L'ex sindaco di Milano Letizia Moratti, la sua giunta e alcuni ex dirigenti comunali sono stati condannati in via definitiva dalla Corte dei Conti Centrale a versare oltre un milione di euro per danno erariale nell'ambito della vicenda delle “consulenze d'oro” del 2007. L'ex primo cittadino dovrà versare oltre 591 mila euro per due voci di spesa: 11 incarichi dirigenziali esterni a non laureati per quasi 1 milione e 900 mila euro, e retribuzioni ritenute troppo costose,
più di 1 milione, di alcuni addetti stampa.
La decisione della Corte dei conti
Il provvedimento definitivo della magistratura contabile centrale - che ha sede a Roma - è stato depositato lo scorso 22 dicembre dopo che la Procura regionale della Corte dei Conti della Lombardia aveva fatto ricorso contro le due sentenze con cui i giudici di primo grado avevan stabilito per Letizia Moratti e i suoi assessori e dirigenti di allora una cifra di oltre 360 mila euro complessivi, di cui circa 132 mila a carico all'ex sindaco. Sentenze impugnate sia dai pm contabili della Lombardia che hanno ritenuto non congruo il danno erariale calcolato - hanno ribadito la loro richiesta di un versamento complessivo di circa 7 milioni - sia dagli amministratori pubblici condannati che hanno chiesto di essere assolti.
Chi dovrà risarcire l’erario
I giudici, dopo aver valutato i ricorsi, hanno stabilito che l'ex primo cittadino con la sua giunta e i suoi dirigenti, in tutto 22 persone, debbano versare all'erario 1.082.674 euro. Oltre a Letizia Moratti, l'ex vice sindaco Riccardo De Corato dovrà risarcire 21.763 euro (per le stesse voci contestate alla Moratti), l'ex sindaco ed ex direttore generale Giampiero Borghini oltre 106 mila euro e gli ex assessori Tiziana Maiolo, Mariolina Moioli, Edoardo Croci e Carla De Albertis oltre 21 mila euro. Tra i risarcimenti anche quello di quasi 90 mila euro conteggiato per l'allora direttore centrale delle risorse umane Federico Bordogna.
Le voci contestate
Quattro sono le voci contestate a vario titolo dalla magistratura contabile: si tratta del conferimento di 11 incarichi dirigenziali a soggetti esterni senza i requisiti richiesti, della nomina di Carmela Madaffari a dirigente responsabile della Direzione centrale Famiglia e Politiche Sociali con più di 217 mila euro di emolumento annuo nonostante gli “infortuni professionali” e la sua sospensione da direttore generale dell'Asl di Locri. La terza voce riguarda il doppio stipendio e il doppio incarico assunto da Borghini e Alberto Bonetti Baroggi, nominati rispettivamente direttore generale di Palazzo Marino e capo di gabinetto, mentre erano già consiglieri regionali. L'ultimo capitolo ha al centro l'assunzione e l'inquadramento dirigenziale, e ritenuto indebito, di alcuni
addetti alla comunicazione di Palazzo Marino per rimpolpare l'ufficio stampa che aveva così raggiunto quota 20 dipendenti.
Per i giudici d'appello, si legge nel loro provvedimento, l'operato di Letizia Moratti avrebbe avuto «il connotato della grave colpevolezza, ravvisabile in uno scriteriato agire, improntato ad assoluto disinteresse dell'interesse pubblico alla legalità e alla economicità dell'espletamento della funzione di indirizzo politico-amministrativo spettante all'organo di vertice comunale». I magistrati hanno confermato anche la «grave colpevolezza della condotta» in capo a tutti gli assessori che allora votarono le delibere con cui sono state conferite le cosiddette “consulenze d'oro” per le quali era stata avviata un'inchiesta della Procura poi archiviata.
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