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venerdì 14 maggio 2021

D’Alema sulla politica internazionale e sul Medioriente

D’Alema sulla politica internazionale e sul Medioriente


 Massimo D’Alema all’assemblea nazionale di Art.1 sulla politica internazionale e sul Medioriente. 
”Di fronte alla tragedia palestinese ho sentito dire parole di circostanza, in molte sedi importanti. Ho visto sul palco della solidarieta' a Israele il nostro amico Letta accanto a Salvini, c'e' qualcosa che non funziona. C'e' una mancanza di verita' in questo modo di affrontare la tragedia, di una verita' che era profondamente radicata nella coscienza politica italiana e non solo della sinistra, e che sembra essere svanita nel corso degli anni". Lo afferma l'ex premier ed ex ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, all'assemblea di Articolo uno. D'Alema prosegue: "Dobbiamo cercare di capire un po' in profondita' come esplode una crisi di questo genere, perche' Hamas e gli islamisti sono diventati cosi' forti, perche' Erdogan e' diventato un punto di riferimento irrinunciabile non per alcuni estremisti ma per milioni di arabi. Io penso - continua D'Alema - che Hamas diventi cosi' forte perche' i palestinesi si sentono traditi dal mondo occidentale. Sono stati traditi dal mondo occidentale, sono stati abbandonati. La leadership palestinese che si e' spesa con una generosita' quasi suicida in una politica di negoziato, di concessioni, di collaborazione, non solo non ha ottenuto nulla ma e' stata completamente delegittimata. Io penso che oramai il discorso sulla politica dei due Stati lo possiamo dire noi perche' qua fa parte del politically correct, ma per loro non ha alcun significato, e' una pura finzione. Tra il mare e il Giordano vivono milioni di persone, grosso modo meta' ebrei meta' arabi. Con una differenza. Gli ebrei - dice D'Alema - vivono in grandi citta' moderne, i palestinesi invece si dividono in due tipologie: i cittadini arabi israeliani" che pero' "vivono in uno stato ebraico, sono ospiti, sono cittadini di serie B con meno diritti" e i palestinesi "che vivono nei territori sotto occupazione, circondati dal filo spinato, dalle torrette di sorveglianza e dalle mitragliatrici.”
L’azione del Presidente Biden ripropone l’obiettivo dell’egemonia mondiale degli USA. Gli USA vinsero la competizione con l’Unione Sovietica, sul tema della capacità inclusiva, delle politiche sociale e della loro azione di emancipazione di grandi masse. Oggi uno degli asset fondamentali della politica di Biden è l’attenzione posta al tema dei diritti umani. Ma questo tema richiede coerenza. Bene dunque i diritti dei cittadini in Hong Kong, quelli della popolazione degli Juguri in Cina. 
Ma i palestinesi? Quelli sono un popolo dimenticato. 
Parafrasando, indegnamente alcuni altri passaggi del suo intervento, aggiungo: È per questo che prolifera Hamas con ampio consenso tra i palestinesi e altrettanto ampi riconoscimenti nel mondo arabo. A fronte di tutto questo, la destra in Occidente ha spostato il tiro: il razzismo antiebraico si è trasformato in razzismo antislamico, vagheggiando lo scontro di civiltà. 
L’unico leader occidentale che capisce l’urgenza dei problemi della coesistenza pacifica con i popoli del sud del mondo e del suo attuale misconoscimento è il Papa.

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