loading...

CONDIVIDETE , grazie

Share

venerdì 26 febbraio 2021

Amico di salvini ha la ditta di Taser ?

Amico di salvini ha la ditta di Taser ?


Dietrofront sui taser alla polizia, dardi difettosi e il Viminale li ritira

La pistola ad impulsi elettrici, il Taser, voluta fortemente dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini come dotazione per le forze di polizia, non sarebbe adeguata, almeno per il momento, per arrivare nelle mani di agenti, carabinieri e finanzieri: secondo il Viminale non è andato bene il collaudo a Brescia, l’arma ha mostrato alcuni difetti.

«Criticità relativa alla fuoriuscita dei dardi. Un difetto dei requisiti minimi previsti dal capitolato tecnico», c’è scritto in un comunicato del dipartimento di pubblica sicurezza. E così una direttiva del ministero dell’Interno ha disposto il ritiro «fino a nuove disposizioni» dei 32 taser che in questi mesi erano stati distribuiti alle forze di polizia per la sperimentazione. E l’unica società che aveva partecipato al bando di gara per la fornitura, la “Axon Public Safety Germany Se”, è stata esclusa dalla gara. In fumo sono andati circa 50 mila euro: un taser costa intorno ai 1.500 euro.

«Rimane intento del dipartimento di Pubblica sicurezza — c’è scritto nella nota diffusa ieri — di dotare le forze di polizia di questa arma, ritenuta pienamente corrispondente alle esigenze operative».
«Mentre il governo blocca la sperimentazione del Taser e pensa di cancellare i decreti sicurezza che danno più tutele alle Forze dell’Ordine, nel carcere di Perugia una detenuta ha staccato un orecchio a una poliziotta», ha detto ieri il leader della Lega Matteo Salvini. La sperimentazione del taser (la pistola spara dardi che emettono impulsi elettrici che immobilizzano per alcuni secondi la muscolatura) è partita, dal 2018, in dodici città: Milano, Torino, Firenze, Napoli, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia, Brindisi, Genova, Bologna. Nel giugno 2019, Salvini deliberò le somme per il bando che riguardava l’acquisto. A gennaio è stato emanato il bando che poi l’Axon si è aggiudicato. Alle forze di polizia sarebbero arrivate 4.482 pistole taser: 1.600 alla polizia, 2.626 all’Arma, 256 alla Finanza. Totale dell’appalto: oltre 8milioni e mezzo. Adesso è tutto da rifare.

«Sembra ci siano state delle modifiche al dardo originario nei taser già forniti alle forze di polizia. Modifiche apportate per renderlo il meno offensivo possibile», dice Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia Siulp. Alla società Axon, però, nessuno conferma queste modifiche. La replica della Axon non tarda ad arrivare: «Ai test ufficiali non era presente alcun rappresentante Axon. Non è corretto riportare un’eventuale pericolosità in caso di malfunzionamento dei dispositivi: tale circostanza non si è mai verificata nei 107 Paesi che hanno adottato l’utilizzo del dispositivo. Rispetto agli esiti della gara la società ha preso atto dell’esito della procedura con stupore e sorpresa considerato che nel corso delle precedenti prove balistiche, svolte in contraddittorio, i dispositivi avevano dimostrato piena aderenza alle specificità tecniche previste dal bando di gara».
Sulla vicenda si addensa anche un piccolo giallo. E c’è chi sospetta che dietro al collaudo fallito ci sia dell’altro. «L’attuale maggioranza di governo ha mostrato scetticismo e ci auspichiamo che questo scetticismo non rallenti l’acquisto e la distribuzione dei taser. Nel collaudo con colpi a vuoto, in alcuni casi il dardo si è staccato dal cavo attraverso il quale passa l’impulso elettrico», dice il segretario del Sap, Stefano Paoloni. Che aggiunge: «Una statistica interna dimostra che in 14 casi su 15 in cui il taser è stato soltanto mostrato, la persona si è arresa alla polizia senza reagire».
Per il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, questo stop alla fornitura è una conferma ai dubbi sollevati due anni fa. «Nel 2018 presentammo un’interrogazione parlamentare al governo dove chiedevamo quali rischi e quali cautele erano state messe in opera per l’utilizzo dei taser da parte delle forze dell’ordine. Ci furono alcuni politici, i soliti, che in modo sguaiato ci accusarono di essere amici dei criminali e così via. Oggi veniamo a sapere che il Viminale ha disposto il ritiro dei taser per difetti. Una conferma autorevole del fatto che avevamo ragione a porre dubbi».

taser elettrici

Matteo Salvini continua a prendere schiaffi dal Governo Draghi. 
È ormai evidente, infatti, che nonostante i tentativi del leader del Carroccio di mettere mano sul Viminale e, soprattutto, sui decreti Sicurezza attraverso il sottosegretario Nicola Molteni, il ministro Luciana Lamorgese non intendere lasciare spazio alle velleità leghiste. 
La delega all’Immigrazione, infatti, resterà tra le competenze della Lamorgese. Nessuna delega, con buona pace di Molteni, neutralizzato dal primo minuto. E nessuna speranza neanche per i taser elettrici, punto forte della propaganda salviniana. 
Il ministro Lamorgese ha, inoltre, anche già chiarito che sulle modifiche ai Decreti Sicurezza apportate dal Governo Conte e sugli sbarchi non si tornerà indietro. E non si cambierà rotta. “La linea in questo settore non la attua un sottosegretario ma il responsabile del ministero”
 ha detto la titolare del Viminale. 
Ponendo una pesante pietra tombale sulle velleità leghiste.



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Problema Variante Salvini

Problema Variante Salvini

La variante inglese aumenta i contagi in Italia ma per il leader leghista
 il problema è l’allarmismo dei virologi: la variante Salvini sul governo.

Il Covid e la variante Salvini
Gli allarmi suonano da tutte le parti: le varianti del virus  stanno spingendo la diffusione del Covid e già ora oltre il 30% delle infezioni in Italia è dovuto a quella inglese e a metà marzo sarà predominante in tutto il Paese; questa è la previsione degli esperti di Iss e Cts che è stata comunicata al premier Mario Draghi e in diverse zone si materializza la temuta terza ondata.

In particolare nella provincia di Brescia che è diventata zona “arancione rafforzata”, insieme a 14 comuni dell’Emilia Romagna; sono poi aumentate le zone rosse in diversi territori mentre nelle ultime si registra un peggioramento complessivo di tutti gli indici.

Il ministro della Salute Speranza e gli esperti del Cts sono stati netti segnalando il rischio contagi, specie alla luce delle nuove varianti.

Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, dell’incontro con Draghi ha riportato questo ieri:

Abbiamo rappresentato al presidente del Consiglio i dati e i numeri, noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente. “Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un’altra occasione. Venerdì ci sarà il nuovo monitoraggio, poi vedremo.

Problema Variante Salvini



Questo è il quadro generale, poi c’è l’altra variante: Matteo Salvini.

Il leader leghista, da quando è tornato al governo, ha ripreso la sua loquacità, anche in mancanza di sbarchi sulle coste. Esterna tutti i giorni più volte: dal suo afflato con Draghi, alla ritrovata amicizia con l’Europa, fino alla stagione del Milan in campionato. Poi ci sarebbe l’emergenza sanitaria e li le cose si complicano: l’epidemia avanza ma per Salvini il problema 
sono i virologi che avvertono dei rischi:

Apro la tv e vedo un virologo che dice ‘stiamo tutti per morire’. Basta!

Il leader della Lega lo ha detto in Tv, ospite a “Oggi è un altro giorno su Rai 1”. E qualche dubbio lo aveva lanciato anche sul Comitato Tecnico Scientifico:

Si può fare il rodaggio alla macchina, lasciamo a Draghi la decisione, ma la domanda è: ha funzionato tutto in questo anno? Secondo me no.

Dunque, nonostante un anno di pandemia, in cui Matteo Salvini ha detto tutto e il contrario di tutto (passando dai patimenti economici causati dal Giuseppe Conte ,”apriamo tutto, governo di incapaci!“,  ai patimenti sanitari causati da Giuseppe Conte, “chiudiamo tutto, governo di incapaci!“), il problema non sarebbe legato alla recrudescenza del virus, rafforzato dalla variante inglese che sta diventando predominante, ma di quei menagramo dei virologi che avvertono dei rischi.

Questo perché il leader leghista Salvini è preoccupato per il nostro equilibrio psico-fisico:

  Si rischia di morire di alienazione, pasticche e di chiusure.



Va detto che anche  morire attaccati a un respiratore in una stanza d’ospedale, da soli non è una gran prospettiva, ma la filantropia di Salvini lo porta a preoccuparsi ancor prima d’arrivare a quello. Lui è nella fase dell’incubazione emotiva.

Dopo l’incontro di martedì col Mario draghi ha dichiarato ancora:

Noi siamo per la tutela della salute, ma con interventi mirati e in questo c’è sintonia con il presidente Draghi e son contento. Se c’è un problema in quella zona, in quella provincia, come ad esempio a Brescia, intervieni in provincia di Brescia, non è che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita:
 se si può pranzare tranquilli,
 allora si può cenare tranquilli.

Non contento, a margine di una conferenza stampa al Senato, ha allargato il discorso ai giovani:

Stiamo rubando ai nostri ragazzi anni importanti. Quindi si può essere prudenti, ma tornando alla vita.

Ma come tornare alla vita? Qual è il piano della Lega che non conosciamo? Questo non è dato saperlo. La variante Salvini in questo momento appare più pericolosa della variante inglese.


.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Cita Topolino il Sottosegretario della Lega

Cita Topolino il Sottosegretario della Lega


“Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto”: 
cita Dante e invece è Topolino. La gaffe del nuovo sottosegretario della Lega

Rossano Sasso, che si è lanciato in questa citazione del Sommo Poeta sul suo profilo Facebook, ma si tratta di un Dante apparso in un fumetto di Topolino del 1950,
 'L'Inferno di Topolino', parodia appunto dell'opera dantesca


 Peccato che quel Dante non sia il Sommo Poeta che scrisse la Divina Commedia, come invece credeva il nuovo sottosegretario leghista all’Istruzione, Rossano Sasso, che si è lanciato in questa citazione dell’Alighieri sul suo profilo Facebook, ma di un Dante apparso in un fumetto di Topolino del 1950, 
L’Inferno di Topolino, parodia appunto dell’opera dantesca.

La gaffe del nuovo sottosegretario ha ovviamente provocato l’ilarità del web, ma non si tratta della sua prima uscita che fa discutere, e nemmeno della più grave. Già nel 2018, il deputato pugliese organizzò un flash mob tra i lidi di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, dopo l’arresto di un migrante marocchino di 31 anni accusato di aver violentato una 17enne. Sasso mise insieme un po’ di leghisti del Sud e, bandiere salviniane in mano, definì l’uomo un “bastardo irregolare sul nostro territorio”. Cinque mesi dopo il tribunale di Taranto fece luce sulla vicenda: 
Mohamed Chajar non aveva commesso alcuna violenza.



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

mercoledì 24 febbraio 2021

Aveva scritto su Facebook Insulti e Minacce

Aveva scritto su Facebook Insulti e Minacce


Oggi è arrivata la sentenza: condannato a 6 mesi 
di reclusione ed al risarcimento. Aveva scritto su Facebook: 
"per la Boldrini sempre più piombo delle p38". 
Mi sono costituita parte civile e sono andata a testimoniare.
Dobbiamo denunciare l'odio online. Minacce 
e insulti non possono restare impuniti. 
È un modo anche per "riprenderci" 
la Rete come spazio di confronto e di incontro così importante.
Fermare la violenza, che oggi in Rete dilaga,
 deve essere un impegno di tutte e tutti noi. 
Una battaglia di libertà che non possiamo perdere e
 che ha nella denuncia una tappa fondamentale. 
Non facciamoci intimidire!
Laura Boldrini



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Niente Caffè con uno Spacciatore di Odio

Niente Caffè con uno Spacciatore di Odio


Una settimana fa Salvini, tra il serio e il faceto, 
aveva offerto un caffé a Laura Boldrini.
Oggi, ai microfoni di Radio C.
 è arrivata la risposta dell’ex Presidente della Camera. 
Ed è grandiosa, oltreché definitiva.
“Quella che Salvini ha fatto nei miei confronti 
è una operazione criminale, per questo non prenderò un caffè con lui” ha detto Boldrini. 
“Non c’è da banalizzare. Salvini ha fatto solo politiche di odio sfruttando le debolezze delle persone come i migranti per farsi pubblicità. Ha fatto del male a questo Paese e il suo comportamento non può essere derubricato ad andiamoci a prendere un caffè. No, 
non sono disposta a buttarla a tarallucci e vino.”
Questo, e nient’altro, è, è stato e sarà sempre Matteo Salvini.
Finalmente, in questi giorni di amnesie collettive, 
qualcuno che lo dice chiaramente e ad alta voce.



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Firma per il Vaccino Bene Comune


Firma per il Vaccino Bene Comune


VACCINO “BENE COMUNE”?
Oltre gli slogan, le scelte immediate per l’Italia
La Salute non è proprietà privata.

Nel 2020, il mondo è stato travolto da una pandemia che, come ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale del Commercio, rappresenta “una devastazione senza precedenti per l’economia globale e il commercio mondiale”. L’emergenza sanitaria prodotta dal nuovo coronavirus richiede - come mai prima - condizioni di accesso rapido a tutti gli strumenti medicali, inclusi i prodotti farmaceutici come  diagnostici vaccini e  farmaci, per la prevenzione del contagio e la cura delle persone malate. La perdurante scarsità di prodotti medicali che colpisce soprattutto – ma non solo - i paesi a basso e medio reddito mette in grave pericolo la vita del personale sanitario nel mondo, determina il decesso di un numero significativo di lavoratori essenziali, prolunga la pandemia. E con essa, il declino socio-economico globale. Una misura di politica internazionale per garantire l’accesso universale al vaccino e agli altri rimedi che possano fermare il virus SARS-CoV-2 è dunque indispensabile.


Sin dall’inizio della pandemia, infatti, la possibilità di accesso ai prodotti essenziali, nel mondo, è fortemente diseguale. I paesi più ricchi, che rappresentano il 13% della popolazione mondiale, si sono già accaparrati più di due miliardi di dosi dei potenziali vaccini contro Covid19 attraverso acquisti preventivi che i paesi a basso e medio reddito non possono permettersi.  I  governi europei  hanno finanziato la ricerca per il vaccino con imponenti contributi pubblici (16 miliardi di euro) ma senza porre alcuna condizione all’industria farmaceutica quanto a prezzi, strategie di accesso, trasparenza degli studi clinici.

Una delle principali barriere di accesso ai farmaci essenziali risiede nei diritti di proprietà intellettuale, ovvero nel regime di monopolio brevettuale della durata di venti anni che gli accordi TRIPS dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) conferiscono alle industrie. Per questo il 14 novembre 2001 gli stati membri dell’Omc adottarono la storica Dichiarazione di Doha, che riconosceva loro la prerogativa di usare tutte le flessibilità necessarie per rispondere alle necessità di salute pubblica, in deroga ai brevetti. Flessibilità comunque difficili da attuare. Gli effetti negativi di questi monopoli, che permettono alle aziende di fissare le condizioni di mercato dei farmaci, sono stati ampiamente documentati per alcune patologie gravi che hanno prevalentemente colpito i paesi poveri (HIV/AIDS, malaria, polmonite) ma più di recente anche i paesi industrializzati, come dimostra il prezzo inaudito della terapia di Gilead Sciences contro l’Epatite C.

In risposta alla crisi globale del nuovo coronavirus, il 2 ottobre scorso India e Sudafrica hanno pertanto chiesto ufficialmente all'Omc di permettere a tutti i paesi membri di non concedere brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale in relazione al Covid19 per tutta la durata della pandemia, fino al raggiungimento dell’immunità globale. La proposta di India e Sudafrica chiede a tutti i paesi dell’Omc una deroga rispetto agli obblighi contenuti nella Sezione I, Parte II, dell’Accodo TRIPS, concernente copyrights e brevetti.  L'art IX, comma 3 e 4, dell'accordo di Marrakesh, costitutivo dell'Omc, consente  la procedura di deroga, ove si producano circostanze eccezionale e siano indicate condizioni e durata della deroga stessa.

Firma per il Vaccino Bene Comune


La proposta di India e Sudafrica è sostenuta da molti altri governi, da organizzazioni internazionali, e da oltre 400 organizzazioni della società civile, da esperti, economisti. Numerosi Rapporteur speciali dell'Onu hanno sottoscritto un documento a favore della deroga ai brevetti, come strumento di tutela dei diritti alla cura per tutti. L'Italia stessa, Paese tra i più colpiti dalla pandemia, avrebbe ogni interesse nel sostenere questa proposta.

Chiediamo dunque che l’Italia si adoperi con convinzione in seno all’Unione Europea, di concerto con altri paesi europei, affinché l’ostilità della Commissione alla iniziativa di India e Sudafrica sia immediatamente rivista, e sia invece accolta per Covid19 la temporanea eccezione al regime ordinario dell’Accordo TRIPS. 


FIRMA QUI




.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

lunedì 22 febbraio 2021

il Negazionista della Lega Ritorna ad Urlare Contro

 
il Negazionista della Lega Ritorna ad Urlare Contro

Salvini pensa di avere pieni poteri ed imporre la ricetta Bolsonaro: "Licenziare Arcuri e riaperture"
Il capo della Lega dimentica subito le promesse di avere un profilo istituzionale nel governo Draghi e spinge per la linea negazionista mentre il sistema sanitario rischia di essere messo in crisi dalle varianti

Pensa di avere pieni poteri e, ovviamente, i buoni propositi di mettere da parte i torni di propaganda per favorire l’azione di governo sono stati disattesi dopo pochi giorni, come era lecito aspettarsi.
"Mi aspetto un piano vaccinale serio e rapido, con il licenziamento di Arcuri che ha fallito, e un progressivo ritorno alla vita, con la riapertura nelle prossime settimane di tante attività (ristoranti la sera e palestre, teatri e attività sportive)".
 Lo ha dichiarato il segretario della Lega Matteo Salvini, rispondendo su che cosa si attenda il Carroccio dal Consiglio dei ministri di domani mattina, chiamato a varare le nuove misure anti-Covid.
"Basta con gli annunci che seminano paura, rimettiamo al centro salute e lavoro, libertà e vita", ha dichiarato ancora Salvini.
Ovviamente il Bolsonaro al governo non tiene minimamente in considerazione che c’è un grosso problema con la diffusione delle varianti che rischia di mandare in tilt il sistema sanitario.

LEGGI ANCHE

Presidente della Regione Lombardia della Lega
 convoca 150 ultra ottantenni per le vaccinazioni, tutti alla stessa ora,
 le 8.00 del mattino, creando un assembramento ALLUCINANTE ... https://cipiri00.blogspot.com/2021/02/modello-lombardo-far-morire-tutti-gli.html




.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Cuba, Vaccino Gratis a Licenza Libera

Cuba, Vaccino Gratis a Licenza Libera


Le speranze del vaccino cubano ed il lavoro del ricercatore italiano
L’8% dei vaccini contro il coronavirus già arrivati in fase di sperimentazione clinica è prodotto a Cuba. La storia di Fabrizio Chiodo, ricercatore italiano che dal 2014 collabora
 con l’Avana nel campo dei vaccini.

Cuba ha registrato nelle ultime 24 ore 1.039 nuovi casi di coronavirus, il secondo aumento giornaliero più alto dall'inizio dell'epidemia. Più della metà delle infezioni sono state registrate all'Avana. Ma il Paese spera nei vaccini di propria produzione: sono quattro i farmaci candidati, il piu' promettente dei quali è il Soberana 02, che a marzo entrerà nella Fase 3 di sperimentazione, secondo quanto riferito dalle autorità sanitarie, che sperano di immunizzare la popolazione entro l'anno.


Il Paese non ha acquisito dosi nel mercato internazionale né fa parte dei 33 paesi latinoamericani che hanno aderito al meccanismo Covax, creato sotto l'egida dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per promuovere un equo accesso ai vaccini nei Paesi poveri.Cuba, ha sottolineato il fondatore di Emergency, Gino Strada “produce l'unico vaccino anti-Covid pubblico, ovvero finanziato, sviluppato e prodotto interamente dallo Stato” ed è “l'unica nazione autonoma da questo punto di vista in tutto il mondo”.“Inoltre - aggiunge - si prepara a distribuire entro sei mesi cento milioni di dosi ai Paesi che non hanno le risorse per procurarselo, avviando la più colossale campagna di solidarietà internazionale della storia dell'umanità. Bizzarro che proprio un 'Paese comunista', con tutti i limiti e le contraddizioni da superare, sia lo stato più evoluto del mondo”.

Bizzarro che proprio un 'Paese comunista', con tutti i limiti e le contraddizioni da superare, sia lo stato più evoluto del mondo


L’isola del Centroamerica, Paese socialista che da anni fa i conti con l'embargo statunitense, è insomma un piccolo fiore all’occhiello nel mondo dell'industria biotecnologica. E fu proprio l’embargo a spingere i cubani in questa direzione.

Quattro vaccini in fase di sperimentazione clinica
Fidel Castro, conscio delle difficoltà indotte dal ban commerciale imposto dagli Stati Uniti, ha puntato sulla ricerca, affinché il Paese raggiungesse una sorta di autonomia medica. E forse non è un caso, allora, che oggi siano ben quattro i progetti vaccinali contro il coronavirus – sostenuti dallo Stato – in fase di sperimentazione clinica. Tutti hanno come scopo la distribuzione gratuita. Due di questi sono in Fase 2, e potenzialmente vicini alla commercializzazione. 
E sono quelli a cui sta lavorando il Finlay Institute Avana.


Un ricercatore italiano a Cuba


Un ricercatore italiano a Cuba
Proprio a questi progetti sta contribuendo Fabrizio Chiodo, ricercatore italiano che dal 2014 collabora con l’Avana nel campo dei vaccini. Nato e cresciuto a Palermo, ma originario di Caccuri (piccolo Paese della provincia di Crotone che si arrampica verso la Sila), Chiodo ha lavorato per anni in giro per il mondo: Spagna, Olanda, Cuba. Da ottobre scorso è un ricercatore del CNR, e vive a Pozzuoli. Ma la sua collaborazione con Cuba non si è mai interrotta.

«Dal 2014 – racconta il ricercatore al Sole 24 Ore - collaboro attivamente con Istituto di vaccini Finlay di Avana cercando di capire ed ottimizzare vaccini contro malattie infettive. Ogni anno passo un mese a Cuba, dove insegno Chimica ed Immunologia dei carboidrati all’Università dell'Avana. Anni fa, quando ero in Olanda, ho vinto alcuni progetti Erasmus per effettuare diversi scambi di studenti tra Avana e Olanda. E lì è iniziato tutto».

Quando gli chiediamo perché proprio Cuba, Chiodo non ha esitazioni: «Perché è l’unico Stato dove un prodotto può andare dal laboratorio alla clinica per via totalmente pubblica. Faccio questo lavoro per gli altri, spinto da una forte etica. E Cuba mi permette di rispettare quello in cui credo».E allora spazio al vaccino contro il coronavirus, a cui anche Chiodo sta lavorando da alcuni mesi: «Io ho partecipato e partecipo al disegno, sviluppo ed analisi dei dati dei due candidati vaccinali contro SARS-CoV-2 del Finlay Institute Avana (a Cuba in totale ci sono quattro candidati vaccinali in clinical trial). Sono tutti vaccini a sub-unità della proteina “spike” dei virus, in una formulazione con adiuvanti».

Soberana 1 e 2
I due vaccini cubani di cui parla Chiodo sono il Soberana 2 e il Soberana 1. Il Soberana 2, i cui studi clinici sono iniziati ad ottobre, contiene la parte RBD della proteina “spike” del coronavirus, che è fusa con un vaccino antitetanico standard per renderlo stabile. Utilizza anche idrossido di alluminio come coadiuvante per rafforzare il sistema immunitario. Il 18 dicembre scorso, il Finlay Vaccine Institute è passato a uno studio di fase 2 per valutare la forza della risposta immunitaria.
Il Soberan 1, invece, è quello a cui Cuba lavora sin da agosto, contiene una parte della proteina spike (la RBD) insieme a due ingredienti extra: le proteine di un batterio e idrossido di alluminio. Questi ingredienti, noti come adiuvanti, potenziano la risposta del sistema immunitario al coronavirus.«I vaccini di Pfizer o AstraZeneca – aggiunge Chiodo - per motivi tecnologici ed economici arrivano prima, ma se vogliamo coprire tutto il mondo serviranno diversi vaccini, soprattutto pubblici, e la sanità cubana è totalmente pubblica. Oggi i due candidati del Finlay sono in fase clinica 2 e dovremmo terminare la fase 3 a marzo 2021».

Secondo il ricercatore palermitano, il concetto di vaccinazione «è uno dei traguardi più belli e più eccellenti della mente umana. E penso che possa davvero essere un concetto “socialista”, che allontana molti Paesi dal dovere essere “schiavi” di farmaci, perché protetti dai vaccini. Il modello economico attuale autorizza e prevede di fare profitto anche su farmaci e vaccini. E ritengo sia eticamente non corretto. Ma il capitalismo lo prevede». Modello che, a quanto pare, non appartiene a Cuba: «Cuba è un Paese socialista – ci racconta ancora Chiodo - dove la biotecnologia è totalmente pubblica. E non trarrà alcun profitto da questi vaccini. Il vaccino verrà prima distribuito alla popolazione locale e successivamente, come succede con altri vaccini, in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, verrà distribuito gratuitamente ai Paesi in via di sviluppo».




.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Guerra tra Vaccini

Guerra tra Vaccini


TRA FAKE NEWS E GEOPOLITICA

Mentre diventa finalmente realistica la prospettiva di campagne vaccinali che possano sconfiggere il Covid 19, l’enorme competitività che divide le case farmaceutiche porta a una vera e propria guerra dei vaccini, combattuta a colpi di fake news, ovvero di dietrologie. Il primo prodotto a subire questo trattamento è stato il vaccino russo Sputnik V la cui approvazione a fine agosto il New York Times bollò come una semplice “mossa politica” scrivendo – senza nessuna prova di tale affermazione – che Mosca aveva saltato tutti i test con controlli randomizzati ed estesi. Ovvero le fasi necessarie per assicurare sia sicurezza che efficacia del prodotto. “Dunque non solo è potenzialmente pericoloso, ma non sappiamo neppure se funzioni davvero”. E Repubblica – nella sua nuova veste di giornale atlantista – sintetizzò: “Il vaccino russo è peggio del coronavirus”. Ovviamente tutte balle come hanno dimostrato i fatti, cioè le sperimentazioni di fase tre in Russia e negli Emirati, e gli accordi con numerosi governi per produrre Sputnik V nei diversi paesi. E l’Istituto Gamaleya – con il direttore Aleksandr Gintsburg – ha definito il respingimento del proprio prodotto
 “una lotta per la quota di mercato”.

Accomunato dallo stesso destino appare oggi il primo vaccino autorizzato dalle autorità regolatorie in Occidente, dall’agenzia inglese e dalla FDA, quello contro il Covid di Pfizer-BioNTech ai raggi X che, secondo uno studio pubblicato dal prestigioso New England Journal of Medicine, avrebbe “un’efficacia scarsa con la prima dose e non sono poche le reazioni avverse (27% dei casi) anche se fino a questo momento non particolarmente gravi: febbre, brividi di freddo, mal di testa, vomito, diarrea le più comuni”. Per quanto riguarda la sicurezza lo studio rileva che il 27% dei pazienti ha avuto eventi avversi contro il 12% di coloro ai quali è stato somministrato un placebo. Pochi i volontari, in entrambi i gruppi, che hanno accusato gravi o severi eventi avversi. In tutto sono sei i pazienti deceduti durante la sperimentazione, due tra quelli che hanno ricevuto il vaccino e quattro tra quelli trattati con placebo (e che dunque il vaccino non lo hanno avuto), “ma nessuna delle morti è stata considerata dagli studiosi in relazione con il vaccino o il placebo e nessun decesso associato al Covdi-19 è stato osservato”. Resta da capire, stando così le cose, perchè i colleghi del Tempo abbiano titolato sulle morti legate al vaccino Pfizer. Contro questo prodotto si è mosso – per suoi rancori personali – anche il dottor Mike Yeadon, ex vicepresidente e capo scienziato di Pfizer per l’allergia e l’apparato respiratorio, il quale afferma che la spinta verso un vaccino universale ha “l’odore del male” e che “si opporrà… con vigore”.

Questa presa di posizione ha trovato seguaci in Italia nel prof. Andrea Crisanti che ha affermato che non si sottoporrà alla inoculazione del vaccino anti Covid fino a che i dati di efficacia e sicurezza non saranno stati messi a disposizione sia della comunità scientifica sia delle autorità che ne regolano la distribuzione. Salvo poi rimangiarsi la cosa, per pudore.

In realtà il vaccino Pfizer, che arriverà per primo anche in Italia, fornisce una protezione, seppur limitata, fin da 12 giorni dopo la somministrazione della prima dose, si legge sul sito del British Medical Journal che riepiloga le evidenze illustrate nell’articolo scientifico “Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine”. L’efficacia del vaccino dopo la prima dose è del 52%. Ma dopo sette giorni dalla seconda dose l’efficacia cresce al 95% (media tra il 90.3% e il 97.6% dei gruppi considerati nello studio). Dunque funziona molto bene.

Oggi, poi una notizia che arriva dal Perù mette in cattiva luce uno dei vaccini cinesi. Lima ha annunciato di aver sospeso temporaneamente, a scopo precauzionale, le sperimentazioni cliniche del vaccino Sinopharm contro il coronavirus: a far scattare le procedure è stata l’individuazione di problemi neurologici in uno dei volontari. I test del vaccino avrebbero dovuto concludersi questa settimana, dopo aver testato circa 12mila persone, e il governo peruviano aveva programmato di acquistare circa 20 milioni di dosi. “Qualche giorno fa abbiamo debitamente riferito alle autorità regolatorie che uno dei nostri partecipanti mostrava sintomi neurologici che potevano corrispondere a una complicazione nota come Guillain-Barrè”, ha spiegato il ricercatore capo per gli studi clinici sul vaccino sviluppato dal laboratorio cinese Sinopharm. La sindrome di Guillain-Barrè è una condizione rara e non contagiosa in cui il sistema immunitario del paziente attacca parte del sistema nervoso periferico. Questo può portare alla debolezza muscolare e alla perdita di sensibilità nelle gambe e nelle braccia. A metà del 2019, il Perù aveva dichiarato un’emergenza sanitaria temporanea in diverse regioni del Paese a causa di diversi casi di questa sindrome, 
dunque con il vaccino non c’entra per nulla.

Allo stato delle cose non è chiaro inoltre se il paziente che ha avuto i disturbi abbia ricevuto il vaccino o il placebo. Una situazione analoga a quella accaduta ad AstraZeneca in Brasile, dove l’evento avverso riguardò uno dei pazienti trattati con il placebo.

Ma contro i vaccini cinesi è stato sfoderato soprattutto un argomento che non c’entra nulla con l’efficacia e riguarda invece i giochi geopolitici che si sono fatti, da parte soprattutto della amministrazione Trump, per danneggiare la Cina. “Non c’è dubbio che la Cina stia praticando una diplomazia del vaccino per riparare alla sua immagine danneggiata”, sostiene ad esempio Huang Yanzhong, esperto di sanità pubblica per lo statunitense Council on Foreign Relations, citato dall’Afp. Il vaccino contro il Covid-19 “è diventato anche uno strumento per aumentare l’influenza globale della Cina e appianare questioni geopolitiche”.
Il presidente Xi Jinping ha più volte dichiarato che il vaccino cinese sarà un “bene pubblico globale”, ma per qualche misteriosa ragione i media rimproverano dia ver fatto accordi prioritariamente con Filippine, Malaysia, Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam, a cui Pechino ha promesso priorità nella distribuzione, e in secondo piano Nepal, Sri Lanka e Serbia. Inoltre, l’Indonesia ha già annunciato, domenica scorsa, di avere ricevuto il primo carico di vaccino prodotto da Sinopharm, per un totale di 1,2 milioni di dosi, a cui ne seguirà un secondo da altre 1,8 milioni, atteso entro fine gennaio 2021. Come se gli asiatici non avessero esattamente la stessa dignità degli occidentali e lo stesso diritto a vaccinarsi.

Una campagna di stampa negativa e del tutto infondata ha accompagnato anche il cammino del vaccino di AstraZeneca, ai cui ricercatori si è rimproverato recentemente di aver individuato in corsa (cioè nella fase tre) la dose ideale: una fiala e mezza, che assicura l’efficacia di oltre il 90 per cento. Questa grave colpa avrebbe vanificato, secondo media interessati, l’intera sperimentazione. Balle, come al solito.

Il vaccino di AstraZeneca in realtà è in attesa di ricevere l’autorizzazione da parte di EMA e appena arriverà, probabilmente ai primi di gennaio, “da quel giorno, in 24 ore, saremo pronti a fornire il vaccino”, ha spiegato Onofrio Palombella, coordinatore della task force vaccini di Astra Zeneca. Il manager ha aggiunto che con il Commissario Domenico Arcuri è stato definito un timing: “dalla seconda metà di gennaio il primo quantitativo di vaccino e le 40 milioni di dosi”. “In questa fase di emergenza, in cui il tempo è una variabile assolutamente dipendente, ovviamente si è privilegiata la disponibilità immediata, quindi avremo delle fiale multi-dose già diluite e pronte all’uso. Si tratta di fiale da 10 somministrazioni l’una e gestibili da 2-8 gradi, esattamente come il vaccino dell’influenza. Le fiale per tutta Europa verranno preparate in Italia, e poi attraverso la catena di distribuzione della DHL portate all’hub di Pratica di Mare. Da lì verranno distribuite in quota parte alle Regioni”.

Resta da vedere se queste notizie messe in giro per favorire l’uno o l’altro prodotto non finiranno con l’ingigantire invece l’esercito già cospicuo dei no vax. Il che sarebbe un bel guaio. Sulla fiducia nel vaccino anti-Covid, circolano statistiche che vedono già gli europei tra 
le persone più dubbiose del pianeta.
Rispetto a Cina, Brasile e Sudafrica che registrano indici di fiducia sopra l’80% i Paesi Ue si collocano in coda, con la Polonia al 56%, la Svezia al 65%, la Germania al 68% e l’Italia al 70%. Con un’indicazione in più: globalmente in Europa la disponibilità a farsi vaccinare è scesa tra agosto e ottobre 2020, di poco in Italia, di più in Francia e ancora di più in Spagna.

leggi anche

La più colossale campagna di solidarietà internazionale
 della storia dell'umanità, il Paese Comunista, è lo stato più evoluto del mondo ...



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

domenica 21 febbraio 2021

Fontana e Moratti ma Lombardia in Tilt

Fontana e Moratti ma Lombardia in Tilt



La vaccinazione antinfluenzale fallita e finita.
 La “scoperta” che creare zone rosse fosse possibile.
 L’improvvisa rimozione del dg alla Sanità. Sì, 
si va proprio alla grande nella Regione amministrata da Fontana e Moratti

Varrebbe la pena andare a rivedere le immagini di Fontana e Gallera mentre assicuravano di non avere nulla da rimproverarsi sulle azioni messe in campo da Regione Lombardia per fronteggiare la pandemia. Varrebbe la pena scrutare con attenzione, tenerle bene a mente, quelle facce così convinte, quasi con sicumera, mentre accusavano i giornalisti di voler remare contro, di vedere errori che non esistevano, mentre garantivano che tutto andava bene, che tutto sarebbe andato bene, che i vaccini antinfluenzali sarebbero stati fatti, che la Lombardia era solo vittima di una serie sfortunata di circostanze. Quelle circostanze sfortunate in effetti erano loro.

Gallera non c’è più, silurato perché ingenuo nelle dichiarazioni e perché gran collazionatore di figure di tolla (come si dice in Lombardia). È stato il capro espiatorio perfetto per essere linciato in nome della salvezza di tutti gli altri. Qualcuno ha osato pensare che avere cacciato Gallera fosse un’ammissione di colpa ma anche in questo caso Fontana se l’è presa sul personale e ha avuto il coraggio di dirci che no, che Gallera era solo un po’ “stanchino” (ha avuto il coraggio di dire davvero così). Peccato che qualche settimana dopo proprio Gallera si sia lasciato sfuggire in una trasmissione di una televisione locale che no, non era stanco, e che era stato Salvini a silurarlo.

Poi è arrivata Letizia Moratti con una nomina che ha tutto il sapore di un commissariamento. Ma come? La fulgida Lombardia aveva bisogno di una perdente per risollevarsi? Niente, non hanno mai risposto. Tra l’altro Moratti non ha fatto rimpiangere per niente Gallera in tema di figure barbine iniziando subito a bomba con la sua proposta di un vaccino in base al Pil. Intanto la campagna vaccinale antinfluenzale è miseramente fallita e finita. Poi ci hanno detto che entro giugno avrebbero vaccinato tutti i lombardi. Ora dicono che no, che si erano sbagliati. È arrivato pure Bertolaso. Ma come? Ma mica la Regione era talmente brava e competente?

Poi è successo che Regione Lombardia abbia chiuso dei comuni, trasformati in zona rossa per le varianti del virus. Ma come? Ma mica Fontana ci aveva detto che era compito del governo? E ora invece si può? E perché allora non si è chiusa la bergamasca? 
Quanti morti si potevano risparmiare? Nessuna risposta.

Ieri è stato fatto fuori il direttore generale alla Sanità Marco Trivelli. Sono rimasti sorpresi anche i consiglieri di maggioranza. Il comunicato della Regione è imperdibile: «Si tratta di destinare un’importante risorsa in termini di competenza ed esperienza alla guida di un’area strategica per la quale l’assessorato al Welfare di Regione Lombardia vuole riservare la massima attenzione». L’hanno spedito all’ospedale di Vimercate, il direttore generale, 
e vogliono farci credere che sia quasi una promozione.

Per inciso: Trivelli aveva sostituito 8 mesi fa, sotto Gallera, Luigi Cajazzo, oggi indagato dalla procura di Bergamo per il caso dell’ospedale di Alzano Lombardo, riaperto il 23 febbraio 2020 nonostante l’accertamento dei primi casi di Covid. Trivelli era quello che difendeva Fontana sui dati sbagliati inviati da Regione Lombardia, quello che ci assicurava 
che i vaccini antinfluenzali stavano andando alla grande.


.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Modello Lombardo ( Far morire tutti gli Anziani )

( Far morire tutti gli Anziani )



Modello Lombardo 
L'ospedale di Varese (la stessa città di cui è stato Sindaco il fenomeno verdognolo incidentalmente Presidente della Regione Lombardia) convoca 150 ultra ottantenni per le vaccinazioni, tutti alla stessa ora, le 8.00 del mattino, creando un assembramento scientifico.
Tempo di attesa medio, un'ora in coda, a zero gradi, in balia di sé stessi, 
allegramente affiancati l'uno all'altro.
Li abbiamo tenuti sotto teche per mesi, i nostri nonni, e nel luogo che più di tutti dovrebbe essere deputato a proteggerli, sono trattati alla stregua di polli in batteria.
Un ottimo piano: vien da pensare ci sia del metodo nel completare
un lavoro lasciato a metà circa un anno fa...
( Far morire tutti gli Anziani )



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Fontana e Moratti Non dovrebbero fare i Politici

Fontana e Moratti  Non dovrebbero fare i Politici


Le parole dell'europarlamentare del Partito Democratico 
sull'avvicendamento alla guida direzione Welfare in Lombardia


Fontana e Moratti licenziano un altro direttore generale della sanità lombarda. In realtà sono loro quelli che dovrebbero andare a casa. Questo in un post sui social il commento  dell'europarlamentare del Pd Piefrancesco Majorino sulla sostituzione di Marco Trivelli con Giovanni Pavesi alla direzione generale del Welfare lombardo.

Dello stesso tenore era stata la reazione delle opposizioni in Regione, con Fabio Pizzul (Pd) che aveva messo in luce come si trattasse dell'ennesimo "cambio al vertice della sanità lombarda dall'inizio della pandemia" che però non risolveva di certo "le difficoltà e le inefficienze della Regione di fronte al virus", e Massimo De Rosa (Movimento Cinque Stelle) che definiva i continui cambiamenti come "atto di accusa pubblico dell'assessore Moratti alla gestione Fontana".

"Questo modo di governare la nostra regione - aveva fatto eco Pietro Bussolati (Pd) - deve finire. Non possiamo continuare ad essere noi cittadini a pagare il conto delle loro inadeguatezze". La nomina di Pavesi a nuovo il direttore generale al Welfare è giunta a circa un mese di distanza dal passaggio dello stesso assessorato, con Letizia Moratti che ha preso il posto di Giulio Gallera.

Il nuovo dg al Welfare lombardo, il 59enne Giovanni Pavesi, ex dg dell'Usl 8 Berica,  dell'Ulss 6 Vicenza ed ex commissario straordinario dell'azienda Ulss 5 Vicenza, vanta una lunga esperienza sul tema. La stessa regione, in un comunicato, lo presenta come un "esperto di management sanitario, che vanta una proficua attività di collaborazione con l'università Bocconi di Milano-Cergas Sda, Centro di ricerca e gestione dell'assistenza sanitaria e sociale, in particolare in materia di management delle aziende sanitarie in tempo di crisi e modelli di governance per il procurement sanitario". 




.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

martedì 16 febbraio 2021

1 Caramella e 50 anni Insieme

1 Caramella e 50 anni Insieme


"Tuo nonno mi chiese di sposarlo con una caramella.
Non avevamo niente, si inginocchiò e mi disse :'non ho nulla ora, 
solo una caramella, ma se vuoi possiamo costruire tutto insieme.
E tu?
Ho aperto la caramella, l'ho divisa in due e l'abbiamo mangiata. Da quel momento 
abbiamo diviso e condiviso tutto. Siamo caduti, ci siamo rialzati e abbiamo costruito.
Tutto insieme. Abbiamo vissuto momenti difficili, di stanchezza, ma ci siamo 
sempre stati l'uno per l'altro. Fino all'ultimo.
Altri tempi nonna
"Il tempo non cambia il modo di amare.
Quello che è cambiato è che non avete più esempi belli da seguire.
Mo avete paura di tutto.
Non vi sposate per paura di non riuscire a costruire. Appena litigate vi lasciate 
perché poi pensate di trovarne uno migliore. Siete sempre alla ricerca della 
perfezione, come se poi esistesse.
Vi manca la percezione della realtà. Della felicità nelle piccole cose.
Fate ste grandi dimostrazioni, anelli da migliaia di euro, un video esagerato per le 

proposte di matrimonio e poi vi perdete il momento.
Quella cosa intima che custodite in due, solo in due per tutta la vita.
È questo che vi manca.
Il coraggio di vivere la vita e l' amore per quello che
 sono e non per come lo immaginate."

DAL WEB


.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

lunedì 15 febbraio 2021

Modello Lombardo di Sanità Truccata da Lega

Modello Lombardo di Sanità Truccata da Lega

Appalti truccati nella sanità lombarda, 
a processo l’assessore regionale Garavaglia

L’assessore regionale lombardo all’Economia, Massimo Garavaglia, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di turbativa d’asta. Il politico leghista era indagato assieme all’ex vicepresidente della Regione Mario Mantovani: è accusato di aver fatto pressioni per pilotare un bando da 11 milioni di euro per il servizio di pazienti dializzati.



L'assessore regionale lombardo all'Economia, Massimo Garavaglia, andrà a processo con l'accusa di turbativa d'asta. Lo ha deciso il giudice per l'udienza preliminare Gennaro Mastrangelo rinviando a giudizio il politico leghista assieme ad altre 12 persone. Garavaglia era stato indagato dal pubblico ministero Giovanni Polizzi nell'ambito dell'inchiesta su presunti appalti pilotati nella sanità lombarda che aveva portato lo scorso ottobre all'arresto dell'ex vicepresidente della Regione Lombardia ed ex assessore alla Sanità Mario Mantovani, adesso imputato in un processo parallelo.




Modello Lombardo di Sanità Truccata da Lega



Secondo gli inquirenti proprio Garavaglia e Mantovani avrebbero fatto pressioni indebite sul responsabile della Asl Milano 1, il direttore generale Giorgio Scivoletto (anche lui rinviato a giudizio), per far annullare una gara da 11 milioni di euro per il trasporto di pazienti dializzati, pilotandone poi l'assegnazione a un'associazione gradita all'ex vicepresidente Mantovani. Anche il presidente della onlus Croce Azzurra Ticinia, Giovanni Tomasini, è stato rinviato a giudizio, così come l'assistente di Mario Mantovani, Giacomo Di Capua.

Dal procedimento che si aprirà è invece uscito Angelo Bianchi, funzionario del Provveditorato alle opere pubbliche che era stato arrestato insieme all'ex vicepresidente della Regione. Bianchi ha infatti patteggiato una pena di tre anni con il gup. La sua vicenda è un'altra delle accuse mosse a Mantovani: l'ex assessore alla Sanità avrebbe fatto pressioni per tenerlo al Provveditorato nonostante, secondo l'accusa e secondo quanto confermato da Bianchi, 
fosse a conoscenza di suoi precedenti guai giudiziari.



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Gelmini, dal Tunnel con neurini all’effetto “Bocchino”

Gelmini, dal tunnel con neurini all’effetto “Bocchino”

 
Mariastella Gelmini: un nome, una garanzia quando si parla di gaffe e frasi 

equivoche pronunciate nei momenti meno opportuni. I tre anni in cui è stata 

Ministra dell’Istruzione sono stati straordinari: la Gelmini è riuscita a concentrare 

l’attenzione su di sè non solo per le sue “rivoluzionarie” riforme, ma soprattutto per 

le sue eclatanti gaffe, la più famosa delle quali è quella sui neutrini più veloci della 

luce situati nell’immaginario tunnel tra il Cern e il Gran Sasso. In attesa delle 

prossime, visto che zio Silvio l’ha messa anche nel governo Draghi,

 facciamo un po’ di storia. 

Gelmini, dal tunnel con neurini all’effetto “Bocchino”


 
Eh sì, il ministero dell’Istruzione sotto l’egida della Gelmini diede alle stampe un 

comunicato dai toni enfatici dopo la sensazionale scoperta scientifica fatta al 

Cern di Ginevra. Ma in tanta enfasi si infilò in un errore clamoroso. Così 

scoprimmo che tra il Cern di Ginevra e il Gran Sasso era stato addirittura scavato 

un tunnel alla cui realizzazione il governo italiano aveva partecipato con ben 45 

milioni di euro (circa, non erano ben sicuri…).

Per una migliore comprensione dei fatti. Era il 24 settembre 2011. Nel comunicato 

di congratulazioni diffuso dall’ufficio stampa del dicastero dell’Istruzione c’era un 

riferimento – errato – alla costruzione di un ipotetico tunnel Svizzera-Abruzzo e 

all’investimento milionario del Miur, in realtà finalizzato agli esperimenti. Entusiasta 

per la scoperta del Cern di Ginevra e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare dei 

neutrini che avevano superato la velocità della luce, dichiarava: «Alla costruzione 

del tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto 

l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 

45 milioni di euro». La vicenda portò alle dimissioni irrevocabili del portavoce della 

ministra, anche se la responsabilità del comunicato non era ascrivibile a lui. Le 

polemiche però furono più veloci dei neutrini.

E la ministra finisce sulla graticola, in Rete, a tempo di record.

“Un tunnel che parte dal Gran Sasso e arriva a Ginevra? Costo 45 milioni di euro, 

grande sponsor o forse finanziatore Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione 

che evidentemente digiuna di fisica, si fida di collaboratori che le mettono in bocca 

dichiarazioni che scatenano l’ilarità del globo. Siccome non c’è naturalmente 

nessun tunnel fra l’Infn ad Assergi, sotto quattro chilometri di dura roccia del Gran 

Sasso e l’Lhc di Ginevra che fine avrebbero fatto quei soldi? O forse questa è 

una delle grandi opere che questo governo di pressappochisti e venditori di 

illusioni vuole lanciare?”. Così ironizzava Manuela Ghizzoni, capogruppo PD 

commissione Cultura Camera dei deputati.

Gelmini, dal tunnel con neurini all’effetto “Bocchino”


 
Ma ecco la hit parade delle otto migliori gaffe di Mariastella Gelmini.

8° posto: aprile 2010, dopo essere diventata mamma, la Gelmini esprime le sue 

idee sul congedo per la maternità: “Io ho più facilità di altre donne a tornare subito 

a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona 

mamma, dovrebbero farlo tutte. Però le donne normali che lavorano dopo il parto 

sono costrette a stare a casa. Lo giudico un privilegio”. Quindi secondo la Gelmini 

il congedo per la maternità non è un diritto, ma un privilegio!

7° posto: 20 aprile 2011, durante una puntata di Ballarò Enrico Letta riferisce che 

nel documento presentato da Tremonti a Bruxelles, c’è scritto che nei prossimi tre 

anni il settore dell’istruzione darà al risanamento del nostro paese 4 miliardi e 

mezzo per ogni anno. La Gelmini dei tagli non ne è al corrente e mentre chiede di 

guardare i documenti, esclama: “Tremonti me lo avrebbe detto!”.

6° posto: lettera ai maturandi del 2011: “Alla maturità, nel 1992, scelsi un tema su 

Fogazzaro, Palazzeschi e i crepuscolari”. Accostare Fogazzaro con i poeti 

crepuscolari è come abbinare sale alla nutella, infatti nel 1992 erano presenti sì 

Palazzeschi e i crepuscolari, ma non Fogazzaro. La Gelmini l’ha confuso con 

Corazzini, che con Fogazzaro non ha nulla a che vedere

5° posto: agosto 2011 la Gelmini, entusiasta e soddisfatta, annuncia la nascita 

dell’Istituzione dell’Anagrafe della Ricerca. Peccato che questa esista dal 1980, 

con tanto di segnalazione sul sito del Ministero.

4° posto: ottobre 2008, durante una discussione in Senato la Ministra afferma: “Il 

libro bianco scritto sotto l’egìda del governo Prodi”. Dopo il boato scatenato 

dall’opposizione a causa dell’errato accento, Schifani interrompe la discussione e 

la Gelmini si corregge: “ègida…”,.

3° posto: settembre 2011, parlando della figlia a Mattino 5, la Gelmini dice: “Mia 

figlia cresce bene, non sente la crisi”.

2° posto: medaglia d’argento per la gaffe sui neutrini e sul tunnel inesistente che 

ha fatto impazzire il web. Ma ce n’è una ancora migliore..

1° posto: 9 novembre 2010 parlando con La Russa dice: “È vero, hai ragione: è 

l’effetto Bocchino. Ora il Pdl è più compatto!”.

Gelmini prova a pronunciare il giuramento a memoria, ma non ricorda le parole ed 

è costretta a leggere .  

MENO MALE CHE NON GESTISCE SOLDI DEL 

GOVERNO.




.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

domenica 14 febbraio 2021

Giorgetti spinge Salvini verso Draghi

Giorgetti  spinge Salvini verso Draghi

Da anni il consigliere usa i rapporti internazionali e 
Oltretevere per rendere più potabile la linea sovranista. 
I tentativi sono spesso andati a vuoto, ma ora si gioca tutto
 per far capire al leader che ha un’opportunità

Giancarlo Giorgetti sta alla Lega come Gianni Letta sta a Forza Italia: inscalfibile, è stato il braccio destro di Umberto Bossi nell’era secessionista, ha superato la stagione dei “barbari sognanti” di Roberto Maroni e ora è il numero due di Matteo Salvini.
Non a caso, è stato lui il primo ad aprire all’esecutivo Draghi. Chi lo conosce bene racconta che i due si conoscono dai tempi in cui Giorgetti era presidente della commissione Bilancio e Draghi a Bankitalia.
Adesso, tutto dipenderà dalla moral suasion che il Gianca saprà esercitare sui ranghi del partito per portarlo nella direzione che lui non ha fatto mistero di preferire: entrare nel nuovo governo e “normalizzare” il sovranismo. Con o senza Salvini.

Nato il 16 dicembre 1966, Giancarlo Giorgetti è parlamentare dal 1996. Vice di Salvini, nel primo Governo Conte è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri.
Giancarlo Giorgetti nasce a Cazzago Brabbia il 16 dicembre 1966. E’ laureato alla “Bocconi” di Milano in Economia e Commercio. Successivamente 
diventa revisore contabile e commercialista professionista.

Chi è Giancarlo Giorgetti
Cresciuto nel Fronte della Gioventù ( giovani fascisti ) , l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, diventa sostenitore della Lega Nord e nel 1996 viene eletto deputato. Rieletto nel 2001, è l’autore principale della Legge 40/2004, relativa alla procreazione assistita. Nella legislatura è presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione.

La carriera politica, la scalata ai vertici della Lega
Giancarlo Giorgetti ha guadagnato negli anni sempre più visibilità all’interno del partito: segretario nazionale della Lega lombarda per un decennio, capogruppo del Carroccio alla Camera e dal 2016 vicesegretario di Salvini. Ha espresso il proprio sostegno al sì al referendum istituzionale sul taglio del numero dei parlamentari, dissentendo dalle indicazioni del partito.






Sottosegretario a Palazzo Chigi
L’1 giugno 2018 è stato nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Conte, con delega allo Sport. In questa veste gli viene anche affidata la delega per l’attuazione del programma di governo, alle politiche spaziali ed aerospaziali e quella sulle scommesse sportive riguardo alla promozione delle misure per il riordino e al rafforzamento della disciplina delle scommesse sportive nonché per la prevenzione della manipolazione delle relative competizioni. A settembre 2019 lascia l’incarico dopo il rimpasto di governo con l’uscita della Lega dall’esecutivo.



Il ruolo di Giancarlo Giorgetti nella partecipazione della Lega al Governo Draghi
Stando alle cronache politiche, Giorgetti avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell’apertura di Matteo Salvini al Governo Draghi. In un primo momento il leader della Lega aveva iniziato a battere la strada del voto anticipato, salvo poi cambiare rotta. Lo stesso Giorgetti era stato tra i primi della Lega a proporre un dialogo con il premier incaricato, anche alla luce del suo ottimo rapporto proprio con l’ex Presidente della Banca Centrale Europea.


La vita privata di Giancarlo Giorgetti: moglie e figli
Della vita privata di Giorgetti sappiamo in realtà molto poco. Politico della vecchia scuola, difende la sua sfera personale dagli obiettivi delle telecamere. Sappiamo che è sposato con Laura Ferrari e che ha una figlia. La moglie di Giorgetti era venuta alla ribalta per un caso di cronaca, quando fu condannata a risarcire la Regione Lombardia. La condanna era legata ai bilanci di una onlus che gestiva.


.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

sabato 13 febbraio 2021

Truffa alla Regione Lombardia la Moglie di Giorgetti

Se Non è il Politico della Lega è Sua Moglie che Ruba


Se Non è il Politico della Lega è Sua Moglie che Ruba
Laura Ferrari, consorte del parlamentare leghista, ha patteggiato una condanna a 2 mesi e 10 giorni
MILANO - Laura Ferrari Giorgetti, moglie del parlamentare leghista Giancarlo Giorgetti, ha patteggiato davanti al Gup del tribunale di Busto Arsizio, Chiara Venturi, due mesi e 10 giorni di reclusione per truffa a enti pubblici. La pena detentiva è stata convertita in pecuniaria: la signora dovrà pagare 3.240 euro di multa. A cui si aggiungono i 25 mila euro che ha già versato a titolo di risarcimento danno alla Regione Lombardia.

LA STORIA - Laura Ferrari Giorgetti era titolare di corsi di equitazione in una onlus, società che per ottenere 400 mila euro di finanziamenti dal Pirellone, aveva «gonfiato» il numero degli allievi che frequentavano i corsi di formazione. Oltre alla signora, hanno patteggiato davanti al Gup anche Giuseppe Landucci (presidente dell'ente di formazione Forma Moda che fece i corsi) 1 anno 4 mesi, e il suo braccio destro Maurizio Turoli 10 mesi. Altri due coimputati, Massimo Leo e Rita Leo, saranno giudicati in seguito, a causa di un problema di mancata notifica. L'accusa, sostenuta dal pm Giovanni Polizzi, era di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo la procura, in due corsi per diventare istruttori di ippica per disabili, finanziati dalla Ue tramite la Regione, erano state falsificate le firme di alcuni partecipanti, 
per raggiungere un numero sufficiente ad ottenere i fondi.



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

Denis Verdini va ai Domiciliari da Rebibbia

Denis Verdini va ai Domiciliari da Rebibbia



La decisione di concedere i domiciliari all’ex leader di Forza Italia è stata presa per motivi di salute a causa della grave situazione in cui versa il carcere di Rebibbia dopo il forte incremento dei casi di Covid-19 registrato nelle ultime settimane. Il provvedimento è quindi temporaneo


Denis Verdini va ai domiciliari. Dopo poco meno di tre mesi di carcere, l’ex senatore di Forza Italia ottiene gli arresti casalinghi. Si trovava nel penitenziario di Rebibbia dallo scorso 3 novembre, quando era stato condannato in via definitiva per la bancarotta del Credito cooperativo fiorentino a sei anni e mezzo. Dopo la condanna si era costituito. Verdini ambiva a ottenere gli arresti casalinghi dal prossimo 8 maggio, quando avrebbe compiuto 70 anni. Li ha avuti con tre mesi di anticipo. Il giudice del Tribunale di sorveglianza di Roma, infatti, ha concesso i domiciliari all’ex senatore berlusconiano a seguito dell’emergenza sanitaria scoppiata al carcere di Rebibbia per un focolaio di coronavirus che ha portato in questi giorni a 90 contagiati tra i detenuti, di cui alcuni ricoverati all’ospedale. Il provvedimento è quindi temporaneo. Il rientro in cella sarebbe previsto per i primi di marzo.

Verdini – si legge nel decreto del tribunale di Sorveglianza – è “un soggetto particolarmente vulnerabile al contagio da Covid 19″ e “occorre tutelare in via provvisoria la sua salute“. Alla base della decisione, spiega il giudice, anche “il contesto di emergenza sanitaria e di concreto pericolo di diffusione della malattia virale in considerazione delle condizioni di salute di Verdini e della sua età di 69 anni che lo rendono soggetto particolarmente vulnerabile al contagio”. Nel provvedimento si spiega inoltre che “alla luce della emergenza epidemiologica Covid-19 attualmente in atto in alcuni reparti dell’Istituto di detenzione le condizioni di salute del detenuto, in particolare quelle cardio respiratorie croniche già compromesse, potrebbero essere poste a serio rischio di peggioramento dalla possibile diffusione del virus in ambito carcerario e comunque non adeguatamente gestite in ambito penitenziario, con l’ausilio di strutture esterne, in considerazione del significativo sovraccarico a livello nazionale dei presidi ospedalieri attualmente prevalentemente dedicati ad affrontare la pandemia”.

In carcere Verdini ha passato 80 giorni. A dicembre avevano fatto notizia le visite ricevute da decine di parlamentari, come aveva raccontato ilfattoquotidiano.it: Matteo Salvini, Matteo Renzi, Luca Lotti e tanti ex compagni di centrodestra. E poi il “re delle cliniche romane” Antonio Angelucci, Ignazio Larussa e Daniela Santanché, fino a Maurizio Lupi e Renata Polverini. E se il leader della Lega aveva buone ragioni di fare visita al “suocero” prima di Natale – Salvini è fidanzato con la figlia di Verdini, Francesca – così come gli amici di sempre nel segno della solidarietà, era un punto interrogativo il faccia a faccia con Matteo Renzi. Secondo quanto riferito da diverse fonti a ilfattoquotidiano.it, il leader d’Italia viva aveva varcato i cancelli del penitenziario romano proprio nei giorni in cui alzava la tensione sul governo di Giuseppe Conte, minacciando esplicitamente la caduta.

Una minaccia poi diventata realtà dopo le feste, con il ritiro delle ministre renziane dall’esecutivo. E che ha condotto il Paese in una crisi politica proprio nel mezzo della seconda ondata della pandemia, con un piano di vaccinazioni da portare avanti e il Recovery da approvare e inviare a Bruxelles. Un momento cruciale, con le consultazioni ancora in corso al Quirinale e Italia viva che vorrebbe intepretare il ruolo di ago della bilancia della crisi politica. È in questa situazione che Verdini, il mister Wolf della politica che ha accompagnato le ascese di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, torna a casa.



.
Siti Internet e Blog Personali

Eseguo
Siti Internet e Blog Personali

loading...
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Post più popolari