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martedì 27 ottobre 2020

Per #Lavorare sul #Web

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Per #Lavorare sul #Web
 #TiServe un #SitoInternet #Scrivimi





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Gloria Steinem e Dorothy Pitman-Hughes

Gloria Steinem e Dorothy Pitman-Hughes


Gloria Steinem e Dorothy Pitman-Hughes, 1972 e 2014. 
Il padre di Hughes è stato quasi picchiato a morte dai membri del KKK. Ha raccolto fondi per liberare i manifestanti per i diritti civili dalla prigione. Ha aiutato le donne a uscire da situazioni di abuso fornendo loro un riparo fino a quando non si sono rimesse in piedi. Avviata agenzia che ha aiutato le donne a mettersi al lavoro senza dover lasciare i figli da soli. In collaborazione con Steinman fondò la Women’s Action Alliance, hanno creato i primi rifugi per donne maltrattate della storia.





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FONTANA E GALLERA SONO 2 INCOMPETENTI

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Ancora Irene Pivetti nei Guai

Ancora Irene Pivetti nei Guai


Le Ferrari vendute (per finta) e i soldi "Veri": scoperta truffa milionaria a Milano
 
Sette indagati dalla finanza di Milano: sequestro di beni per 1,2 milioni di euro

Auto spostate da una parte all'altra del mondo, almeno in maniera immaginaria. Soldi sporchi "ripuliti" attraverso giri strani. E conti aperti all'estero per dare meno nell'occhio, ma inutilmente. La guarda di finanza di Milano ha eseguito mercoledì mattina un sequestrato di beni per 1,2 milioni di euro su ordine del Gip, Giuseppina Barbara, nei confronti di 7 indagati accusati di riciclaggio ed evasione. 

Nel mirino delle fiamme gialle meneghine sono finiti due imprenditori marchigiani - marito e moglie, lui noto pilota di rally -, la figlia, un notaio e altri due imprenditori, tra cui Irene Pivetti, milanese, ex presidente della camera ed esponente leghista. Ad accendere i riflettori degli investigatori sul gruppo sono state alcune operazioni finanziarie e commerciali che la Gdf definisce "anomale e prive di plausibili ragioni economiche". Iniziando a indagare, gli inquirenti - coordinati dal pm Giovanni Tarzia - hanno portato alla luce "una complessa condotta di riciclaggio posta in essere dai sette indagati, ritenuti responsabili per aver sostituito o trasferito denaro proveniente dal delitto di evasione fiscale".

Ancora Irene Pivetti nei Guai



Le Ferrari "vendute" alla Pivetti
In sostanza, i sette avrebbero ripulito i soldi evasi per cercare di farli risultare come puliti. Marito e moglie, propretari della "casa" di rally, in particolare avrebbero cercato di nascondere 3 Ferrari intestate proprio alla società per evitare che venissero pignorate a causa dei debiti accumulati con l'Erario. Per farlo avrebbero finto di vendere le macchine, per poco dopo di un milione di euro, a un'azienda di Honk Kong - riconducibile alla Pivetti -, 
che a sua volta le avrebbe rivendute ad una seconda società. 

Nelle mani dei finanzieri mercoledì mattina sono finiti le macchine e alcuni conti correnti accesi in Svizzera e Spagna, dove i coniugi avevano spostato la sede dell'azienda, 
riuscendo anche a "salvare" la Ferrari. 




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giovedì 22 ottobre 2020

Il Regime fascista Fu un carico di Morti, Vittime e Menzogne

Il Regime fascista Fu un carico di Morti, Vittime e Menzogne



L'eredità del regime fascista in un carico di morti, vittime e menzogne

Diceva Benito Mussolini il 17 ottobre 1932 nel ‘Decennale della Rivoluzione’:

È tempo di dire una cosa che forse sorprenderà voi stessi, e che, cioè, fra tutte le insurrezioni dei tempi moderni, quella più sanguinosa è stata la nostra. Poche decine di morti richiedette l’espugnazione della Bastiglia, nella quale di prigionieri politici non c’era più nessuno. Le migliaia, le diecine di migliaia di morti vennero dopo, ma furono volute dal Terrore. Quanto poi alle rivoluzioni contemporanee, quella russa non è costata che poche decine di vittime. La nostra, durante tre anni, ha richiesto vasto sacrificio di giovane sangue, e questo spiega e giustifica il nostro proposito di assoluta intransigenza politica e morale. Siamo alla fine del primo decennio. Voi non vi aspetterete da me il consuntivo. Io amo piuttosto di pensare a quello che faremo nel decennio prossimo. Del resto basta guardarsi attorno, per convincersi che il nostro consuntivo è semplicemente immenso. Ma avviandoci al secondo decennio occorrono delle direttive di marcia. (...) Occorre fascistizzare ancora più quelli che io chiamo gli angoli morti della vita nazionale, non farsi troppo assorbire dalla ordinaria amministrazione fino al punto di rinunciare a quella che è la gioia e l’ebbrezza del rischio; essere pronti a tutto quello che può costituire il compito più severo di domani.

In un discorso ridondante e carico di retorica, il Duce si rivolge alla piazza romana e rievoca l'ara del Milite ignoto che "è il simbolo dell’Italia una, vittoriosa, fascista, una dalle Alpi di Aosta romana fino al mare di Trapani, che vide la disfatta delle navi cartaginesi. Egli è la testimonianza suprema di ciò che fu, la certezza infallibile di ciò che sarà!"

Il Regime fascista Fu un carico di Morti, Vittime e Menzogne



La testimonianza di ciò che fu, la certezza infallibile di ciò che sarà: morti, tanti, troppi morti e la perdita costante e crescente della libertà. “Mussolini ha fatto anche cose buone”.  Quante frasi tipo questa leggiamo ogni giorno sui social network? Quante frasi tipo questa ascoltiamo quotidianamente in televisione, sull’autobus, per strada?

Mussolini non ha fatto cose buone, chiariamolo ancora una volta, sperando sia quella definitiva. Tra partigiani e soldati italiani sono caduti combattendo durante la Seconda guerra mondiale almeno 300 mila uomini. Le donne partigiane combattenti sono state 35 mila. 4653 di loro sono state arrestate e torturate, oltre 2750 deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate, 1070 cadute in combattimento. Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste sono state oltre 10000. Ancora di più gli ebrei italiani deportati.

Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 solo nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi con la complicità degli italici fascisti hanno massacrato circa mille persone. Non è stato Mussolini a dare la pensione agli italiani, non ha istituito la tredicesima, non ha attivato la cassa integrazione e non ha dato una casa a ogni italiano. Il duce era razzista  e non amava le donne che sotto il fascismo saranno discriminate e demansionate. No - ripetiamolo ancora una volta - Mussolini non ha fatto anche cose buone. E se per caso i treni arrivavano in orario probabilmente era perché la censura non permetteva a nessuno di raccontare il contrario!





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sabato 17 ottobre 2020

Morto di Covid-19 negli Stati Uniti

morto di Covid-19 negli Stati Uniti



Ieri notte é morto di Covid-19 negli Stati Uniti, un mio amico. Viveva in Florida e percepiva una pensione-sussidio che gli permetteva di vivere peró non era sufficiente per pagare un'assicurazione medica. Non so se questo gli sia costato la vita. Peró certamente ne ha impedito l'ospedalizzazione. É morto in casa, senza cure.

Questo é il sistema sanitario americano. Un sistema che la sofferta legge di Obama, definita Obama-Care aveva cercato di migliorare e che, successivamente, Trump si é impegnato a smantellare, motivato dalle centinaia di milioni di dollari che le imprese assicuratrici statunitensi e il sistema privato di ospedali e cliniche, gli hanno generosamente garantíto durante la scorsa campagna elettorale.

Negli USA se non hai soldi, muori. Nessuno ti cura. Nessuno ti accetta nella sua clinica. Nessuno ti permette un ricovero ospedaliero. Nessuno riabilita il tuo bimbo disabile. Nessuno ti regala le medicine. Nessuno ti fa un trapianto. 
Nessuno ti fa la chemio se hai un cancro. Nessuno, nessuno, nessuno.

Negli USA ad oggi sono morte 219.000 persone. La maggior parte delle morti hanno colpito i settori piú deboli della popolazione statunitense: latini, afroamericani, homeless, poveri in generale. Le scellerate scelte di Trump sul covid, le ripetute dichiarazioni negazioniste hanno reso piú facile la penetrazione del virus e chi ne ha pagato maggiormente le spese, sono stati i piú deboli. Quelli, per capirci, che devono uscire di casa per forza per guadagnare.
 Quelli che vivono alla giornata. Un giorno dietro l'altro.

Questi sono i riferimenti ideologici del nostro capitone. Questi sono i suoi (e dei suoi colleghi della lega) obiettivi sulla sanitá italiana (peraltro ampiamente messi in pratica nelle Regioni in cui governano). Nessuna legge potrá mai essere concepita da questa parte politica in nome della difesa dei deboli. Non é escluso che Trump, alla prima occasione, 
indossi una mascherina con sopra scritto Salvini.

G. S.




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venerdì 9 ottobre 2020

Willy Monteiro Medaglia d'Oro

Willy Monteiro Medaglia d'Oro


“Con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un'accesa discussione. Mentre si prodigava in questa sua meritoria azione di alto valore civico, veniva colpito da alcuni soggetti sopraggiunti che cominciavano ad infierire ripetutamente nei suoi confronti con inaudita violenza e continuavano a percuoterlo anche quando cadeva a terra privo di sensi, fino a fargli perdere tragicamente la vita”.

Così ha scritto il Capo dello Stato Sergio Mattarella nelle motivazioni del conferimento della medaglia d'oro a Willy Monteiro, su proposta del ministro dell'Interno Lamorgese.

Non servirà a riportarti in vita, Willy. 
Ma servirà se non altro a rendere ancor più indimenticabile il tuo gesto straordinario.



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martedì 6 ottobre 2020

ALBERTO da Giussano è una Leggenda

ALBERTO da Giussano è una Leggenda


 inventata dal frate domenicano Galvano Fiamma

 Fu, secondo una diffusa tradizione (cantata dal Carducci nella Canzone di Legnano e consacrata persino nel Famedio del cimitero monumentale di Milano), il comandante della famosa e leggendaria "Compagnia della morte", che nella giornata della battaglia di Legnano (29 maggio 1176), decisiva per il contrasto tra i Comuni italiani e l'imperatore, avrebbe, col suo disperato valore, salvato il Carroccio, risolvendo favorevolmente una situazione bellica che diventava sempre più pericolosa e minacciava di trasformarsi in una rotta per le forze della Lega lombarda. Che valore ha questa tradizione? E se si tratta di leggenda è leggendario anche il nome? Ricerche fatte, sia pure per altri scopi, da P. Pecchiai, hanno trovato che nel 1196, in un ricorso presentato a papa Celestino III da parte dei vicini della Porta Comacina di Milano per una vertenza circa l'amministrazione dell'ospedale di S. Sempliciano, figura il nome di un Alberto da Giussano. Possiamo dunque essere certi almeno dell'esistenza, proprio in anni vicini all'epoca della lotta contro Federico I, di una persona di tale nome, anche se non siamo in grado di affermare che si tratti veramente del condottiero. Egli avrebbe abitato presso quella chiesa di S. Sempliciano donde, come vuole la leggenda, sarebbero partite le tre bianche colombe, che i combattenti avrebbero visto, durante la battaglia di Legnano, posarsi sul pennone del Carroccio.

La leggenda di A. da Giussano non compare in nessuno dei cronisti contemporanei della battaglia di Legnano; solo con Galvano Fiamma (n. 1283-m.1344) essa prese inizio: di questo autore abbiamo varie opere di cui qui interessano la Cronica Galvaniana (Bibl. Naz. di Brera a Milano, cod. Braid. A.E.X.,10), il Chronicon maius,il Chronicon extravagans de antiquitatibus Mediolani (ms. cod. A. 275 inf., Milano, Biblioteca Ambrosiana), editi a cura di A. Ceruti in Miscellanea di storia italiana,VII (1869), pp. 445-784,e il Manipulus florum sive historia Mediolanensis,edito in Rerum Italic. scriptores,XI, col. 533-740.

Nel Chronicon maius (ed. Ceruti, pag. 718) il Fiamma descrive la "Societas de la Morth", composta di 900 militi scelti al comando di A. da Giussano: questi cavalieri avrebbero avuto come loro distintivo un anello d'oro e si sarebbero impegnati tutti a morire piuttosto che cedere; nella Cronica Galvaniana non si parla della "Compagnia della morte", ma si fa il nome di A. da Giussano: "Albertus de Gluxiano vexillum comunitatis habuit, cui inerant duo fratres gigantes fortissimi, scilicet Otto et Raynerius...". In realtà negli atti della famiglia Giussani, che ebbe molte relazioni col monastero Maggiore di Milano, non si trova questo Alberto in quegli anni: lo si trova invece nel 1196 nella parrocchia di S. Sempliciano di Milano in Porta Comacina, come sopra si è visto. Ma è possibile l'identificazione? È dunque da pensare che il Fiamma si sia basato su qualche leggenda, magari di origine dotta (si veda il particolare dell'anello d'oro che richiama i cavalieri del mondo classico romano o l'anello dei dottori), e che abbia avvertito la necessità di contrapporre al nome di Federico un altro nome. Pareva forse umiliante, per la mentalità del sec. XIII, dover solo parlare dei Milanesi e non poter attribuire la vittoria al valore di un individuo d'eccezione. Dal Fiamma la leggenda si diffuse, passò nella cronaca detta Flos florum della fine del XIV secolo (Torelli, La Cronaca milanese Flos florum,in Archivio muratoriano,Città di Castello 1906) e giunse a Bernardino Corio nella sua storia di Milano (Milano 1503; ibid. 1855-57), il quale scrisse che A. era "homo per galiardia sua reputato gigante". Nel Sigonio (Historiae de regno Italiae,Francoforte 1591) manca il nome di A., ma c'è la "Compagnia della Morte"; nel Ripamonti (Historiae Ecclesiae Mediolanensis,II, Milano 1625) ormai la leggenda si è fissata con la particolare descrizione fisica di A. da Giussano, il quale sarebbe stato, per la sua alta statura, conosciuto col nome di "il gigante".


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Alberto da Giussano è una Fake News

Alberto da Giussano è una Fake News


L'eroe della Lega non è mai esistito
Gli storici da tempo hanno stabilito che il cavaliere 
con la spada sguainata simbolo della Lega
 è una leggenda inventata dal frate domenicano Galvano Fiamma

Già dall'anno scorso, a Pontida era avvenuta una trasformazione non da poco: in quello che era un santuario della vecchia guardia della Lega, degli elmi vichinghi e delle ampolle con l'acqua del Po, sono spuntati gli un tempo odiatissimi terroni. Ma il cuore immacolato di Salvini unisce tutti, tutti sono accomunati dalla devozione verso la spilla che Salvini e i vari leghisti portano ancora sul petto, unica altra reliquia della Lega del tempo che fu: la spada sguainata tenuta in mano
 dal condottiero Alberto da Giussano. 
Chi era Alberto da Giussano: la spilla è ispirata a una statua di Butti che si trova a Legnano, luogo in cui la leggenda dell'eroe è nata perché qui, al comando della Lega Lombarda, nel 1176, sconfisse l'esercito di Federico Barbarossa. O almeno, questo è quello che racconta il frate domenicano Galvano Fiamma che un secolo e mezzo dopo la battaglia scrive la Chronica Galvanica, in cui si dice che Alberto da Giussano era il comandante della Compagnia della Morte, 
uno squadrone composto da 900 cavalieri lombardi. 
Gli storici hanno combattuto a lungo per incastrare storicamente la figura di Alberto da Giussano, che non compare in nessuna altra cronaca dell'epoca. Non solo: la Galvanica è un'opera nota per i suoi voli di fantasia (si trova scritto che la battaglia di Legnano fu vinta grazie all'intervento di tre colombe che misero in fuga l'esercito del Barbarossa) e le imprecisioni storiche (la data della battaglia è riportata sbagliata). Già questo aveva fatto alzare non pochi sopraccigli agli storici, specie dopo che si scoprì che il vero nome del capitano lombardo presente alla battaglia era Guido da Landriano. 
Insomma, una bufala. O meglio, una leggenda che sta alla base della mitologia leghista, tanto da esserne diventato il simbolo principale, ancora oggi utilizzato anche da chi, come i meridionali, non possono essere in alcun modo legati a quello che è una parte della mitologia lombarda.


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lunedì 5 ottobre 2020

Flop della Lega in tutte le Regioni Amministrate

L' #INCAPACITÀ DELLA #LEGA MANDA IN ESERCIZIO PROVVISORIO TRE REGIONI

L' #INCAPACITÀ DELLA #LEGA MANDA IN ESERCIZIO PROVVISORIO TRE REGIONI
Fanno una propaganda a tambur battente, fra #Selfie gastronomici e #FakeNews diffuse a più non 
posso sui social, poi alla fine non riescono nemmeno ad approvare i provvedimenti basilari dell'attività #Politica. La Lega è riuscita nell'impresa di #NonApprovare il #Bilancio per il 2020 e mandare in esercizio provvisorio ben tre #Regioni nelle quali governa: #Sardegna, #Umbria e #Basilicata. Questo è il #Cambiamento #Targato #Lega 

Un Flop della Lega in tutte le Regioni Amministrate



Nella retorica del Carroccio, gli amministratori leghisti sono il nuovo che avanza, pronto a spazzare via un sistema ormai vecchio e corrotto per mettersi dalla parte dei cittadini. All’atto pratico, però, il vento del cambiamento tanto decantato fatica a soffiare davvero. Le tre Regioni in cui la Lega è infatti riuscita a sbancare le elezioni non si stanno infatti al momento rivelando un successo dal punto di vista della gestione. Anzi. Ad accomunare la Sardegna di Christian Solinas, la Basilicata di Vito Bardi  e l’Umbria di Donatella Tesei è la decisione del via libera all’esercizio provvisorio di bilancio.


In tutte e tre le Regioni, due in mano alla Lega e una a Forza Italia con il supporto verde, non si è riusciti ad approvare in tempo il bilancio per il 2020. La prima ad annunciarlo è stata la Sardegna, una delle prime regioni conquistare da Matteo Salvini durante il 2019. A novembre la Giunta aveva fatto sapere che la Regione avrebbe intrapreso la strada dell’esercizio provvisorio di bilancio per tre mesi, dopo due anni di contabilità regolare.

Poi è stato il turno dell’Umbria di Donatella Tesei: la maggioranza in Assemblea regionale ha approvato la settimana scorsa il disegno di legge della Giunta per l’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l’anno 2020. Anche la Basilicata andrà  in esercizio provvisorio. Il disegno di legge  per autorizzare l’esercizio provvisorio non è ancora stato discusso in Assemblea, ma solo perché la prossima riunione del consiglio regionale è fissata per il 14 gennaio del 2020.Del tanto paventato cambiamento, dunque, nessuna traccia, visto che durante l’esercizio provvisorio ci si deve limitare all’ordinaria amministrazione in base ai limiti di spesa della precedente legge di bilancio per un massimo di tre mesi. Un lasso di tempo in cui non sarà possibile spendere a piacimento, in barba alle promesse fatte agli elettori. Non certo casi unici, per carità. Ma a far scalpore è il fatto che la Lega non abbia portato alcuna rivoluzione, nonostante le tante promesse. 

Non è un bel biglietto da visita.

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Cocaina: Italia Primo paese in Europa e terzo al Mondo

Consumo di Cocaina, Italia primo paese in Europa e terzo al mondo


Secondo il Global Drug Survey , in rapporto alla popolazione l’Italia è il paese che più fa consumo di cocaina in Europa mentre nel mondo ci battono in questa
 poco gratificante classifica solo Stati Uniti e Canada.


Un fiume di cocaina sta invadendo l’Europa, con l’Italia al primo posto nel Vecchio Continente per il consumo in rapporto alla popolazione e al centro anche dei traffici
 per lo smercio delle sostanze stupefacenti.

Questo è quanto emerge dal rapporto 2018 del Global Drug Survey, una delle più importanti compagnie di studi di ricerca nel settore della droga e dell’alcool con sede a Londra. Dalle loro pubblicazioni esce fuori un quadro molto preoccupante per il nostro Paese.

Nel mondo infatti soltanto negli Stati Uniti e in Canada si farebbe in proporzione più consumo di cocaina, con l’Italia quindi che sarebbe la prima nazione
 in questa speciale classifica per quanto riguarda l’Europa.

In Italia cresce il consumo di cocaina
Ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti circa 2.000 tonnellate di cocaina. Di queste, 700 tonnellate sono destinate al mercato europeo mentre il restante va quasi tutto a finire in quello nordamericano con gli Usa in testa.

L’Italia oltre al gran consumo gioca un ruolo centrale anche dal punto di vista del narcotraffico. Da gennaio a ottobre 2019 nel Bel Paese sono stati finora sequestrate oltre 5 tonnellate di cocaina, quasi il triplo in più rispetto all’interno 2018.

A riguardo da record è stato il sequestro effettuato a Genova lo scorso gennaio, quando le Forze dell’Ordine hanno intercettato ben 2 tonnellate di cocaina per quella che è stata l’operazione maggiore a livello di quantitativo degli ultimi decenni.





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Disfatta per la Lega Salvini Premier

Disfatta per la Lega Salvini Premier



Ballottaggi comunali 2020 in Lombardia, disfatta Lega: perde a Lecco, Legnano, Corsico e Saronno
Quattro a due: l’esito dei ballottaggi delle Comunali 2020 in Lombardia vede una netta affermazione del Pd e del centrosinistra a scapito della Lega e del centrodestra. Salvini e i suoi perdono a Lecco, Legnano, Saronno e Corsico: in tre di questi comuni governavano. Brinda il Pd: “Abbiamo sconfitto Salvini e la Lega nei comuni che amministravano (male) e invertito la tendenza”. E ora i dem sognano di strappare la Lombardia al centrodestra dopo decenni.


Disfatta per la Lega Salvini Premier



L'esito dei ballottaggi per le elezioni comunali 2020 in Lombardia riserva una sorpresa amara per Matteo Salvini, la Lega e il centrodestra, e molto dolce per il Pd e tutto il centrosinistra. A Lecco (secondo capoluogo al voto in questa tornata di amministrative, al primo turno a Mantova aveva trionfato il sindaco uscente Mattia Palazzi del Pd), Legnano, Saronno e Corsico vincono i candidati sindaci sostenuti dai democratici e dal centrosinistra. La vittoria più importante, arrivata al fotofinish per soli 31 voti, è sicuramente quella di Lecco, dove il candidato del centrodestra Giuseppe Ciresa, sostenuto da tutto il centrodestra unito (Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia), è stato sconfitto da Mauro Gattinoni. "Crediamo nella rimonta", aveva detto il 43enne direttore dell'associazione delle piccole e medie industrie lecchesi a Fanpage.it: e rimonta è stata. Dal 41,6 per cento del primo turno è passato al 50,07 per cento, recuperando lo svantaggio nei confronti del 72enne Ciresa, che al primo turno aveva sfiorato l'elezione diretta raccogliendo il 48,7 per cento delle preferenze.


Disfatta per la Lega Salvini Premier



Per una città, Lecco, che continuerà ad essere amministrata dal centrosinistra dopo i due mandati della giunta Brivio, ve ne sono altre in cui la vittoria del centrosinistra fa ancora più rumore. Si tratta di Legnano, Saronno e Corsico, precedentemente amministrate dal centrodestra. A Legnano la sconfitta della Lega è particolarmente simbolica: si tratta infatti della città del Carroccio, della figura leggendaria di Alberto da Giussano. Dal mito alla realtà, il passaggio è stato particolarmente brusco per Salvini e i suoi: impossibile non ricondurre la vittoria di Lorenzo Radice, che al primo turno si era fermato al 31,5 per cento dei voti, ai guai giudiziari della precedente giunta leghista di Giambattista Fratus che avevano poi portato al commissariamento del Comune. La candidata leghista Carolina Toia non è evidentemente stata percepita come quella "discontinuità" che invece i legnanesi hanno scelto, affidando il 54 per cento delle preferenze al neo sindaco Radice.

Disfatta per la Lega Salvini Premier




Anche a Corsico il centrodestra sembra aver pagato le beghe legate alla precedente amministrazione, che avevano portato alle dimissioni del sindaco Filippo Errante, poi ripresentatosi alle elezioni. Un centrodestra inizialmente diviso, con Forza Italia che ha sostenuto Errante solo al secondo turno, perde nei confronti di una coalizione che potremmo definire "di governo": perché al ballottaggio il Movimento 5 stelle locale aveva dichiarato il suo sostegno per il candidato sindaco del Pd Stefano Ventura, uscito vittorioso con un ampio 62,8 per cento dei voti. 

Sconfitta rumorosa anche a Saronno, dove il sindaco uscente, il leghista Alessandro Fagioli, che sostenuto dal centrodestra unito era in leggero vantaggio al primo turno, nulla ha potuto contro lo sfidante Augusto Airoldi. Quasi il 60 per cento dei votanti ha scelto il neo sindaco, che al ballottaggio ha potuto beneficiare dell'appoggio della lista civica ‘Obiettivo Saronno' e della lista a sostegno dell'ex sindaco Pierluigi Gilli, escluso dal ballottaggio.

E ora il Pd sogna di strappare la Lombardia al centrodestra.


La Lega e il centrodestra si consolano con Voghera e Viadana, gli altri due comuni lombardi al ballottaggio: nel comune del Pavese Paola Garlaschelli batte Nicola Affronti con un secco 66,3 a 33,6 per cento, a Viadana Nicola Cavatorta supera di oltre dieci punti percentuali Fabrizia Zaffanella. 

Si tratta però, appunto, solo di una consolazione: in una regione a trazione leghista, dalle Comunali sicuramente Salvini e i suoi si aspettavano di più. Si dice sempre che le amministrative, in politica, facciano un po' storia a sé. Intanto, però, il Pd brinda: "Abbiamo sconfitto Salvini e la Lega nei comuni che amministravano (male) e invertito la tendenza". E adesso il sogno di strappare la Regione al centrodestra dopo 26 anni appare un po' più fattibile:
 "In Lombardia è ora di cambiare", chiosano i dem su Facebook.





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domenica 4 ottobre 2020

Intubato


Intubato


"Sono stato in rianimazione.
Avevo confuso i sintomi e sono arrivato all’ultimo stadio.
Ho affidato il mio corpo completamente nelle mani dei medici.
Potevo muovere solo gli occhi.
Ero a un passo dalla fine.
Qualcuno mi ha trasmesso il virus, 
probabilmente mentre ero al supermercato. Purtroppo,
 una laringite ha falsificato i sintomi. Avevo la febbre alta, non stavo bene.
Ho comprato un pulsometro per misurare l’ossigenazione del sangue.
Una mattina ho sentito una maggiore difficoltà nel respiro 
e dopo poche ore l’ossigenazione era crollata.
Sono corso in ospedale.
Mi hanno tolto tutto, anche la fede nuziale.
Ho pensato che sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbero avuto le mie figlie e mia moglie. Non avrebbero potuto piangere neanche il corpo.
Ho attaccato il virus a mia moglie, la più grave anche se non è stata ricoverata e alle tre mie figlie: la più piccola asintomatica, la seconda con la mancanza di gusto e olfatto, la più grande con febbre alta.
Adesso (adesso che sono guarito) tutto è più bello, sono felice.
Ogni respiro è più bello".

Mettete le Mascherine



Raccontare queste storie non significa fare terrorismo: significa ricordarci che dobbiamo essere maturi e pensare che una cavolata, una disattenzione qualunque, potrebbe portare noi e chi amiamo a pagare un prezzo altissimo.
Stiamo attenti, che ne beneficiamo tutti.

Mettete le Mascherine


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venerdì 2 ottobre 2020

Trump e Melania sono Positivi al Covid


Trump e Melania sono Positivi al Covid



Il presidente Usa Donald Trump e anche la moglie Melania

  «Al momento stanno bene», 

ha detto il medico della Casa Bianca.

Dopo aver insultato Biden, perchè indossava sempre la mascherina in pubblico...trump e Melania 

risultano POSITIVI al VIRUS.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la moglie Melania sono positivi al coronavirus. A 

comunicarlo è stato, con un tweet, lo stesso Trump.

«Questa notte io e Melania siamo risultati positivi al Covid-19. Cominceremo il nostro processo di 

quarantena e cure immediatamente. Supereremo tutto questo insieme», ha scritto.

«Come avvenuto a troppi americani, quest’anno, io e il presidente siamo isolati a casa, dopo essere 

risultati positivi per il Covid», ha scritto Melania Trump su Twitter. 

«Stiamo bene, e ho rimandato tutti gli 

eventi in programma. Abbiate cura di voi, prestate attenzione, e supereremo tutto questo, insieme».

L’annuncio arriva a poche ore dal primo dibattito televisivo con lo sfidante democratico, Joe Biden, e 

immediatamente dopo il risultato positivo del test di Hope Hicks, una delle più strette consigliere di 

Trump, che aveva con lui partecipato alle ultime trasferte.

Hicks, 31 anni, aveva accompagnato Trump, sull’Air Force One, dopo aver assistito allo scontro 

televisivo con Biden a Cleveland, martedì 29 settembre, ed aveva seguito il leader americano in un 

comizio nel Minnesota.

Trump e Melania sono Positivi al Covid



Negli ultimi mesi, a partire dalla convention del Partito Repubblicano,
 ha organizzato incontri e comizi 

molto affollati in luoghi pubblici, dove migliaia di suoi sostenitori si sono riuniti senza distanziamento 

fisico e senza mascherine, cercando di presentare un paese in cui l’epidemia è stata superata, un virus 

che non bisogna temere (a meno di non essere «anziani con problemi di salute») e chiedendo che ogni 

attività ripartisse il prima possibile e senza restrizioni, dalle scuole ai tornei universitari di football.

Il medico della Casa Bianca ha pubblicato un primo bollettino, nel quale spiega che sia Trump, che ha 

74 anni, sia Melania, che ne ha 50, stanno bene — sarebbero dunque positivi, ma asintomatici — e 

«continuano a lavorare»: il potere, in altre parole, non passa in queste ore al vice, Mike Pence, come 

invece avverrebbe in caso di impedimento del presidente. Nel caso in cui sia a Trump sia a Pence 

risultasse impossibile lavorare per ragioni di salute, il compito sarebbe affidato alla presidente della 

Camera, Nancy Pelosi.





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FONTANA E GALLERA SONO 2 INCOMPETENTI

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