Contro la povertà e le diseguaglianze e per contrastare le mafie il parlamento deve approvare una legge per il Reddito Minimo o di Cittadinanza.
Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili.
Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il Reddito Minimo o di Cittadinanza. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta.
Ci sono diverse proposte di legge depositate al Senato. Chiediamo che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula per essere discussa e approvata. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: il parlamento può e deve prendere una decisione tanto semplice quanto storica.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi.
È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva”. Sono passati cinque anni e nulla è successo.
Milioni di italiani/e non possono più aspettare.
PERCHÉ SOSTENIAMO IL REDDITO MINIMO O REDDITO DI CITTADINANZA
Nelle previsioni Eurostat del 3 ottobre 2005, si indicava l’Italia come “uno dei Paesi dell’Unione Europea con il più elevato tasso di rischio di povertà. Senza interventi sociali e di sostegno al reddito il rischio di povertà e disagio sociale ed economico potrebbe avere effetti devastanti”. Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa, secondo i dati Istat, ha raddoppiato e quasi triplicato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Sono infatti 10 milioni quelli in povertà relativa, il 16,6% della popolazione complessiva, ed oltre 6 milioni, il 9,9% della popolazione, in povertà assoluta. Ma oltre i dati relativi alla condizione specifica della povertà, dobbiamo comprendere nel computo finale tutte quelle fasce sociali a rischio povertà: dai working poor (oltre 3,2 milioni di lavoratori e lavoratrici) ai precari, dagli over 50 senza alcun lavoro alle donne, dai migranti ai giovani, dagli anziani a coloro che hanno difficoltà abitative il numero dei soggetti a rischio potrebbe aumentare in maniera esponenziale. In questi ultimi anni inoltre è stata erosa quella redistribuzione economica intra-familiare che per anni ha sorretto le difficoltà economiche di molti individui nel nostro paese.
I dati esposti, congiuntamente alle trasformazioni produttive avvenute con la rivoluzione informatica e la deregolamentazione del mercato del lavoro, ci dicono che vi è la più urgente necessità di avviare una stagione in grado di individuare nuovi strumenti e nuovi diritti per la protezione sociale e delle persone in difficoltà economica.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per coloro che non possono lavorare o accedere ad un lavoro in grado di garantire un reddito dignitoso o non possono accedere ai sistemi di sicurezza sociale (ammortizzatori socio-economici) perché li hanno esauriti (esodati, mobilità) o non ne hanno titoloo vi accedono in misura tale da non superare la soglia di rischio di povertà. Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, garantisce uno standard minimo di vita per gli individui e per i nuclei familiare di cui fanno parte che non hanno adeguatistrumenti di supporto economico.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è anche uno strumento fondamentale di contrasto alle mafie, in una fase di grave crisi e di aumento della povertà e delle diseguaglianze sociali, perché toglie ossigeno a chi sfrutta il bisogno di lavoro trasformandolo in ricatto economico, per alimentare circuiti criminali che approfittano della povertà o per fare dei posti di lavoro merce per il voto di scambio. E impone al contrario un diritto che rende le persone meno deboli anche di fronte a chi ne vuole sfruttare i bisogni e le fragilità.
In Europa esistono ormai da decenni strumenti di sostegno al reddito (Sozialhilfe in Austria; Revenue d’integration in Belgio; lo Starthjalp in Danimarca; l’RSA in Francia etc.) destinati alle persone e che in diverse misure intervengono a seconda delle diverse necessità dell’individuo. Sia esso un lavoratore precario o uno studente, un genitore singolo o un lavoratore autonomo, un nucleo familiare o un disoccupato di lunga durata. Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, interviene dunque oltre quelle misure di sostegno più afferenti il mondo del lavoro (come il sussidio di disoccupazione) ed arriva anche laddove il sistema del lavoro non è in grado di garantire quelle protezioni sociali diverse ma altrettanto necessarie. Come ci dice la Risoluzione del Parlamento Europeo sul Ruolo del Reddito Minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva in Europa (16 ottobre 2010) questo è lo strumento che può “contribuire al miglioramento della qualità della vita e che offra a tutti la possibilità di partecipare alla vita sociale, culturale e politica come pure di vivere dignitosamente”. Il concetto di base è che il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è “il diritto fondamentale della persona a disporre di risorse economiche e prestazioni sociali sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana” (ottobre 2010). Infatti, in molti paesi europei, chi ha diritto ad un beneficio economico può accedere in maniera altrettanto certa a quelle “prestazioni sociali” sopra citate (o reddito indiretto) e cioè una pluralità di benefici quali il sostegno per l’affitto, la salute, i trasporti, gli studi, la formazione etc.
Malgrado molte risoluzioni europee incoraggino gli Stati membri (dunque anche l’Italia) a definire una soglia di Reddito Minimo o di Cittadinanza, ad oggi in Italia non vi è alcuna legge che garantisca una protezione economica per coloro che vivono al di sotto della cosiddetta soglia di povertà. La necessità di definire dunque una soglia economica, un beneficio di base, è urgente e le indicazioni europee sono già un’ottima bussola tanto per determinare la soglia di accesso quanto per regolare l’erogazione del Reddito Minimo o di Cittadinanza.