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domenica 23 agosto 2020

Fontana Menzoniero ecco i Movimenti del suo Conto Svizzero

Fontana Menzoniero ecco i Movimenti del suo Conto Svizzero

Fontana Menzoniero ecco i Movimenti del suo Conto Svizzero

Il governatore ha detto che il conto con il suo tesoro nascosto al fisco "non era operativo dagli anni 

Ottanta". Ma è stato aperto nel 1997 e i soldi hanno continuato a uscire ed entrare fino al 2015

Giovanni Tizian



Era un conto non operativo”, ha detto il governatore Attilio Fontana a Repubblica. Ma i documenti 

smentiscono la sua versione sui conti all’estero intestati alla madre a partire dal 1997 e ai quali il 

governatore aveva accesso. 

I flussi finanziari dimostrano che il secondo conto estero, del quale Fontana era erede beneficiario, era 

molto attivo. Nel 2009 la madre di Fontana aveva 87 anni e sul deposito c’erano 4.565.839 milioni di 

euro, cinque anni dopo il conto era più ricco di quasi 200 mila euro.  

Fontana sapeva di queste movimentazioni sul conto estero in anni recenti? Il governatore non ha 

risposto neanche questa volta alle nostre domande.  






“I miei hanno sempre pagato le tasse, mio padre era dipendente della mutua, mia madre una super 

fifona, figurarsi evadere. Non so davvero dirle perché portassero fuori i loro risparmi.

 Comunque era un conto non operativo da decine di anni. 

Penso almeno dalla metà degli anni Ottanta”. Il presidente della 

regione Lombardia, Attilio Fontana, ha risposto così a 

Repubblica in una lunga intervista pubblicata oggi.

La versione del governatore lombardo, tuttavia, è contraddetta dai documenti bancari allegati al 

fascicolo della voluntary disclosure, lo scudo fiscale per il rientro dei capitali all’estero.

I documenti rivelano che nel 1997 la madre del governatore, Maria Giovanna Brunella, ha aperto il 

primo conto estero numero 247-683404 e ha affidato al figlio la procura,

 cioè la delega a operare su quel deposito.

La data è importante: nel 1997 il leghista era da due anni sindaco di Induno Olona, la madre una 

dentista di 74 anni. Perché, quindi, Fontana ha detto a Repubblica che il conto nei paradisi fiscali dei 

suoi genitori non era operativo almeno dalla metà degli anni Ottanta se nei documenti ufficiali risulta 

l’apertura del conto alle soglie del terzo millennio? Soltanto il presidente Fontana potrebbe spiegare 

questa contraddizione. Ma alle nostre domande inviate tramite l’ufficio stampa non ha risposto.

C’è di più. Nel 2005 il patrimonio presente sul conto aperto otto anni prima, è stato  trasferito in un 

secondo deposito collegato al trust Montmellon valley, con sede a Nassau, la capitale delle Bahamas. 

Di questo nuovo conto intestato sempre alla madre, Fontana era indicato come erede beneficiario. 

L’analisi dei flussi finanziari trasferiti da un conto estero all'altro dimostra il contrario di quello che ha 

dichiarato Fontana a Repubblica: “Non era operativo da almeno gli anni Ottanta”.



Tra il 2009 e il 2013, infatti, c’è vita sul conto che erediterà Fontana. Nel 2009 la cifra depositata è di 

4.565.839 milioni, l’anno successivo cresce di 129mila euro. 

Nel 2011, invece, il deposito è di 4.162.911 

milioni: decresce, quindi, di oltre mezzo milione di euro. L’anno successivo viene rimpolpato con 

442mila euro. Alla fine del 2013 sul conto giacciono 4.734.478 milioni, quasi 200mila euro in più 

rispetto al 2009. 

Cifre comunque inferiori ai 5,3 milioni ereditati da Fontana e regolarizzati nel 2015 con la 

voluntary disclosure. Rispetto al 2013 mancano 600mila euro rispetto a quelli indicati nella relazione 

sull’adesione volontaria allo scudo fiscale. Un altro mistero che solo il governatore può chiarire.

Durante questa altalena di movimentazioni bancarie all’estero, Fontana era sindaco di Varese e sua 

madre, l’intestataria del trust, una ex dentista di novant’anni. Più che un conto morto, “non operativo”, 

come ha sostenuto Fontana nella sua difesa con Repubblica, sembra al contrario molto vitale. Possibile 

che l’allora primo cittadino di Varese fosse all’oscuro delle mosse finanziarie della madre novantenne. 

Oppure ne era a conoscenza? Anche su questa questione Fontana

 ha preferito non rispondere alle nostre domande.

I documenti bancari restituiscono anche altri dettagli coperti finora dalla riservatezza che avvolge le 

procedure di adesione volontaria allo scudo fiscale. Procedura che ripulisce i tesoretti dell’evasione 

fiscale accumulati nei trust, che funzionano da cassaforte finanziaria, sparsi nelle isole dei Caraibi.

Per quanto Fontana sostenga che non si tratta di profitti da evasione, l’Agenzia delle entrate nel 

fascicolo della procedura di voluntary avviata nel 2015, dopo la morte della madre, ha scritto: “Le 

violazioni oggetto di emersione sono state commesse nel 2009, 2010, 2011, 2012, 2013”. 

E aggiunge il 

motivo della violazione: “Mancato assolvimento degli obblighi di monitoraggio fiscale”.

Le carte ufficiali non mentono. Fontana, avvocato esperto, dovrebbe saperlo.




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FONTANA E GALLERA SONO 2 INCOMPETENTI

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