precipitare. Un mix di potenza della natura se si pensa come la stessa zona sia colpita da centinaia di trombe d'aria ogni anno. Per Cerveny questi "getti d'aria che scendono dalla parte inferiore delle nubi a contatto con l'oceano possono dare vita ad onde di dimensioni enormi. Quello che abbiamo osservato, in quest'area, 
è proprio una forte concentrazione di nubi esagonali".

La zona, conosciuta anche come il “Triangolo del Diavolo”, è una regione occidentale del Nord Atlantico delimitata dalle isole Bermuda, Puerto Rico e un punto vicino a Melbourne, in Florida, dove numerose navi e aerei sono misteriosamente scomparsi nel corso dei secoli. 
Dall’inizio delle prime rilevazioni nel 1851, si stima che circa 8.127 
persone siano state disperse nel Triangolo delle Bermuda.
Il fondamento di questi mari ha molte anomalie magnetiche che possono
 produrre fuorvianti letture della bussola. 
Queste acque sono anche soggette a trombe marine, generando venti che possono raggiungere più di 190 km/h, comuni durante l’estate nelle acque calde dei mari della Florida, dove ci sono probabilmente 400-500 trombe marine ogni anno.

La paura su navi e aerei scomparsi nel Triangolo delle Bermuda è iniziata circa 60 anni fa con uno dei casi più famosi, quello degli Avenger, 5 aerei militari statunitensi 
scomparsi nei pressi del triangolo il 5 dicembre 1945.
Decollati dalla base di Fort in Florida per una normale esercitazione, un’ora e mezzo dopo la partenza, i piloti comunicarono che non vedevano più la terra.
Il messaggio può sembrare normale, se non fosse che dalla distanza e dalle coordinate a cui si trovavano, (e anche per le condizioni favorevoli) avrebbero dovuto facilmente vedere la costa.
Dopo un ultimo enigmatico messaggio del capo squadra degli Avenger alla base “Sembra che siamo…” si pesrero i contatti con gli aerei, che sparirono nel nulla.
Alcuni studi hanno concluso che gli incidenti avvenuti sono derivati da normali cause fisiche e meccaniche, ma questa spiegazione non ha trovato molti consensi popolari.

Dopo l’episodio, gli storici hanno iniziato a guardare alle registrazioni, scoprendo che 300 navi e molti altri aerei erano scomparsi nella zona per tutto il 20° secolo. 

Le ricerche sui fenomeni naturali del triangolo dovranno essere confermate da altri studi e immagini satellitari e gli scienziati stessi definiscono la teoria solo come "una possibile spiegazione". Forse è dunque ancora presto per parlare di "enigma risolto".

Di fatto, il mistero di in questa zona dell'Atlantico che conta una media di 4 aerei e 20 navi scomparsi all'anno (dai primi dell'Ottocento), ha una storia di lunghissimo corso: il primo a registrare le anomalie magnetiche dell'area, con tanto di bussole impazzite, si dice fu proprio Cristoforo Colombo già nel suo viaggio del 1492 alla scoperta dell' America.





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martedì 18 maggio 2021

Franco Battiato : Povera Patria

Franco Battiato : Povera Patria

Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Tra i governanti
Quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese devastato dal dolore
Ma non vi danno un po' di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
No cambierà, forse cambierà...

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Morto Franco Battiato: il cantautore siciliano aveva 76 anni
Il Maestro della Musica si era ritirato da tempo dalla scena pubblica nella sua casa di Milo, in provincia di Catania


Franco Battiato è morto nella notte all’età di 76 anni. Il cantautore siciliano si trovava nella sua casa di Milo, in provincia di Catania, dove si era ritirato da tempo. La conferma è arrivata dai suoi cari: “Le esequie si terranno in forma strettamente privata. La famiglia ringrazia tutti per le innumerevoli testimonianze di affetto ricevute”.

Nato il 23 marzo 1945 a Ionia, Battiato è il Maestro della musica italiana, a cui lascia brani indimenticabili come La cura, Centro di gravità permanente, Voglio vederti danzare, spaziando tra diversi generi e combinandoli tra loro in modo sempre personale. Pochi mesi fa, proprio in concomitanza con il suo 76esimo compleanno, era stato ripubblicato La voce del padrone, l’album epocale che 40 anni fa fu il primo in Italia a superare il milione di copie vendute.

“Io avrò cura di te“. Per me la più bella con le parole più semplici e più potenti. Grazie di tutte le emozioni che ci hai dato“. Enrico Letta saluta il Maestro su Twitter con le parole di una delle sue più belle canzoni. Non è il solo. Appena arrivata la notizia, con il segretario del Pd sono in molti a scrivere sui social i versi scritti da Franco Battiato, poesia in musica, indimenticabili nella memoria collettiva. Tra i tanti che dedicano un pensiero al cantautore siciliano, il ministro Franceschini: “Ci ha lasciato un Maestro. Uno dei più grandi della canzone d’autore italiana. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne“. Cita Prospettiva Nevski, canzone contenuta in Patriot (1980) Giuseppe Conte, “‘E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire’, ciao Maestro“. Lo stesso fa il vicesegretario del Partito Democratico, Peppe Provenzano. “L’Italia si inchina alla vita, all’opera di Franco Battiato.  ‘Seduto sotto un albero a meditare/ mi vedevo immobile danzare con il tempo/come un filo d’erba/che si inchina alla brezza di maggio/ o alle sue intemperi. Ci lascia Franco Battiatto, un filosofo, un uomo libero che non si è mai piegato alle mode. Riposa in pace maestro“. 

In tanti citano e ricordano “La voce del padrone“, un album che, si legge in molti tweet, andrebbe ricordato e riascoltato per intero. Un capolavoro: canzoni “pop” con testi altissimi che entrarono nelle case di molti italiani, come fosse qualcosa che non si poteva fare a meno di avere né di ascoltare. Pop per quel che riguarda melodie e arrangiamenti, con incursioni nel punk, nella new wave, nell’elettronica, è solenne e altissimo nei testi.



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sabato 15 maggio 2021

Palestina e Israele : Territorio

Palestina e Israele : Territorio



UN PO DI STORIA DEL POPOLO EBRAICO PER CAPIRE MEGLIO

1500 a.C.: una serie di regni ebrei ebbe vita nella regione poi chiamata dai greci e 
dai romani Palestina. 
722 a.C.: gli Assiri abbattono il regno di Israele.
587 a.C.: Nabucodonosor abbattè il regno di Giuda e deporta la popolazione a 
Babilonia. Distruzione del primo tempio. 
539 a.C.: il persiano Ciro il grande autorizza gli ebrei a tornare in patria. 
450 a.C: Erodoto usa per primo il nome Palestina per riferirsi all'intera area tra la 
Fenicia e l'Egitto. Il termine fu usato per la prima volta da Roma per indicare una 
provincia ufficiale nel 135 d.C.
63 a.C.: Roma interviene nella guerra civile ebraica con Gneo Pompeo 
70 d.C.: Tito conquista Gerusalemme e saccheggia e distrugge il secondo tempio. 
Il popolo ebraico è disperso. 
700 d. C.: gli arabi strappano ai bizantini la regione
 e vi insediano popolazioni 
arabe. 
1099: dopo la prima crociate si susseguono varie dominazioni arabe fino 
all'avvento degli Ottomani. 
1918: dopo la sconfitta ottomana la Società delle nazioni affida la Palestina alla 
Gran Bretagna 
1934: il Gran Muftì di Gerusalemme, Amin al Husseini, capo spirituale dei 
musulmani palestinesi, si allea con il leader nazista Adolf Hitler per perseguire lo 
sterminio della presenza israelitica. Si fonda un corpo di SS arabo. 
1942: nella Shoa sono assassinati sei milioni di ebrei 
1944: si forma la Brigata ebraica con 4000 nervi nativi della Palestina che prese 
parte alla seconda guerra mondiale 
1947: l'ONU che contava 52 Paesi membri approva la Risoluzione n.181  con 33 
voti a favore, 13 contro e 10 astenuti, che prevedeva la creazione di uno Stato 
ebraico (sul 56,4% del territorio e con una popolazione di 500 000 ebrei e 400 
000 arabi) e di uno Stato arabo (sul 42,8% del territorio e con una popolazione di 
800 000 arabi e 10 000 ebrei). La città di Gerusalemme e i suoi dintorni (il 
rimanente 0,8% del territorio), con i luoghi santi alle tre religioni monoteiste, 
sarebbero dovuti diventare una zona separata sotto l'amministrazione dell'ONU. 
14 maggio 1948: nasce lo Stato di Israele.
15 maggio 1948 gli eserciti di Egitto, Siria, Libano, Iraq e Transgiordania 
attaccano l'appena nato Stato di Israele. L'offensiva venne bloccata e le forze 
arabe vennero costrette ad arretrare. Israele conquistò centinaia di villaggi 
palestinesi, concausa dell'esodo degli abitanti. La guerra terminò con la sconfitta 
araba nel maggio e produsse 711.000 profughi arabo-palestinesi.  Analogamente, 
circa 900.000 profughi ebrei dovettero abbandonare i paesi arabi e islamici in cui 
vivevano e si rifugiarono in Israele che raddoppiò la popolazione. 
1952: crisi di Suez dopo la nazionalizzazione del canale da parte di Nasser.
1956: seconda guerra arabo-israeliana: preoccupati del riarmo egiziano 
sostenuto dalla Unione sovietica, gli Israeliani, appoggiati dal Regno Unito, 
Francia e USA, sferrarono un attacco preventivo contro l'Egitto riportando 
numerosi successi e annettendo la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai. 
1956: nasce l'organizzazione palestinese Al-Fatah, con lo scopo di promuovere 
azioni di guerriglia nei territori israeliani. A Roma, assalto alla Sinagoga. 
1967: terza guerra arabo-israeliana denominata "dei sei giorni". Constatato che 
Egitto, Siria e Giordania stavano ammassando truppe a ridosso dei propri confini, 
Israele decise nuovamente di optare per un attacco preventivo. Dal 5 giugno 

1967, in sole 6 ore Israele ridusse al silenzio le forze aeree nemiche, e in soli sei 
giorni sconfisse gli eserciti dei tre paesi arabi, conquistando la Cisgiordania con 
Gerusalemme Est (che erano sotto l'amministrazione giordana), il Sinai, le Alture 
del Golan, Gaza allora egiziana, la Cisgiordania (Giudea e Samaria). 
1973: quarta guerra arabo-israeliana. Nel tentativo di riconquistare i territori 
perduti, Egitto e Siria sferrarono un attacco coordinato contro IsraeleEgitto e Siria 
attaccarono a sorpresa Israele nel giorno della festività ebraica Yom Kippur. Nei 
primi giorni di conflitto i due paesi arabi ebbero la meglio ma, dopo una fase di 
stallo, le truppe israeliane riuscirono a riprendere il controllo della situazione e a 
rovesciare le sorti del conflitto, ricacciando egiziani e siriani di là dalle posizioni 
iniziali. 
1978: con gli accordi di Camp David, preceduti dalla visita di Sadat a 
Gerusalemme, Israele si impegnava a restituire la Penisola del Sinai, mentre 
l'Egitto si impegnava al riconoscimento dello Stato di Israele affiancandosi agli 
USA, e uscendo (espulso) dalla Lega Araba. Con il trattato per la prima volta si 
crearono normali relazioni diplomatiche fra Israele e uno dei Paesi vicini.
1982: nasce nel Libano la milizia Hezbollah è che si ispira a Khomeini è diventa 
la,lo ha mania della presenza iraniana in medio oriente.
1993: gli accordi di Oslo, seguiti alla prima intifada, falliscono con la seconda 
intifada, ma portarono all'istituzione della Autorità nazionale palestinese. Gli 
accordi prevedevano due Stati. Da parte dei palestinesi prevedeva il 
riconoscimento di Israele e la rinuncia alla violenza, mentre gli israeliani avrebbero 
dovuto completare il ritiro delle truppe dal resto dei territori occupati.
1994: trattato di pace tra Israele e Giordania.
2000: dopo oltre due decenni di occupazione del Sud del Libano, Israele ritira le 
sue truppe dal territorio libanese. La tensione al confine tra i due stati è rimasta 
comunque molto alta e la sicurezza di Israele è stata costantemente minacciata 
dall’azione del partito libanese sciita di Hezbollah le cui milizie, dopo il ritiro di 
Israele, avevano conquistato di fatto il controllo sul campo nel Libano meridionale. 
Grazie all’aiuto dell’Iran e della Siria, entrambi regimi nemici di Israele, che 
avevano contribuito a potenziare l’arsenale bellico di Hezbollah, nei primi anni del 
nuovo secolo questo aveva continuato ad alimentare lo scontro, provocando uno 
stato di continua allerta al confine israelo-libanese. Nell’estate del 2006 la guerra 
con Israele si è riaccesa: le provocazioni di Hezbollah, culminate il 12 luglio nel 
rapimento di due soldati israeliani e nel ripetuto lancio di missili, hanno scatenato 
l’offensiva aerea israeliana nel Sud del Libano e a Beirut. 
2001: primi lanci di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele che nel 2004 compie 
due operazioni contro i tunnel sotterranei e il lancio dei razzi. Nel 2009 Israele 
lancia contro Gaza "l'Operazione piombo fuso" per interrompere il lancio di razzi 
nel sud di Israele.
2005: Israele si ritira da Gaza, lasciando completamente il territorio nelle mani 
delle autorità palestinesi.
2006: guerra civile palestinese tra le due principali fazioni palestinesi Fatah e 
Hamas per il controllo, dei Territori palestinesi. Hamas conquista Gaza e da lì 
organizza attacchi contro le città israeliane provocando molte guerre. Le elezioni 
nei Territori palestinesi pur programmate non si sono svolte fino ad oggi.
2008: a seguito di una serie di missili di Hamas su Tel Aviv, Israele lancia una 
durissima offensiva militare denominata "piombo fuso". 
2015: scoppia "l'intifada dei coltelli" con attacchi perpetrati con armi da taglio da 
parte di singoli palestinesi contro i militari israeliani
2017: Israele lascia l'Unesco che, dopo ripetuti attacchi alla storia di Israele in 
Palestina, assegna all'Islam e ai palestinesi islam la sovranità della tomba dei 
patriarchi a Hebron, la città dei patriarchi biblici.
2020: accordo di pace tra Israele e Emirati Arabi.
2021: nuovo scontro Israele-Hamas dopo lanci di razzi da Gaza.
Le principali tappe della storia del popolo ebraico sono state ricostruite così.




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venerdì 14 maggio 2021

D’Alema sulla politica internazionale e sul Medioriente

D’Alema sulla politica internazionale e sul Medioriente


 Massimo D’Alema all’assemblea nazionale di Art.1 sulla politica internazionale e sul Medioriente. 
”Di fronte alla tragedia palestinese ho sentito dire parole di circostanza, in molte sedi importanti. Ho visto sul palco della solidarieta' a Israele il nostro amico Letta accanto a Salvini, c'e' qualcosa che non funziona. C'e' una mancanza di verita' in questo modo di affrontare la tragedia, di una verita' che era profondamente radicata nella coscienza politica italiana e non solo della sinistra, e che sembra essere svanita nel corso degli anni". Lo afferma l'ex premier ed ex ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, all'assemblea di Articolo uno. D'Alema prosegue: "Dobbiamo cercare di capire un po' in profondita' come esplode una crisi di questo genere, perche' Hamas e gli islamisti sono diventati cosi' forti, perche' Erdogan e' diventato un punto di riferimento irrinunciabile non per alcuni estremisti ma per milioni di arabi. Io penso - continua D'Alema - che Hamas diventi cosi' forte perche' i palestinesi si sentono traditi dal mondo occidentale. Sono stati traditi dal mondo occidentale, sono stati abbandonati. La leadership palestinese che si e' spesa con una generosita' quasi suicida in una politica di negoziato, di concessioni, di collaborazione, non solo non ha ottenuto nulla ma e' stata completamente delegittimata. Io penso che oramai il discorso sulla politica dei due Stati lo possiamo dire noi perche' qua fa parte del politically correct, ma per loro non ha alcun significato, e' una pura finzione. Tra il mare e il Giordano vivono milioni di persone, grosso modo meta' ebrei meta' arabi. Con una differenza. Gli ebrei - dice D'Alema - vivono in grandi citta' moderne, i palestinesi invece si dividono in due tipologie: i cittadini arabi israeliani" che pero' "vivono in uno stato ebraico, sono ospiti, sono cittadini di serie B con meno diritti" e i palestinesi "che vivono nei territori sotto occupazione, circondati dal filo spinato, dalle torrette di sorveglianza e dalle mitragliatrici.”
L’azione del Presidente Biden ripropone l’obiettivo dell’egemonia mondiale degli USA. Gli USA vinsero la competizione con l’Unione Sovietica, sul tema della capacità inclusiva, delle politiche sociale e della loro azione di emancipazione di grandi masse. Oggi uno degli asset fondamentali della politica di Biden è l’attenzione posta al tema dei diritti umani. Ma questo tema richiede coerenza. Bene dunque i diritti dei cittadini in Hong Kong, quelli della popolazione degli Juguri in Cina. 
Ma i palestinesi? Quelli sono un popolo dimenticato. 
Parafrasando, indegnamente alcuni altri passaggi del suo intervento, aggiungo: È per questo che prolifera Hamas con ampio consenso tra i palestinesi e altrettanto ampi riconoscimenti nel mondo arabo. A fronte di tutto questo, la destra in Occidente ha spostato il tiro: il razzismo antiebraico si è trasformato in razzismo antislamico, vagheggiando lo scontro di civiltà. 
L’unico leader occidentale che capisce l’urgenza dei problemi della coesistenza pacifica con i popoli del sud del mondo e del suo attuale misconoscimento è il Papa.

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Marco Travaglio Presidente della Rai

Marco Travaglio Presidente della Rai


Qualcosa si muove nei corridoi della Rai di tutte le sedi d'Italia. La provocazione di Santoro su La7, di mettere Marco Travaglio a dirigere un Tg ed esattamente quello di Rai Uno, piace a molti operatori della RAI. Noi nel nostro piccolo lo vorremmo addirittura Presidente di questo organo pubblico che ci fa anche pagare un canone (ricordiamocelo). Sarebbe un orgoglio per noi, visto che sono anni che lo caldeggiamo. Del resto uno dei problemi principali in Italia è proprio la comunicazione, ormai appiattita sui giochi di potere di chi tira le fila del denaro pubblico. Mi sembra doveroso unirci con sentimento a tutti coloro che aspirano ad avere una maggiore cultura per tutti.




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Giorgia Meloni è un Aborto Mancato

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 «Un padre che ti rifiuta è una ferita profonda, a 11 anni non volli più vederlo»

Intervista a Giorgia Meloni.

Il primo ricordo.

«Ho tre anni e sto annegando. L’acqua si chiude sopra di me. Mio padre ci aveva lasciato in barca con una tata che non sapeva nuotare. Da allora una delle mie paure più grandi è morire affogata. Per questo ho fatto nuoto, agonismo, immersioni».

Giorgia racconta che sua madre stava per abortire, e lei non sarebbe dovuta nascere.

«È vero. C’era già mia sorella Arianna. La storia con papà era finita. Tutti avevano detto a mamma di non tenermi, e lei era andata in clinica, digiuna, per fare le analisi prima dell’intervento. Sulla soglia ha esitato. Poi si è detta: io questa creatura la voglio. Così ha attraversato la strada, è entrata al bar, ha ordinato cappuccino e cornetto. Mi sono salvata così».

Però è cresciuta senza padre.

«Un padre che non c’è, che si dissolve è un padre che non ti vuole. 
Che ti rifiuta. 
È forse una ferita più profonda di un padre che muore».

Però con sua sorella andavate a trovarlo alle Canarie, dove si era trasferito.

«Avevo 11 anni. Lui sparì in barca e ci lasciò con la sua compagna, che non era entusiasta. Decisi che non l’avrei rivisto mai più. Quando compii 13 anni mi mandò un telegramma: “Buon compleanno, Franco”. Non “papà”; Franco. Mi dissi che avevo fatto la scelta giusta».

Mai più rivisto.

«Mia sorella sì; io non ho voluto. Quando è morto, non ho provato nulla. Né dolore, né gioia; che sarebbe comunque stata un’emozione. Non lo odiavo, e non lo amavo. A lungo ho creduto che il fatto di non avere un padre non mi avesse cambiata. Solo di recente ho capito che non è così. Non avere un padre è come un buco nero, un pozzo chiuso. E io quel pozzo non potevo permettermi di riaprirlo»

La Legge sull'Aborto è del 1978 e Lei è nata 2 anni Prima.


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Il Papa riconosce lo Stato Palestinese

Il Papa  riconosce lo Stato Palestinese

Nella Foto Enrico Berlinguer Saluta Arafat

Papa Francesco rompe un altro muro diplomatico, 
una specie di tabù, accelerando il percorso di riconoscimento dello Stato Palestinese.

Al termine di una riunione tra le delegazioni palestinese e vaticana, è stata raggiunta l’Intesa di un testo di prossima firma riguardante un accorgo globale tra le parti. Al centro il riconoscimento dello Stato di Palestina. "Le parti hanno concordato che il lavoro della commissione sul testo dell'accordo è stato concluso", si legge in un comunicato congiunto, "e che l'accordo sarà sottoposto alle rispettive autorità per l'approvazione prima di fissare una data nel prossimo futuro per la firma".

Sebbene siano due eventi "indipendenti", ha precisato il portavoce vaticano, padre Lombardi, il Papa riceverà sabato mattina il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), che domenica assisterà alla canonizzazione, in San Pietro, delle prime due sante palestinesi. Immediata la reazione di Israele che ha espresso “profonda delusione” per la decisione del Papa di concludere un accordo con lo Stato di Palestina.

Le fonti, citate dalla stampa israeliana, si attendono chiarimenti dalla Segreteria di Stato. «Israele - proseguono le fonti - è deluso di sentire della decisione della Santa Sede di concordare un testo finale di accordo con i palestinesi che comprenda il termine "lo Stato di Palestina". Questa mossa non fa avanzare il processo di pace e non contribuisce a riportare la leadership palestinese al tavolo delle trattative bilaterali. Israele esaminerà l'accordo e soppeserà conseguentemente le proprie azioni».

La prima intesa raggiunta, nel 2000, era stata firmata tra Santa Sede e Olp; oggi la Santa Sede ha siglato un'intesa, in vista di un accordo bilaterale, con lo "Stato di Palestina". La grande novità. L’accelerata diplomatica voluta dal Papa. "Il 29 novembre 2012 - spiega monsignor Antoine Camilleri, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati - è stata adottata da parte dell’Assemblea generale dell’Onu la risoluzione che riconosce la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite, e lo stesso giorno la Santa Sede, che ha anch’essa lo status di osservatore presso l’Onu, ha pubblicato una dichiarazione. Questa ha accolto con favore il risultato della votazione, inquadrata nei tentativi di dare una soluzione definitiva, con il sostegno della comunità internazionale, alla questione già affrontata con la risoluzione 181 del 29 novembre 1947”.

Il testo, sottolinea ancora il vice-ministro vaticano degli Esteri, "ha un preambolo e un primo capitolo sui principi e le norme fondamentali che sono la cornice in cui si svolge la collaborazione tra le parti. In essi si esprime, ad esempio, l’auspicio per una soluzione della questione palestinese e del conflitto tra israeliani e palestinesi nell’ambito della Two-State Solution e delle risoluzioni della comunità internazionale, rinviando a un’intesa tra le parti".

Anche se in modo indiretto per il Vaticano è chiaro che l`accordo raggiunto in aiuterà i palestinesi nel vedere stabilito e riconosciuto uno “Stato della Palestina indipendente, sovrano e democratico che viva in pace e sicurezza con Israele e i suoi vicini, nello stesso tempo incoraggiando in qualche modo la comunità internazionale, in particolare le parti più direttamente interessate, a intraprendere un`azione più incisiva per contribuire al raggiungimento di una pace duratura
 e all`auspicata soluzione dei due Stati".



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