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sabato 6 marzo 2021

Draghi affida il Recovery Plan a McKinsey

Draghi affida il Recovery Plan a McKinsey


"Una società multinazionale. La Mc Kinsey ha una storia nerissima di collaborazione coi peggiori governi mondiali ed è stata perfino condannata negli USA per aver favorito l'immissione sul mercato di farmaci dannosi per la salute. La scelta è stata segreta,  nessuna discussione all'odg e nessuna comunicazione alla stampa. Scoperta da Radio Popolare e non smentita, la notizia oggi trova conferme in altri organi di stampa. La trovo di una gravità sconvolgente: si affida di nascosto a un soggetto economico privato (pessimo, oltretutto) la responsabilità epocale che solo un paio di settimane fa giustificava l'ingresso a spintoni  del Grande Salvatore nella stanza dei bottoni tra petali di rose, fanfare, coltellate e prosternazioni varie.  Uno Stato che ci affida a un super-banchiere  il quale a sua volta ci subappalta a una multinazionale privata e senza scrupoli, specializzata nel fregare i deboli. Non stanno arrivando i mostri: sono già qui e pure belli comodi".

Secondo fonti di stampa Mario Draghi ha affidato i dossier del Recovery Plan da presentare a Bruxelles alla società di consulenza aziendale McKinsey. Fatto salvo il fatto che il governo precedente ha perso un anno di tempo e ci sono dei tempi strettissimi da rispettare (fine Aprile se non erro), c'è tutto un mondo dietro questa scelta.
 

Il piglio manageriale di Draghi, un piglio chiaramente anni 90. Peccato che siamo nel 2020 e sul mondo degli anni 90 del secolo scorso è calato il sipario;
C'è l'efficientismo anni 90 (again) di McKinsey, gente uscita dalle madrasse neoliberiste con idee stravecchie;
C'è il fatto che lo Stato che si vorrebbe progettare non è un azienda come pensano quelli di McKinsey;
C'è che lo stato andrebbe riprogettato nel riferimento ideale dei principi della nostra Costituzione.
 

E insomma, niente. I progetti che verranno messi a terra saranno vecchi prima di nascere. Occorreva altro, occorreva un dibattito aperto, un dibattito democratico, magari partendo dalle scuole e dalle Università dove si sarebbero dovuti mettere a lavoro i nostri giovani (del resto, il mondo che deve nascere è il loro, o no?). Occorreva interrogarsi sui temi fondamentali, sui principi, sull'uomo-aumentato, e dunque su che cosa è l'uomo, su che cos'è il lavoro del futuro, sulla società che ci attende.

 

Bisognava fare un progetto aperto, democratico, inclusivo ma per davvero, per riprogettare questa nazione. Occorreva che i diversi piani del sapere si incontrassero: filosofico, giuridico, economico, informatico-tecnologico, sociale tutto insieme.

 

Si è deciso di affidare il nostro futuro alla fuffa di un'azienda vecchia dove lavorano dei vecchi e dei giovani vecchi nati bene usciti dalle solite madrasse che hanno gli anni 90 in testa.

 

Nel frattempo lo scontro tra visione centralizzata e decentralizzata continua. Uomini come Andreas Antonopoulos, i fratelli Durov, Nick Szabo, Ralph Merkle e Vitalik Buterin combattono e fanno, così come Zuckerberg, Gates, Musk e Pichai. Chi invece vive nel sistema di valori anni 90 vende consulenze a gonzi. Draghi è vecchio (e non è questione di età, è vecchio dentro).



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