UNO DEI NOSTRI SUGGERIMENTI
E' STATO AGGIUNTO AL TAVOLO
Dopo un incontro a Roma con una Delegazione MDD
“ORA ENTRARE NEL MERITO E CHIUDERE ACCORDO”
“Il confronto tra Governo e Cgil, Cisl e Uil è proseguito oggi sul tema delle pensioni e riprenderà il prossimo 30 giugno su quello del mercato del lavoro: si tratta sicuramente di un fatto positivo che valorizza il dialogo e il ruolo delle parti sociali”. Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. “Adesso – prosegue – si tratta di entrare ulteriormente nel merito e prevedere tempi di conclusione, possibilmente con un accordo, che non siano lunghi: in ogni caso prima che si tenga il Referendum sulla Costituzione”. “Uno dei temi centrali del confronto è stato, negli incontri scorsi, quello della flessibilità delle pensioni: noi pensiamo che si debba prevedere un’uscita anticipata fino a un massimo di 4 anni e
che non si debbano applicare penalizzazioni a categorie particolarmente deboli: disoccupati, precoci, addetti a lavori usuranti ed invalidi”.
“Il sottosegretario Tommaso Nannicini, in una intervista , ha chiarito alcuni aspetti del confronto in corso con il sindacato sul tema delle pensioni. Condividiamo il fatto che l’anticipo pensionistico, per i soggetti più deboli, debba avere una penalizzazione vicina allo zero. Si tratta, però, di capire che cosa si intende. Per noi i più deboli sono i disoccupati di lungo periodo, i lavoratori precoci che debbono poter andare in pensione con 41 di contributi, gli addetti ai lavori usuranti e gli invalidi”. Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. “Se il Governo pensa a una detrazione fiscale per portare a zero le penalizzazioni – prosegue – o i costi finanziari per queste categorie, sarebbe un fatto positivo: bisogna investire risorse adeguate. Così come è apprezzabile il fatto che Nannicini non abbia preclusioni a portare, come abbiamo sempre sostenuto, da 3 a 4 gli anni di anticipo”. “Infine – spiega – se la soluzione per rivalutare le pensioni basse passerà dalla quattordicesima, non possiamo che condividerlo: questa misura, istituita dal Governo Prodi nel 2007, eroga a luglio di ogni anno una cifra media di 400 euro a 3 milioni di pensionati con un assegno previdenziale fino a 700 euro al mese (l’investimento annuo è di 1 miliardo e 200 milioni di euro)”. “Non c’e’ il rischio, in questo caso, di commettere l’errore fatto con gli 80 euro a carico degli ‘incapienti’. Basterebbe alzare la cifra e il tetto e si aiuterebbero effettivamente i più deboli”.
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